Cosa ci faceva a fine'600 un ex pescatore del rione Capo, a Parigi? 
Ho trovato questo interessante spunto sul web.
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La
 figura di Procopio è ancora oggi avvolta da ombre. Nacque sicuramente 
in Sicilia, ma sono due le località a contendersene i natali: Aci Trezza
 e Palermo. Il ritrovamento nell'archivio parrocchiale della Chiesa di 
Sant'Ippolito di Palermo di una annotazione di battesimo datata al 10 
febbraio del 1651 di un omonimo bambino con il caratteristico cognome 
siciliano Cutò (che suona proprio come il francese couteaux, cioè 
coltelli) fa propendere oggi per una origine palermitana. Dall'atto del 
suo primo matrimoni conosciamo i nomi dei suoi genitori, Onofrio e 
Domenica. Della sua vita prima dell'arrivo a Parigi sappiamo ben poco: è
 possibile che abbia trascorso qualche anno ad Aci Trezza, come ipotizza
 qualcuno, il che potrebbe spiegare sia perché lo si dicesse nato lì sia
 perché la sua attività divenne quella di gelatiere. Aci Trezza è 
infatti in provincia di Catania, dove da sempre gli uomini raccoglievano
 e usavano la neve che in inverno cadeva sull'Etna.
Si dice che avesse ereditato dal nonno una rudimentale sorbettiera, di sua creazione, che cercò di migliorare. Stanco di fare il pescatore e non vedendo per sé un futuro in Sicilia, decise di trasferirsi in Francia. Arrivato a Parigi, Procopio francesizzò il suo nome in François Procope de Couteaux e fece fortuna. Si sposò tre volte: la prima nel 1675 nella chiesa di Saint Sulpice, con Marguerite Crouin da cui ebbe otto figli, la seconda nel 1696 con Anne Françoise Garnier, che gliene diede quattro, e la terza, ormai anziano, con Julie Parmentier da cui ebbe un altro figlio. Nel 1685 ottenne la cittadinanza francese. In Francia si stava diffondendo l'uso del caffé e Procopio lavorò dapprima come garzone in un Café di proprietà di un armeno, Paxal. Aprì poi un locale in rue de Tournon e infine rilevò il café di un altro armeno in rue des Fossés Saint-Germain (che divenne poi rue de la Comédie, e infine rue de l’Ancienne-Comédie). Questo locale, fondato nel 1686, prenderà il suo nome, Le Procope, e avrà una enorme fortuna. Considerato il più antico Café parigino, esiste ancora oggi , seppure trasformato in ristorante.Sorgendo presso la "Commedie Francaise", vi si recavano ovviamente gli attori e il personale del teatro, ma ben presto il locale divenne punto di ritrovo anche per intellettuali. I clienti potevano infatti trovarvi i pochi giornali esistenti all'epoca, carta e inchiostro, perché chiunque potesse leggere, commentare e discutere... fermandosi così più a lungo nel locale! Pare che molte delle voci dell'Enciclopedia di Diderot e d'Alembert fossero composte ai suoi tavoli: Non per niente una di esse è dedicata al gelato!
Si dice che avesse ereditato dal nonno una rudimentale sorbettiera, di sua creazione, che cercò di migliorare. Stanco di fare il pescatore e non vedendo per sé un futuro in Sicilia, decise di trasferirsi in Francia. Arrivato a Parigi, Procopio francesizzò il suo nome in François Procope de Couteaux e fece fortuna. Si sposò tre volte: la prima nel 1675 nella chiesa di Saint Sulpice, con Marguerite Crouin da cui ebbe otto figli, la seconda nel 1696 con Anne Françoise Garnier, che gliene diede quattro, e la terza, ormai anziano, con Julie Parmentier da cui ebbe un altro figlio. Nel 1685 ottenne la cittadinanza francese. In Francia si stava diffondendo l'uso del caffé e Procopio lavorò dapprima come garzone in un Café di proprietà di un armeno, Paxal. Aprì poi un locale in rue de Tournon e infine rilevò il café di un altro armeno in rue des Fossés Saint-Germain (che divenne poi rue de la Comédie, e infine rue de l’Ancienne-Comédie). Questo locale, fondato nel 1686, prenderà il suo nome, Le Procope, e avrà una enorme fortuna. Considerato il più antico Café parigino, esiste ancora oggi , seppure trasformato in ristorante.Sorgendo presso la "Commedie Francaise", vi si recavano ovviamente gli attori e il personale del teatro, ma ben presto il locale divenne punto di ritrovo anche per intellettuali. I clienti potevano infatti trovarvi i pochi giornali esistenti all'epoca, carta e inchiostro, perché chiunque potesse leggere, commentare e discutere... fermandosi così più a lungo nel locale! Pare che molte delle voci dell'Enciclopedia di Diderot e d'Alembert fossero composte ai suoi tavoli: Non per niente una di esse è dedicata al gelato!
A fare 
il successo del caffé fu il gelato, di cui Procopio, dopo vari 
esperimenti, era riuscito a migliorare la consistenza, grazie 
soprattutto all'uso dello zucchero come dolcificante al posto del miele.
 In realtà al nostro gusto i suoi gelati avrebbero assomigliato più a 
gramolade o sorbetti, ma il successo fu enorme: il loro consumo divenne 
di moda. Molto curata era anche la presentazione, con il gelato offerto 
in eleganti bicchierini simili a portauovo. Procopio riuscì a diffondere
 fra la colta borghesia francese quello che prima era servito soltanto 
sulle tavole dei ricchi e dei potenti.
Dal re Luigi XIV ottenne una patente reale che gli consentiva di vendere in esclusiva "acque gelate" (la granita), gelati di frutta, fiori d'anice e cannella, frangipane, gelato al succo di limone, il “gelo” di caffè, gelato al succo d'arancio, sorbetto di fragola...
Dal re Luigi XIV ottenne una patente reale che gli consentiva di vendere in esclusiva "acque gelate" (la granita), gelati di frutta, fiori d'anice e cannella, frangipane, gelato al succo di limone, il “gelo” di caffè, gelato al succo d'arancio, sorbetto di fragola...
Morirà a
 Parigi il 10 febbraio 1727, ma la fortuna del suo locale continuò anche
 nei secoli seguenti. Lo frequentarono le maggiori personalità della 
cultura e della storia francese, dai rivoluzionari Danton, Robespierre e
 Marat, a Napoleone, agli enciclopedisti Denis Diderot e Jean-Baptiste 
Le Rond D'Alembert, al matematico Georges-Louis Leclerc, Conte di 
Buffon, a scrittori come La Fontaine, Jean-Baptiste Rousseau, Voltaire, 
Alfred de Musset, Honoré de Balzac, Victor Hugo, Oscar Wilde, George 
Sand, Paul Verlaine e Anatole France. Si raccontano storie curiose come 
quella che vede il giovane tenente Bonaparte lasciare in pegno una sera 
il suo Bicorno (copricapo) perché non aveva potuto pagare le 
consumazioni offerte agli amici. Un'altra leggenda vuole che Benjamin 
Franklin abbia compilato la costituzione degli Stati Uniti seduto ai 
suoi tavoli.
Alla 
fine del XVIII secolo il locale era noto come Café Zoppi, dal nome del 
suo gestore. Durante la Rivoluzione vi si radunavano patrioti e uomini 
di cultura al punto da sentirsi quasi un club "gli Habitués del Café 
Zoppi". Da qui pare che partì l'ordine di attaccare le Tuilleries 
nel 1792. Una curiosa memoria di quel periodo si conserva ancora oggi. 
Se al Ristorante Le Procope aveste bisogno di usare il bagno, non 
trovereste l'indicazione uomini-donne, ma "Citoyens" o"Citoyennes" 
(ossia cittadini-cittadine) secondo una terminologia che rimanda agli 
anni della Rivoluzione. 
Viva quindi il Capo... e viva la Rivoluzione!!

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