[ANEDDOTI] Tra le ronde in camicia nera che gironzolavano nel centro storico nel ventennio, c'erano dei ragazzotti a cui, messa una divisa addosso, bastava niente per sentirsi veri e propri padreterni. Nella zona di corso Vittorio Emanuele/piazza Marina, uno di questi giovanotti ha lasciato un ricordo duraturo : tale Giovanni, chiamato fin da piccolo "Giannino". Un ragazzino cicciotello e ingenuo, un sempliciotto insomma. Memorie antiche, ed aneddoto, penso, gustoso, che si va ad aggiungere alla collezione di fatti e personaggi presenti in questo blog...
All'inizio degli anni'30, Giannino entrò a far parte, come tanti suoi coetanei, delle pattuglie della gioventù fascista che facevano vigilanza... E, come dicevo prima, messagli addosso la camicia nera, due mostrine e un fez, la sua ingenuità, fino ad allora, benvoluta dal suo quartiere, si mutò in arroganza ed altro... Furono innumerevoli gli esempi di comportamento sgradito, che lo fecero diventare, per un periodo, la persona più odiata di quelle zone. Dall'entrare in bar e negozi di generi alimentari assieme ad altri in divisa come lui e non pagare il conto, a "molestare" persone innocue per futili motivi, o imporre la sua presenza, anche se non gradita, in negozi ed altro. Famoso fu un inseguimento sotto la pioggia a tale Gino (n.d.r. un fratello di mio nonno), reo di aver esposto sulla giacca un fazzoletto rosso che usciva dal taschino... Giannino era di mole abbastanza rotonda, e lo smilzo Gino riuscì a seminarlo, mentre lui si ritrovò in via Chiavettieri a "culo a terra", e con la camicia nera inzuppata di fango, tra le risate generali...
Oppure in un'altra occasione, entrato in un bar proprio mentre si svolgevano i mondiali di calcio del'34, chiese al capannello di persone attorno ad una vecchia radio, cosa stesse facendo l'Italia... Nessuno aveva voglia di rispondere, non avendo simpatia per Giannino, poi dopo l'insistenza nervosa del fascistello, qualcuno rispose : "Vince 1-0"... Giannino allora, curioso, chiese : "Chi ha segnato ?" Anche stavolta nessuno aveva desiderio di esaudire la sua richiesta, allora il titolare del bar, un pò scocciato, rispose : "Combi...Combi... Ha segnato Combi!" (n.d.r. Combi era il portiere dell'Italia, quindi difficilmente avrebbe potuto fare gol) Al che Giannino, che sapeva un pò di calcio, si sentì preso in giro e minacciò di far arrestare il proprietario del bar per insulto alla divisa... Ci vollero ore di convinzione, per fargli capire che il proprietario non capiva nulla di calcio ed aveva sparato a caso uno dei nomi che sentiva menzionare...
Solo che Giannino se la legò al dito, e a nulla valsero i tentativi di persone presenti all'accaduto di farlo desistere. Addirittura qualcuno andò a parlare coi suoi genitori, per cercare di evitare multe e controlli quotidiani al bar, che però puntualmente arrivarono, oltre alle visite frequenti di gruppi di giovanottini in divisa nera che consumavano a sbafo... Somma questo a tanti altri atteggiamenti, per Giannino arrivò l'ora di pagare il conto. Stuzzicato per strada da qualcuno, iniziò un inseguimento, manganello alla mano, per tutta piazza Marina... Quando l'inseguito si addentrò alla Vucciria, si rifugiò dentro un portone nell'angusta via Frangiai per seminare Giannino, il quale, restò un attimo disorientato... Poi un ragazzino gli fece segnale che il tipo era entrato in un certo portone... Allora Giannino, soddisfatto, entrò anch'egli... Mai fece cosa più sbagliata : era una trappola... Il portone si chiuse alle sue spalle e 5 o 6 "picciuttunazzi" gli fecero la cosiddetta "boccia" e lo gonfiarono di botte per mezz'ora di seguito...
Pesto e sanguinante, Giannino non meditò vendetta, forse perchè si rese conto, mentre si leccava le ferite, che quella era la fine della sua carriera di giovane fascista... Avrebbe potuto chiamare rinforzi in camicia nera e farla pagare a chi lo aveva malmenato, gente che magari conosceva pure, ma non lo fece...
Infatti sparì dalla circolazione, e si seppe, tempo dopo, che si era trasferito con la famiglia, in un'altra città... Ogni tanto tra le persone di quel quartiere si sentiva dire : "Ma chi fini fici Giannino ?" Notizie vaghe lo davano anni dopo in guerra, o addirittura in carcere perchè si diceva che fosse passato politicamente sull'altra sponda. Da quel momento, però, nessuno lo rivide e non se ne sentì parlare più.
Restò solo il ricordo di quel giovanotto panciuto e un pò stupido, col fez in testa...
POST IN INGLESE
Between the young boys dressed in black shirt, that hung in Palermo’s center in the 30s, there were boys who, having a uniform on, it was enough for them to feel as God.
In the area of Corso Vittorio Emanuele / Piazza Marina, one of these young kids have left a lasting impression: Gianni, as a child called "Giannino." A fat and a little stupid boy. Old tales and memories, I think, tasty, which are in addition to the collection of facts and figures on this blog ...
In the early '30s, Giannino, like many of his friends, joined the fascist youth who gave their service as volunteer vigilantes ... And, as I said before, wearing a black shirt, two badges and a fez cap, his ingenuity, until then, well-liked by his neighborhood, turned to arrogance and more ... There were countless examples of unwelcome behavior, making of him, for a period, the most hated person in those areas. From entering bars and grocery stores along with others like him in uniform and not pay the bill, to "stalk" harmless people for petty reasons, or to impose its presence, though not welcome in shops and more. Famous was a chase in the rain that Gino (ed. a brother of my grandfather), guilty of having exposed on the jacket a red handkerchief out of his pocket ... Giannino was pretty fat, and the thin Gino managed to escape, so the fascist found himself "ass to the ground" in via Chiavettieri, with the black shirt soaked with mud, among the general laughter ...
Or on another occasion, joined in a bar just as the World Cup took place in 1934, asking people to huddle around an old radio, what Italy team was doing ... No one wanted to answer, having no sympathy for Giannino, then at the insistence of the nervous fascist, someone said: "Italy wins 1-0" ... Giannino then, curious, asked: "Who scored?" Again, no one had the desire to fulfill your request, then the owner of the bar, a little annoyed, replied: "... Combi… Combi ... He scored!" (Ed. Combi was the goalkeeper, and could hardly get a goal) At that Giannino, who knew a little bit of football, he felt mocked and threatened to arrest the owner of the bar... It took hours of persuasion, to make them understand that the owner did not understand anything about football and had a shot when he heard mention of the names of the players ... Only if that Giannino didn’t forget that, and to no avail attempts to make him desist people in the incident. Even someone went to talk to his parents, to try to avoid his daily presence in the the bar, sometimes not alone but with other young fascists in black uniforms who consumed a free ride ... Add this to many other attitudes, for Giannino was time now to pay the bill. Teased by someone on the street, began a chase, baton in hand, for the entire piazza Marina ... When the escaper came into the Vucciria zone, took refuge in a doorway in via Frangiai Giannino, who stood bewildered for a moment ... Then a boy gave him the signal that the man has entered in a door ...
Giannino then, satisfied, went too ... And did the wrong thing : it was a trap ... The door closed behind him and 5 or 6 angry boys punched him for half an hour ...
Bruised and bleeding, Giannino not meditated revenge, perhaps because he realized, while he licked his wounds, that was the end of his career as a young fascist ... He could call for backup in black shirt and get back at those who mistreated him, people who perhaps knew well, but he did not ...
In fact he totally disappeared, and it was known, later, who had moved with his family in another city ... Lot of people of that neighborhood just wondered: "Where is Giannino?" News vague gave him years later at war, or even in jail because it was said that he politically left fascism and went on the other side. Since then, however, no one saw him again and never heard of him anymore.
It remained only the memory of that young kid , a little paunchy stupid, with a fez on his head ...
Solo che Giannino se la legò al dito, e a nulla valsero i tentativi di persone presenti all'accaduto di farlo desistere. Addirittura qualcuno andò a parlare coi suoi genitori, per cercare di evitare multe e controlli quotidiani al bar, che però puntualmente arrivarono, oltre alle visite frequenti di gruppi di giovanottini in divisa nera che consumavano a sbafo... Somma questo a tanti altri atteggiamenti, per Giannino arrivò l'ora di pagare il conto. Stuzzicato per strada da qualcuno, iniziò un inseguimento, manganello alla mano, per tutta piazza Marina... Quando l'inseguito si addentrò alla Vucciria, si rifugiò dentro un portone nell'angusta via Frangiai per seminare Giannino, il quale, restò un attimo disorientato... Poi un ragazzino gli fece segnale che il tipo era entrato in un certo portone... Allora Giannino, soddisfatto, entrò anch'egli... Mai fece cosa più sbagliata : era una trappola... Il portone si chiuse alle sue spalle e 5 o 6 "picciuttunazzi" gli fecero la cosiddetta "boccia" e lo gonfiarono di botte per mezz'ora di seguito...
Pesto e sanguinante, Giannino non meditò vendetta, forse perchè si rese conto, mentre si leccava le ferite, che quella era la fine della sua carriera di giovane fascista... Avrebbe potuto chiamare rinforzi in camicia nera e farla pagare a chi lo aveva malmenato, gente che magari conosceva pure, ma non lo fece...
Infatti sparì dalla circolazione, e si seppe, tempo dopo, che si era trasferito con la famiglia, in un'altra città... Ogni tanto tra le persone di quel quartiere si sentiva dire : "Ma chi fini fici Giannino ?" Notizie vaghe lo davano anni dopo in guerra, o addirittura in carcere perchè si diceva che fosse passato politicamente sull'altra sponda. Da quel momento, però, nessuno lo rivide e non se ne sentì parlare più.
Restò solo il ricordo di quel giovanotto panciuto e un pò stupido, col fez in testa...
Particolare di Palazzo Riso (ex Palazzo del Fascio) |
GIANNINO,THE YOUNG FASCIST
In the area of Corso Vittorio Emanuele / Piazza Marina, one of these young kids have left a lasting impression: Gianni, as a child called "Giannino." A fat and a little stupid boy. Old tales and memories, I think, tasty, which are in addition to the collection of facts and figures on this blog ...
In the early '30s, Giannino, like many of his friends, joined the fascist youth who gave their service as volunteer vigilantes ... And, as I said before, wearing a black shirt, two badges and a fez cap, his ingenuity, until then, well-liked by his neighborhood, turned to arrogance and more ... There were countless examples of unwelcome behavior, making of him, for a period, the most hated person in those areas. From entering bars and grocery stores along with others like him in uniform and not pay the bill, to "stalk" harmless people for petty reasons, or to impose its presence, though not welcome in shops and more. Famous was a chase in the rain that Gino (ed. a brother of my grandfather), guilty of having exposed on the jacket a red handkerchief out of his pocket ... Giannino was pretty fat, and the thin Gino managed to escape, so the fascist found himself "ass to the ground" in via Chiavettieri, with the black shirt soaked with mud, among the general laughter ...
Or on another occasion, joined in a bar just as the World Cup took place in 1934, asking people to huddle around an old radio, what Italy team was doing ... No one wanted to answer, having no sympathy for Giannino, then at the insistence of the nervous fascist, someone said: "Italy wins 1-0" ... Giannino then, curious, asked: "Who scored?" Again, no one had the desire to fulfill your request, then the owner of the bar, a little annoyed, replied: "... Combi… Combi ... He scored!" (Ed. Combi was the goalkeeper, and could hardly get a goal) At that Giannino, who knew a little bit of football, he felt mocked and threatened to arrest the owner of the bar... It took hours of persuasion, to make them understand that the owner did not understand anything about football and had a shot when he heard mention of the names of the players ... Only if that Giannino didn’t forget that, and to no avail attempts to make him desist people in the incident. Even someone went to talk to his parents, to try to avoid his daily presence in the the bar, sometimes not alone but with other young fascists in black uniforms who consumed a free ride ... Add this to many other attitudes, for Giannino was time now to pay the bill. Teased by someone on the street, began a chase, baton in hand, for the entire piazza Marina ... When the escaper came into the Vucciria zone, took refuge in a doorway in via Frangiai Giannino, who stood bewildered for a moment ... Then a boy gave him the signal that the man has entered in a door ...
Giannino then, satisfied, went too ... And did the wrong thing : it was a trap ... The door closed behind him and 5 or 6 angry boys punched him for half an hour ...
Bruised and bleeding, Giannino not meditated revenge, perhaps because he realized, while he licked his wounds, that was the end of his career as a young fascist ... He could call for backup in black shirt and get back at those who mistreated him, people who perhaps knew well, but he did not ...
In fact he totally disappeared, and it was known, later, who had moved with his family in another city ... Lot of people of that neighborhood just wondered: "Where is Giannino?" News vague gave him years later at war, or even in jail because it was said that he politically left fascism and went on the other side. Since then, however, no one saw him again and never heard of him anymore.
It remained only the memory of that young kid , a little paunchy stupid, with a fez on his head ...
Divertente e allo stesso tempo amaro.Un pò come molti articoli di questo interessantissimo blog.Complimenti!
RispondiEliminaSicuramente è divertente immaginare certe scene, ma come dici giustamente tu, è una storiella molto amara, per la sua conclusione ed anche per l'arroganza del protagonista che da probabile "bonaccione" di quartiere, divenne un antipatico di prima categoria... Ce ne sono anche adesso personaggi così, per fortuna con camicie di colore diverso...
RispondiEliminaNon bisogna considerare l'articolo di se per se aneddotico,ma un esempio emblematico,di quanto si poteva patire in quel periodo vuoto e nel contempo preno di violenze morali e fisiche, tipiche dell'antico regime .
RispondiEliminaIl personaggio "Giannino",sintetizza la figura di tanti Giannini che nacquero nel periodo,ma che non esprime la totalita' degli inquadrati nel regime,piu' o meno impegnati politicamente !
Giannino,era il personaggio definito alla palermitana, un,"Nenti 'miscastu cu nenti" ed,il suo maggior guaio fu travestirlo con fez e camicia nera . Il regime,molto attento nella esteriorità costrigeva all'esilio le migliori menti o per quelle piu' coraggiose vestire la camicia nera ,contiuando a svolgere la propria vita come se nulla fosse,proseguendo seriamente la propria missione , e ne posso menzionare un esempio vissuto nella mia famiglia.
Il personaggio di cui parlero',gia'menzionato di sfuggita in un precedente mio articolo(Fantasmi,coltelli,fantasmi ....) é il mio prozio Ignazio Rabboni,chirurgo e neurologo di fama,direttore del manicomio di Palermo e di Villa Stagno.
Di origini ebreaiche,lo stesso cognome le dimostrano,avendo avuto sentore sulle leggi raziali in fase di emissione da parte del Fascio,corse al riparo,si iscrisse al partito ed
acquisto' il titolo di "Primo Seniore del Fascio",grado corrispondente nell'esercito a Tenente Colonnello .
In tal modo, poté garantire per se e la propria famiglia l'immunita' e forse pure la vita.
Fu un doppiogiochista di rara intelligenza,perche'riceveva nascostamente,
nella sua casa in vicolo Castelnuovo,e gratuitamente tutti coloro che erano stati "ammartucati" dai fascisti,e come si suol dire li risistemava e "arripizzava" come Dio comandava .
Questo fu cio'che poté fare per lenire i danni prodottti da coloro i quali vestirono una camicia nera ma nel modo piu' ignobile, come i vari "Giannini".
A proposito,di "Giannino" mentre questi imperversava,il mio prozio Medico e Seniore, un po' strampallato perche' visse per anni fra i pazzi,scenedendo alla Vucciria,poteva scegliere la carne da acquistare ,indicando il "tocco con la canna" , senza indossare la camicia nera!
Non aveva bisogno del fez,per permettersi di usare la canna(provaci oggi,se ne hai gli attributi !!!),bastava che lo si conoscesse come il gentiluomo quale era !!!
Ti ringrazio Fabio,per avermi dato la possibilita' di scatenare le reminiscenze nascoste nel cassetto dei ricordi .
Grazie a te del contributo anche su questo post... A tale proposito invito tutti i lettori assidui e chi ci segue anche solo saltuariamente, ad aprire pure i loro cassetti della memoria, in modo da fornirci aneddoti e spunti per nuovi post...
RispondiEliminaSono Vanda Venturella ed ho apprezzato tanto l'articolo,che nel contempo mi ha dato spunto di ricordare quanto accaduto al mio papa'durante il periodo fascista .
RispondiEliminaIl mio papa',Giuseppe nato nel 1913, cresciuto in pieno del regime,negli anni 30, era un bravissimo studente liceale,ma non fu tanto perspicace nel recepire come "dovevano" andare le cose in quel periodo . Disdegnava tutto cio' che fosse scenografico e plateale,
ed in special modo quando si trattava delle
esteriorita' fasciste .
Le sue idee si rafforzarono,dopo un evento negativo di cui fu oggetto.
Mentre era al cinema,per godersi tranquillamente un film,durante il cinegiormale,comparve l'immagine del Duce fonda_
tore dell'Impero,tutti attorno a lui si alzarono
salutandolo romanamente,solo egli resto' seduto
senza salutare !
Disgrazia per lui,si era ritrovato nel bel mezzo di un manipolo di "Giannini in camicia nera",che provvidero ad assestargli una ricca
scaricata di botte !!!
Ma secondo Voi la lezione basto' a mio padre
Beppe ? neanche per sogno !!
Rischio' di non laurearsi,proprio il giorno dell'esame di Laurea !
Si era presentato nell'Aula Magna di Medicina, col suo elegante vestito,ma senza la camicia nera di prassi !
Il Presidente della Commissione,sospese l'esame
prima di iniziare la dissertazione,obbligandolo
alla consona vestizione !!!
Ma per un amore mille pene ! non so come fosse
avvenuto! ma istantaneamente comparve una camicia nera,forse fuori misura,mal volentieri la vestì,comunque fu il suo lasciapassare per la laurea .
Un bel 110 con lode,valeva pur una camicia nera.
Grazie a Fabio per avermi dato la possibilita'di
rammentare un aneddoto su mio padre !
ed a Federico che mi ha convinta di buttare giu'
queste quattro righe .
Saluti Vanda
interessante..
RispondiEliminaI miei nonni abitavano in via Bottai,esattamente tra piazza Marina e la Vucciria,e mi raccontavano di un gruppo di giovani "vigilantes" fascisti che facevano il bello e il cattivo tempo in quella zona.Chissà se Giannino era proprio uno di questi,ma a sto punto penso di si.Ho conosciuto il Blog per caso,complimenti per il bel lavoro che svolgi! -ROSARIO
RispondiEliminaGrazie Vanda,bellissimo aneddoto anche il tuo, inerente di certo al post di Giannino...
RispondiEliminaPer Rosario dico solo che a volte il "mondo è piccolo"... Chissà se i tuoi nonni non abbiano conosciuto Giannino e ti parlavano proprio di lui e del gruppetto di fascistelli di quella zona... Ciao!
Post bello ed interessante allo stesso modo.Mi permetto un consiglio : corredate di più foto i vari articoli.Anche se viene dato più spazio,giustamente,a ciò che deve essere letto,qualche foto in più non sarebbe male.Non è una critica,ma solo un suggerimento.Grazie e complimenti.
RispondiEliminaAmo queste storie legate al ventennio fascista e alla guerra perchè mi ricordano i miei nonni e le loro vicissitudini,così come l'altro articolo sulla bimba e i tedeschi.Grazie dello spaccato di vita che proponi.Ciao! MARIA.
RispondiEliminaTutti questi"giannini" divennero devoti democristiani dopo la guerra...
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