mercoledì 30 ottobre 2013

UNA PIAZZA DA RICORDARE PER SEMPRE

Piazza Marina: per chi scrive, nato più o meno in quella zona, è un posto affascinante e ricco di mistero, di storie e leggende. Una grossa fetta di storia e cultura palermitana si è svolta proprio qui. Antichissimo luogo di incontri, di feste popolari e nobiliari, nonchè terribile posto in cui venivano mozzate teste e impiccati malfattori, piazza Marina ha origini molto antiche. Così definita già nel'500 per la vicinanza del mare, la piazza ha da sempre un fascino più o meno occulto agli occhi del visitatore o del turista. I suoi palazzi nobilari (tra cui il palazzo Galletti di Santamarina, il palazzo Notarbartolo e l'imponente Chiaramonte -Steri) fanno da cornice al giardino Garibaldi, che vide la luce verso il 1864, quando furono impiantati i famosi ficus che oggi sembrano veri e propri grattacieli di rami e fronde la cui manutenzione è notevolmente difficile.
E poi la seicentesca fontana del Garraffo, che sorveglia il corso Vittorio Emanuele da quando, circa 150 anni fa, fu qui portata dalla sua antica sede nella omonima piazzetta della Vucciria. E l'Hotel de France, l'Archivio di Stato, le chiese di S.Giovanni dei Napoletani, di s.Maria dei Miracoli, di S.Maria della Catena. Le antiche rotaie del tram, parzialmente visibili tutt'oggi, ci strizzano l'occhio da una Palermo della belle epoquè.
Tanti personaggi storici e non hanno transitato per la piazza. Ricordiamo i vicerè del 1500, la cui sede era a palazzo Chiaramonte, alcuni dei quali defenestrati o coinvolti in sommosse popolari. Poi i terrificanti monaci inquisitori che avevano nello stesso palazzo Chiaramonte la sede sel macabro tribunale e delle carceri tutt'ora dal fascino sinistro. Francesca La Sarda, famosa avvelenatrice del'600 che da un palco posto a un angolo della piazza lanciò una sciagurata maledizione verso il pubblico che assisteva alla sua esecuzione. E poi Joe Petrosino che alloggiò all'Hotel de France e cenò al Caffè Oreto durante il suo breve soggiorno palermitano, trovò la morte davanti all'inferriata del giardino Garibaldi. E tanti altri ancora, come i re borbonici o personaggi d'arte e letteratura. Le giornate del festino, ininterrottamente dal'600 a oggi. Piazza Marina è tutto questo...
Rendo un omaggio fotografico alla piazza che fu e che oggi versa in uno stato discutibile, per tanti problemi legati all'ambiente e all'incuria, soprattutto nostra, come a voler capovolgere tutta la storia che da qui è passata. Ma questa, si sa, è un'altra storia...
Palazzo Chiaramonte-Steri (c'è ancora l'orologio...)
Veduta da palazzo Steri
Fine'800
Giardino Garibaldi di cento anni fa (e oltre)
Fontana del Garraffo e corso Vitt.Emanuele
Primo Novecento
La chiesa della Catena, di fronte alla piazza
Primo Novecento e palazzo dell'ex Caffè Oreto
Antica stampa: il rialzo del terreno col palazzo della Zecca e Hotel de France
Primo Novecento: palazzo della Società di Navigazione

lunedì 14 ottobre 2013

UNA DOMENICA MATTINA TRA PONTI E MULINI

La nuova passeggiata del gruppo "Palermo nascosta" ha avuto uno scenario insolito rispetto a quelli abituali del centro storico. Si trattava, giusto per usare un termine più antico, di un percorso "fuori porta". La porta in questione era l'antica e non più esistente porta di Termini, da cui si snoda l'odierno corso dei Mille. La base di partenza per il nostro itinerario è stata il ponte dell'Ammiraglio, una costruzione d'epoca normanna (fu costruito attorno al 1125), ma che sfruttò maestranze arabe per la sua edificazione. Imponente come non mai, il ponte dell'Ammiraglio (che deve il suo nome a Giorgio d'Antiochia, comandante navale sotto re Ruggero) è lì da quasi mille anni e ci racconta una fetta di storia palermitana. Sotto i suoi archi ogivali scorreva il fiume Oreto, deviato intorno al 1840, sino alla sua definitiva ricollocazione una cinquantina di metri più in là, a partire dalle prime decadi del'900. 
Fu nel 1860, esattamente il 27 maggio, che il ponte passò definitivamente alla storia perchè sul suo lastricato passarono le truppe garibaldine che entravano a Palermo, scontrandosi furiosamente con le compagnie borboniche. Quel mattino, più che acqua, a scorrere fu il sangue.
Dalle storie del ponte si è poi passati alla chiesetta della Madonna del Carmelo, ovvero l'antica chiesa delle Anime e Corpi Decollati, la devozione verso la quale resiste fino a oggi. La chiesa odierna, acquisita dalla congregazione del Carmelo negli anni'50, sorge sui terreni che anticamente ospitavano la chiesetta delle Grazie (già Madonna del Fiume) e il piccolo cimitero dei giustiziati. Il cimitero venne distrutto alla fine dell'ottocento da una piena del fiume Oreto, che è lì accanto, e da allora in poi non fu più ricostruito. Restò un piccolo cippo all'angolo della via dei Decollati col corso dei Mille, che fu mèta di pellegrinaggi popolari. La devozione per le anime giustiziate fu un fenomeno popolare che accompagnò i palermitani per gran parte del'900, e in piccola parte, anche oggi. Venivano a chiedere grazie e intercessioni da tutta la città, con un rituale davvero particolare. Si andava il lunedì e il venerdì, percorrendo gli ultimi metri prima di arrivare al cippo, a piedi scalzi, poi si formulavano richieste e preghiere (ce ne sono di antiche e molto significative). Spesso le grazie si verificavano, altre volte no. Ma si sa, la devozione non è sempre corrisposta specie quando è sostituita da certi tipi di richieste.
L'ultima tappa di questo percorso si è svolta all'ex mulino Pecoraino-Virga, dove oggi c'è un istituto scolastico. Costruito nel 1893, il mulino, di proprietà allora dei Pecoraino, fu sede, con macchine a vapore all'avanguardia per l'epoca, di un enorme pastificio. Il titolare, Filippo Pecoraino, fu per vari decenni uno dei più illustri industriali e personaggi della belle epoque palermitana. Ma, ahimè, per le sue idee politiche, si scontrò col regime fascista, che nonostante i suoi agganci (Pecoraino era pure co-proprietario del giornale L'Ora), gli sequestrò a più riprese la fabbrica e altri beni. Il mulino passò poi definitivamente ai Virga che ne mantennero la proprietà sino agli anni ottanta. 
Il corso dei Mille è quindi una strada ricca di storia, di leggenda, di cultura e anche di attività commerciali. Oggi purtroppo, lo è molto, ma molto meno... 
Di seguito le foto dell'itinerario. Per chi non c'era e per chi volesse ripassare gli argomenti di cui si è discusso con grande serenità e interesse. Grazie a tutti gli intervenuti.
Il gruppo sul ponte dell'Ammiraglio
La lapide che ricorda i fatti garibaldini sul ponte
Alla chiesa del Carmelo (ex Anime e Corpi Decollati)
Il cippo tutt'ora meta di devozione popolare
L'ex mulino Pecoraino-Virga
E per finire... i resti del fiume Oreto nella zona del ponte