[STORIE] Carmelo abitava in via Cassari, a primo piano, quasi all’incrocio con via Chiavettieri. All’epoca dell’alluvione aveva circa 50 anni. Lavorava in un ufficio i cui locali erano nei pressi di piazza Marina. Doveva perciò percorrere poche decine di metri per andare al lavoro. Tornando a casa quel giorno, mentre avanzava cautamente con l'ombrello sotto il diluvio, vide la zona trasformata in lago ed il fango che si trascinava via tutte cose, comprese persone. Il problema è che erano saltate alcune delle famose “balate” della Vucciria e dal sottosuolo l’acqua usciva fuori a torrenti, che la pioggia battente ingrossava a dismisura. Preso dal panico, nel vedere la gente dei piani bassi che gridava per la paura dell’acqua che saliva vertiginosamente, nel timore che fosse successo danno a casa sua, iniziò a correre e non si accorse che per lo strato d’acqua, sotto i suoi piedi si era creata una sorta di voragine per via delle balate sradicate dalla pioggia… Carmelo vi cadde dentro e fu inghiottito dal fango e dai detriti. Molti si lanciarono nel punto in cui Carmelo era stato coperto dall'acqua, ma caddero pure questi, e se la cavarono nuotando e con molta paura. Lui purtroppo non riuscì a tirarsi fuori da solo, e morì annegato, nonostante i disperati tentativi di soccorso di altri passanti e le grida strazianti della moglie che assistette impotente dalla finestra di casa. Solo al cessare della pioggia, il suo cadavere venne tirato fuori...
Questa è solo una delle tragedie che si verificò in quei terribili due giorni di pioggia, tra il 21 e il 23 Febbraio del 1931… Preceduta da una violenta ed inattesa ondata di scirocco, su Palermo si scatenò la pioggia per quasi 50 ore di seguito, senza cessare nemmeno un secondo. La violenza del temporale causò lo straripamento dei corsi d’acqua cittadini e non (l’Oreto su tutti), nonché frane e smottamenti. L’acqua in alcuni punti del centro storico, tipo la via Venezia o la piazza S.Onofrio, arrivò quasi al secondo piano dei palazzi, anche a causa del dislivello di queste zone rispetto ad altre…
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Piazza S.Onofrio il giorno dopo l'alluvione |
La gru del palazzo delle Poste, che era ancora in costruzione, cadde per il forte vento sul palazzo di fronte, in via Roma… Qualche decina di morti e centinaia di feriti, anche qualche disperso… Non era un bollettino di guerra che segue una battaglia, ma il bilancio di quei due giorni, rimasti indelebili nella memoria di chi c’era e di chi mi ha narrato del povero Carmelo…
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Via Papireto |
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Via Venezia |
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La gru del palazzo delle Poste in via Roma |
Sulla grande alluvione ho sentito molti racconti dal grande storico palermitano Fulvio Buccheri. Per esempio mi ha raccontato che l'acqua aveva completamente allagato il Teatro Massimo; in particolare tutti i pali sotto il palcoscenico hanno ceduto facendolo crollare.
RispondiEliminaL'acqua a Palermo è sempre stata amica o nemica.
RispondiEliminaQueste storie aiutano a comprendere l'anima di Palermo, un'anima ribelle, contorta,combattiva e anche accondiscendente.
Splendide le foto a corredo del post.
Legegrò qualcosa sullo storico Fulvio Buccheri..
Gli antichi corso d'acqua del papireto e del Kemonia esondarono dai canali in cui nel xvi secolo erano stati regimentati.
RispondiEliminaLa via Maqueda, strada nuova realizzata a partire da 1600, passa alta sui due alvei e con l'esondazione si trasformò in una diga, portando l'altezza dell'acqua a quote significative in particolare nella zona di piazza S.Onofrio.
La pressione del papireto, portò allo svellimento della volta di calcarenite del canale in più punti, in particolare nei tratti più vicici al recapito a mare alla Cala.
La via Cassari copre il canale nel suo ultimo tratto e la cronaca della morte oggi raccontata ne da conferma
Bel post e belle immagini! Bravo fab! =)
RispondiEliminaFabrizio
bellissime le foto...mai viste.
RispondiEliminaUn bella escursione storica,mia madre mi raccontava,che ai tempi stava in via Cuba,nell'occasione si ritrovava nell'omnibus a cavalli del Maria Adelaide,tanta fu la furia dell'acqua che scendeva da Corso Calatafimi,questo si ritrovo' oltre l'istituto, fermandosi in Piazza Indipendenza,dove la portata dell'acqua era notevolmente diminuita !!!
RispondiEliminaPost molto interessante !!!
Le foto dell'alluvione anche se le conoscevo già,sono davvero scioccanti.Facendo un paragone non molto appropriato,mi viene in mente Mondello dopo un qualsiasi temporale.Anche lì a volte si sfiora la tragedia,ma per altri motivi.
RispondiEliminaSapevo di questa alluvione che colpì la nostra città,ma non a tal punto.....si era consumato questo dramma.....:(
RispondiEliminaCome ho detto in altra sede,è purtroppo un argomento d'attualità... Una zia di mia madre, che fu testimone dell'accaduto, lo ricorda come un giorno peggiore di tanti vissuti, anni dopo, sotto i bombardamenti...
RispondiEliminaLeggendo questa storia mi viene naturale rivolgere la mia solidarietà agli abitanti delle "Cinque Terre"....ho visto al TG la stessa scena di cui tu racconti accaduta a Carmelo (dentro una voragine) mentre il genovese è finito sotto una macchina ....lui un pò più fortunato ( è stato tirato fuori dai soccorritori).Quando la natura si ribella l'uomo ha solo da spaventarsi.
RispondiEliminaNora