[MISTERI] Il famoso caso della Baronessa di Carini, è stato l'anno scorso, 2010, al centro di una nuova indagine. Infatti la soluzione del mistero è stata affidata ad un team di criminologi ed esperti in casi irrisolti del passato. Per rispondere a qualche domanda che era stata posta su questo argomento, tanto caro a molti palermitani e non, pubblico quanto segue, così come trovato, premettendo per chi non lo sapesse, che anche se il caso non è inerente come location alla città di Palermo, ma ad un paese molto vicino come Carini, i personaggi coinvolti sono tutti palermitani, e tutto venne "deciso" a Palermo, così come confermato da chi ha svolto queste indagini lo scorso anno :
<<Baronessa di Carini : Il giallo svelato dopo 447 anni>>
Uccisa per i soldi : il delitto d'onore fu una messinscena ?
Sarà che oggi vanno di moda i «cold cases», i casi freddi, ma risolvere un delitto dopo 447 anni è una bella scommessa anche per il più tosto degli investigatori. E per la più sofisticata apparecchiatura scientifica. Una sfida che parte da Carini, il paese a pochi chilometri da Palermo dove il 4 dicembre 1563 la baronessa Laura Lanza (secondo la ricostruzione ufficiale) venne trovata a letto con l'amante Ludovico Vernagallo e assassinata dal padre Cesare nella stanza del castello che ancora domina l'abitato.
Un delitto d'onore (reso celebre nel 1975 da uno sceneggiato della Rai), confessato dall'assassino in una lettera al re di Spagna conservata nella chiesa madre del paese.
L'anno scorso, il sindaco G.La Fata ha deciso di riaprire le indagini, affidandosi a un team di criminologi di fama internazionale. Dal 22 al 25 marzo del 2010, gli investigatori dell'Icaa (International Crime Analysis Association), tra i quali l'esperto Marco Strano, hanno lavorato per risolvere il giallo.
Ma quali sono i misteri da svelare? Di sicuro il ruolo del marito della donna, il barone di Carini Vincenzo La Grua, scagionato dal suocero, sebbene presente al momento del delitto. Una ricostruzione che potrebbe essere motivata dal fatto che al padre dell'adultera era consentito uccidere la figlia e il suo uomo, se beccati sul fatto. Al marito, invece, solo il diritto di uccidere il rivale, ma non la moglie.
I diaristi del tempo, intimoriti dell'importanza delle famiglie, accennano al caso soltanto di sfuggita (n.d.r. Cesare Lanza era uno dei personaggi più in vista di Palermo, avendo ricoperto autorevoli cariche pubbliche, come quella di pretore. Inoltre apparteneva a quella ristretta cerchia di persone importanti ed influenti che facevano il bello ed il cattivo tempo nella Palermo del'500).
L'indagine prevedeva l'apertura della cripta del duomo di Carini dove probabilmente, vi sono i resti dei due amanti. Sono stati rintracciati alcuni eredi della famiglia Vernagallo, sottoposti a test del DNA per poterli comparare con i resti che presumibilmente saranno ritrovati. Inoltre, grazie a sofisticate tecniche di computer grafica, sarà analizzato il percorso del castello così com'era nel'500, un pò diverso da oggi (la stanza del delitto era in'ala del maniero che tanti fa è crollata). Anche documenti cartacei, tra cui pare qualche inedito, sono stati analizzati per capire la vicenda...
L'indagine prevedeva l'apertura della cripta del duomo di Carini dove probabilmente, vi sono i resti dei due amanti. Sono stati rintracciati alcuni eredi della famiglia Vernagallo, sottoposti a test del DNA per poterli comparare con i resti che presumibilmente saranno ritrovati. Inoltre, grazie a sofisticate tecniche di computer grafica, sarà analizzato il percorso del castello così com'era nel'500, un pò diverso da oggi (la stanza del delitto era in'ala del maniero che tanti fa è crollata). Anche documenti cartacei, tra cui pare qualche inedito, sono stati analizzati per capire la vicenda...
Ma la tradizione popolare ha dato vita nei secoli a quattrocento versioni di un poemetto su cui si sono scervellati storici, demologi, studiosi del folklore per districare la verità dalla leggenda.
A complicare le cose ci si sono messe le ricerche dello storico Calogero Pinnavaia. Secondo lui, non di delitto d'onore si trattò ma di un litigio per ragioni economiche sfociato nel sangue. Che Laura e Ludovico fossero «serrati insieme» nella camera, come racconta il padre di lei nella lettera-confessione al re, non avrebbe scandalizzato nessuno, perché i due stavano insieme da quattordici anni e avevano avuto la bellezza di otto bambini, con il placet del marito di lei che, secondo lo studioso, non poteva avere figli.
«Il marito della baronessa, don Vincenzo La Grua -ricostruisce Pinnavaia- aveva interesse a risparmiare il rivale perché, secondo la Lex Iulia, avrebbe avuto diritto a metà del patrimonio dell'amante». Quanto al padre, Cesare Lanza, avrebbe potuto mettere le mani sulla dote della figlia. Fatto sta che il vicerè di Sicilia, il 2 febbraio del 1564, informa la Corte di Spagna che qualcosa non torna nella vicenda e accusa di falsità il difensore dei due.
La storia del delitto d'onore, insomma, sarebbe stata tirata fuori per dare una copertura per così dire etica e soprattutto giuridica al pasticciaccio. Cesare Lanza riebbe i suoi beni e dopo dieci anni, morta la prima moglie, si risposò ed ebbe nove figli. Quanto a Vincenzo La Grua, diseredò i bambini avuti sulla carta da Laura Lanza e convolò a nuove nozze il 4 maggio 1565, dopo avere fatto incidere davanti all'ingresso del castello la scritta «ET NOVA SINT OMNIA». E tutto sia nuovo... La soluzione di questo giallo cinquecentesco forse è vicina, ma indagini o non, è difficile stabilire la verità a distanza di secoli, anche per l'assenza di documenti ufficiali, prova, questa, che qualcosa fu "insabbiato", giusto per usare un termine più moderno...