lunedì 11 luglio 2011

TRACCE DI BOMBARDAMENTI BORBONICI ?...In Corso Vittorio Emanuele

[STORIE] La sera del 27 Maggio 1860, con Garibaldi che in pratica ha già preso possesso della città di Palermo, i borbonici danno ordine di bombardare la zona in cui sono radunate la maggior parte delle schiere garibaldine, cioè verso Piazza Pretoria e dintorni. Per ordine del Gen.Lanza inizia un bombardamento quasi ininterrotto per tre giorni dal castello a mare (zona piazza XIII Vittime) e da alcune navi che sono attraccate in quella zona, che però avrà come risultato solo la distruzione di interi quartieri, e circa 600 vittime tra i civili. Nessun garibaldino infatti verrà colpito. Alcune delle bombe esplodono in Corso Vittorio Emanuele e radono al suolo il monastero di S.Caterina, di fronte la chiesa di S.Matteo.
Confrontando una foto fatta dopo il 29 Maggio 1860, data dell'armistizio, con alcune scattate da me, mi pare che il muro del monastero sia ancora nelle condizioni di quei lontani giorni. La costruzione accanto, moderna, è una palazzina bassa, circa due piani, per cui il muro dell'antico monastero, che è più alto, è ancora bene in evidenza... La differenza tra le due costruzioni è evidente, direi quasi un pugno nell'occhio. Tutto ciò ha grande fascino, ma ci si lamentava delle macerie della seconda guerra mondiale...
Poi però, pensandoci bene, in fondo sono passati solo 151 anni...

1860 - Il monastero di S.Caterina distrutto (Foto E.Sevaistre)
Foto odierna
Particolare del muro bombardato

PALERMO NASCOSTA è ora anche su Facebook.Unisciti al nostro gruppo.Clicca qui


8 commenti:

  1. La foto in alto fu scattata il 29 Maggio 1860, (giorno in cui si decise di attuare un armistizio tra garibaldini e borbonici), dal fotografo francese Eugene Sevastre, che era a Palermo e può essere definito uno dei primi reporter dalle zone di guerra. Le immagini scattate dal Sevastre sono di distruzione e desolazione, ma ricche di fascino...

    RispondiElimina
  2. Bene, parlare "SOLO" di testimonianze del bombardamento effettivamente visibili mi risulta difficoltoso,poiche' poche ne restano!!!

    Notevoli furono i danni su edifici di valore artistico e storico ed in special modo sull'asse del Cassaro .

    Delle loggie/vedute del convento di Santa Caterina,il primo relatore ha dissertato in modo encomiabile.
    Faro' un breve escurso nel merito di tre edifici pesantemente danneggiati ed ormai restaurati.

    Sempre sul Corso Vittorio Emanuale,il palazzo seicentesco Filangeri La Farina di Cuto',al civico 474,fu demolito sul lato sinistro (vista frontale a destra) e prontamente restaurato nelle forme originarie.
    L'immagine(12) di Sevrastre è esatta, ma la classificazione errata (palais Carini e non palais Cuto') .

    Il palazzo Carini(XVII secolo) ,dei principi La Grua e Branciforti,posto al civico 456,ora libreria delle Suore Paoline,fu quasi totalmente distrutto e se ne salvo' la facciata,appresso restaurata in forme tardo ottocentesche con la struttura retrostante ricostruita in toto fra gli anni 60 e 70 del secolo scorso .

    Piu' travagliato fu il ripristino della Cappella di Santa Maria l'Incoronata,del XI secolo ,restaurata in parte mantenendo scoperta la loggia sul fronte di via Bonello e via Incoronazione .
    Il restauro attuato tardivamente ha garantito,comunque, il mantenimento in vita di una struttura storica di grande valore architettonico .

    Non voglio dilungarmi con altre argomentazioni ,avendo intensione di postare quanto prima altre note inerenti al tema.

    RispondiElimina
  3. Mi sono precedentemente interessato dei danneggiamenti sul Cassaro Alto, su via Bonello(ex Strada Coperta) e su via Incoronazione ed ora parlero' (brevemente per non tediare il lettore),di quanto avvenuto sul versante piazza Sett'Angeli .
    Qui,le cicatrici non sono rintracciabili, infatti, i danni prodotti al Duomo ,sono stati risanati ed egualamente fu fatto per il Convento di Santa Maria dell'Uliveto(Badia Nuova),di cui si puo'ammirare lo splendido frontale salvato dall'incendio e dai crolli .

    Altro destino ebbe il Convento di Sett'Angeli,che al tempo fu in buona parte salvato da un gruppo garibaldino, onorevolmente menzionato dalla Badessa di famiglia Fatta .
    Tale gruppo,comandato dai fratelli Invernizzi,oltre che difendere la barricata su via Simone Bologna,domo' l'incendio, salvando parte dei beni mobili e 46 fra monache ed educande .
    Infine,il destino dell'edificio fu segnato nel 1913,in cui l'immobile fu raso al suolo ed al suo posto vi fu edificato l'Istituto scolastico TURRISI COLONNA,ora LICEO CLASSICO VITTORIO EMANUELE II°,che ha inglobato anche parte del palazzo Mango.

    RispondiElimina
  4. Ecco una cosa che non sapevo... Cioè che il Liceo Vitt.Emanuele II, da me frequentato negli anni dell'adolescenza, è stato protagonista di quei terribili giorni di cui si parla in questo post.. Grazie a Federico per i suoi interventi su questo blog, autorevoli e pure ottimamente esposti... Ciao !

    RispondiElimina
  5. Se fosse davvero così,come dici tu,cioè che ci sono tracce vive dei bombardamenti borbonici,non mi stupirei affatto.In effetti osservando le foto odierne e paragonandole a quella di Sevaistre,pare che sia proprio così.Osservazione acuta e sicuramente degna di un approfondimento.Complimenti a chi ha fatto questa "scoperta",e a tutto il blog in generale.Bravo Fab,ottimo lavoro!

    RispondiElimina
  6. Mi sembra una osservazione davvero interessante, ed in effetti il muro da te fotografato può essere quello rimasto rotto dalle cannonate borboniche.Che aggiungere?Spunto interessantissimo e che comunque meriterebbe maggiore approfondimento. MARIA.

    RispondiElimina
  7. Salve,volevo informarvi che sono in possesso di cartoline degli anni 30 che mostrano S.Caterina completamente ricostruita,per cui penso che sia semplicemente un caso,l'edificio e' stato bombardato 2 volte,nel 1860,e nel 1943,tutto qui...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buongiorno, sono interessatissima all'argomento. Mi farebbe cosa estremamente gradita permettermi di vedere la foto degli anni trenta relativa al S.Caterina, in suo possesso. Se non desidera pubblicarla, sarei felice di incontrarla.

      Elimina