[STORIE] Per chiudere il cerchio sugli argomenti della recente passeggiata "Dalla Gancia alle barricate", vediamo in questo post cosa accadde, dopo i fatti della Gancia, ai tredici palermitani fatti prigionieri, i quali, senza un processo, e senza nemmeno una reale sentenza, vennero mandati al martirio sabato 14 Aprile del 1860...
La fonte da cui sono tratte le seguenti notizie è un librettino dal titolo "La rivolta della Gancia" (di M.Ingrassia, ediz. L'Epos), che dà un quadro molto dettagliato e agghiacciante di quelle giornate.
I tredici sventurati furono condotti dal Castello a Mare, dove erano tenuti prigionieri, a pochi passi da lì, presso un bastione della porta S.Giorgio (per dare un'idea, tra la chiesa di S.Giorgio dei Genovesi e l'attuale piazza XIII vittime).
I tredici sventurati furono condotti dal Castello a Mare, dove erano tenuti prigionieri, a pochi passi da lì, presso un bastione della porta S.Giorgio (per dare un'idea, tra la chiesa di S.Giorgio dei Genovesi e l'attuale piazza XIII vittime).
I condannati vennero condotti con un velo nero sul viso, scortati dai soldati borbonici e da tredici "accompagnatori" che li sorreggevano, presi a caso tra la gente per strada. Poi, giunti al luogo dell'esecuzione, furono fatti inginocchiare, e davanti a loro stavano tre file di soldati, composte ognuna da tredici unità. Nessuno dei condannati versò lacrime...
Al segnale di far fuoco, la prima fila sparò e si ritrasse. Poi fu la volta della seconda fila a sparare. Incredibilmente, uno dei condannati, Sebastiano Camarrone, era ancora illeso dopo due raffiche, cosa che secondo le allora leggi di guerra, gli doveva garantire salva la vita. Ma non fu così. Avvicinatisi a lui, gli ufficiali borbonici, gli strapparono dal collo un crocifisso e un sacchettino con oggetti religiosi che teneva al collo, poi diedero l'ordine di sparare anche alla terza fila, che ultimò l'eccidio...
Da lontano, una folla di gente, probabilmente parenti dei giustiziati, urlava, ma non fu fatta avvicinare al luogo della strage. A causa dei proiettili ricoperti di cera, si sprigionarono delle fiamme che potevano ardere i corpi già defunti dei tredici, e allora vennero fatte avvicinare alcune donne con dei secchi d'acqua per spegnere il fuoco che rischiava di espandersi.
Per i cadaveri erano state preparate quattro casse di legno, dove vennero ammassati a tre a tre i corpi, ma nell'ultima dovettero introdurne quattro, per il numero dispari dei caduti. Infilato a forza anche l'ultimo corpo, col sangue che cadeva giù dai carretti dove furono caricate le casse coi tredici cadaveri, alle truppe napoletane fu ordinato di evitare il seppellimento a S.Spirito, in quanto per raggiungere quel cimitero, il corteo avrebbe dovuto attraversare in pratica tutta la città, col rischio di disordini.
Obelisco a piazza XIII Vittime - 1 |
Si decise allora di dare sepoltura ai tredici martiri al cimitero dei Rotoli, dove furono gettati in un carnaio comune. Fu solo 50 anni dopo, nel 1910, nel 50° anniversario dei fatti garibaldini, che il comune di Palermo riesumò le ossa dei tredici e le tumulò a S.Spirito assieme ai resti di Francesco Riso, uno dei capirivolta della Gancia, dopo un funerale che non era stato mai celebrato...
Tra le vittime fucilate quel giorno, c'era anche Giovanni Riso, padre di Francesco...
Nel 1883, 23 anni dopo, fu eretto un obelisco, realizzato dallo scultore Salvatore Valenti, con incisi i nomi dei condannati di quel 14 Aprile, ma che non si trova nel punto esatto dove avvenne l'esecuzione, in quanto la zona è stata stravolta e modificata nel corso degli anni, con l'abbattimento delle mura di porta S.Giorgio e la costruzione della piazza che si chiama appunto, piazza XIII vittime...
Una prima lapide, a ricordo dei caduti, era stata apposta al portale murato della chiesetta del Castello a Mare, poi demolita.
Una prima lapide, a ricordo dei caduti, era stata apposta al portale murato della chiesetta del Castello a Mare, poi demolita.
Ma ecco i nomi dei martiri, a perenne memoria di quel giorno infame :
BARONE MICHELANGELO (30 anni)
CALANDRA GAETANO (34 anni)
CAMARRONE SEBASTIANO (30 anni)
CANGERI CONO (34 anni)
COFFARO ANDREA (60 anni)
CUCINOTTA DOMENICO (31 anni)
DI LORENZO NICOLo' (32 anni)
FANARA MICHELE (22 anni)
RISO GIOVANNI (58 anni)
TERESI GIUSEPPE (28 anni)
VALLONE LIBORIO (44 anni)
VASSALLO PIETRO (40 anni)
VENTIMIGLIA FRANCESCO (27 anni)
VENTIMIGLIA FRANCESCO (27 anni)