[STORIE] Un incubo che genitori e nonni ricordano molto bene... I bombardamenti anglo-americani si accaniscono contro la nostra città in modo martellante, feroce, per certi versi anche inspiegabile. Già da Febbraio le incursioni aeree si vanno facendo via via più insistenti, ma dal 1° Marzo diventano parte della quotidianità. Iniziano due mesi di puro terrore... Dal suono delle sirene che fa scendere tutti per strada e correre al più vicino "ricovero", alle preghiere della gente ammassata in questi sotterranei per nulla sicuri durante i bombardamenti, al suono del cessato allarme, con lo scenario apocalittico che si presenta agli occhi dei palermitani. La città, specie nella zona del porto, è un cumulo di macerie, case sventrate, danni irreparabili, centinaia di morti e migliaia di feriti.
Il 9 Marzo è una giorno indimenticabile per chi lo ha vissuto : un diluvio di bombe mette in ginocchio una Palermo già sepolta sotto le proprie macerie. Niente viene risparmiato, neppure i monumenti, dalla Cattedrale alla chiesa di Casa Professa, a tanti altri che non esistono più. Quel giorno pare che la potenza devastatrice dei bombardamenti abbia una sorta di giustificazione (se così si può dire) : al mattino era prevista una cerimonia con tante autorità del regime fascista, e pare che il vero bersaglio di quel triste 9 Marzo fossero loro. Inveece le vittime sono altre, tante, troppe... Interi quartieri come la Cala, il Borgo Vecchio, la zona di via Montepellegrino, sono solo macerie, nient'altro. Nemmeno le catacombe dei Cappuccini vengono risparmiate. Il 22 Marzo è la Kalsa che soffre la furia della tempesta di bombe. I giornali scrivono "Palermo sepolta" e "Palermo non esiste più"...
A memoria di quel 22 Marzo, gli abitanti del quartiere Kalsa erigono una lapide per la strage di un gruppo di lavoratori portuali che perdono la vita sotto i bombardamenti. La lapide, che pubblico nella foto qui sotto, si trova accanto alla chiesa di S.Maria della Pietà... Una pietà che non c'è stata per tanti sventurati innocenti. Chiedete, se state leggendo questo post, a chi era presente in quei giorni, di farvi raccontare i fatti, affinchè la nostra memoria non si perda, sia per le cose belle, ma, soprattutto per queste vicende tragiche...
Lapide che ricorda la strage del 22 Marzo 1943 |
I racconti dei miei genitori ancora molto piccoli rispecchiano ciò che hai scritto tu.Dalla corsa ai rifugi,all'oscuramento completo della città,ai momenti di attesa infinita durante il rumore assordante delle bombe che cadevano dappertutto.E' vero che dovremmo perpetuare il ricordo di questi avvenimenti,magari per raccontarli noi stessi,un giorno,a figli e nipoti.Tanto certe cose sui libri di scuola non ci sono.Complimenti per il post e per il blog in generale. F.D
RispondiEliminaA casa dei miei bisnonni materni c'era un ricovero, scavato dai miei prozii.
RispondiElimina"Turiddu! Turiddu!" era il curioso appellativo che veniva dato alle bombe.
Mia madre racconta che per loro, i bambini, era una sorta di "divertimento" quell'uscita di casa in piena notte. Ovviamente non si rendevano conto, nella loro innocenza.
Una volta i bombardamenti furono davvero pesanti. Io non so se fu quel marzo 1943. La contraerea piazzata a Montepellegrino, in corrispondenza del "volo dell'aquila" sganciò delle bombe, alcune delle quali caddero male, non si sa come, finendo sul sottostante cimitero dei rotoli e disseppellendo i morti dalle tombe...
mg
Da piazza Bologni, bombardata anch'essa, i miei nonni, mia madre e i miei zii fuggirono per Bocca di Falco, dove dentro le gallerie del trenino che attraversava il costone roccioso si poteva avere un riparo sicuro. Ma, ben presto dovettero andar via anche da li perchè il gran numero di persone presenti, assieme ad animali da cortile (galline e pecore) e l'assoluta mancanza di acqua e servizi igienici rese l'ambiente invivibile. Ben presto un odore nauseabondo, pulci, zecche e pidocchi fecero la loro comparsa, rendendo impossibile la già difficile sopravvivenza. Giorni terribili!
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