martedì 28 maggio 2013

CAMPANE DI RIVOLTA... CAMPANE A MORTO

Il 26 maggio ha avuto luogo la nuova "passeggiata" del gruppo Palermo nascosta. Lo scopo, stavolta, era di ripercorrere in tre brevi ma intense tappe, i luoghi e i fatti che nell'aprile del 1860 furono protagonisti della cosiddetta rivolta della Gancia. Fu l'ultimo tentativo rivoluzionario che portò, proprio per il suo fallimento, ad accelerare i tempi per la spedizione dei mille di garibaldi, nel maggio successivo.
Era ovvio iniziare il percorso proprio dalla chiesa della Gancia, nel cui cortile si scatenò il finimondo all'alba di quel 4 aprile di 153 anni fa. traditi da alcuni informatori della polizia borbonica, i rivoltosi non riuscirono a riunirsi come presito nel cortile della Gancia e vennero qui isolati dalle pattuglie borboniche già avvisate del tentativo insurrezionale. I gruppi di patrioti che dovevano accorrere dal lalto di piazza Marina e dalla parallela via della Vetriera furono infatti respinti a suon di fucilate. I combattimenti durarono poco, sia nel cortile che all'interno del convento, dove in un magazzino erano poste le armi per i ribelli. Francescao Riso, uno dei capirivolta, fu ferito e nonostante tutto, provò a suonare la campana della chiesa per provare ad attirare i palermitani e farli scendere in armi. Inutilmente. Tutto durò quanto la nostra passeggiata, cioè un'ora e mezza, forse poco più...
Filippo Patti e Gaspare Bivona la fecero franca, dopo essersi rifugiati nelle cripte della Gancia, grazie a uno stratagemma delle donne che transitavano in quella zona. la buca della salvezza è storia nota a tutti.
Una tappa intermedia, per parlare di vari aspetti e dei dieci giorni che seguirono alla giornata della Gancia, è stata alla ex real fonderia. Tra i vari argomenti qui toccati, la sorte di Francesco Riso, ricoverato all'ospedale di S.Saverio, dove non ebbe alcuna cura (aveva tre proiettili nell'addome e uno in un ginocchio), ma solo giornalieri interrogatori che si rivelarono inutili. Stranamente, Riso sopravvisse fino al 27 aprile, in quelle assurde condizioni. La polizia borbonica intanto aveva arrestao suo padre, il sessantenne Giovanni Riso, che sarà una delle tredici vittime fucilate il 14 aprile.
Il ripercorrere questi tragici eventi è stato, secondo me, anche un buon motivo per riflettere su come, spesso, tante vittime della storia palermitana, legate alla criminalità o meno, siano state dimenticate. E' il caso dei 13 prigionieri rastrellati qua e là durante e dopo i fatti della Gancia. Costoro furono protagonisti involontari di una delle più terribili giornate della storia risorgimentale. Il 14 aprile, infatti, vennero giustiziate senza alcun processo, nè sentenza, davanti ai bastioni di porta S.Giorgio, davanti al Castello a Mare e a due passi dalla chiesa di S.Giorgio dei Genovesi. Era questa, nel nostro itinerario, la terza e ultima tappa, la più drammatica con la descrizione della fucilazione avvenuta nel tardo pomeriggio. Per approfondire e rivivere quella drammatica quanto macabra esecuzione nei dettagli, vi dò il link di un post dell'anno scorso: Le tredici vittime-Cronaca di una barbàrie
Per concludere, come facciamo sempre nei post legati ai nostri percorsi, una carrellata fotografica, per la quale ringrazio Francesca e Nuccio.
Cortile della Gancia
Cortile della Gancia visto dall'interno della chiesa
Il basolato del cortile
La "buca"
La lapide relativa alla buca
Il convento della Gancia
L'ex real fonderia
Alla fonderia
L'obelisco in memoria delle tredici vittime
A S.Giorgio dei Genovesi, presso il luogo della fucilazione




lunedì 20 maggio 2013

SEMISCONOSCIUTE: LA MADONNA DELLA SOLEDAD

Accanto alla questura centrale, in piazza Vittoria, c'era anticamente un complesso di edifici religiosi che si "appoggiavano" sul trecentesco palazzo Sclafani. Tra questi, la chiesa di S.Demetrio, distrutta dai bombardamenti del 1943. Ancora in piedi, per nostra fortuna, nonostante i danneggiamenti subiti dalle bombe alleate, c'è la cappella della Madonna della Soledad, fondata nel 1590 da nobili spagnoli. 
La chiesetta, che tutt'oggi è uno di quei beni appartenenti alla Spagna, fu restaurata verso la fine degli anni cinquanta. Poco fruibile dal pubblico, negli ultimi decenni (anche per la vicinanza agli uffici della questura), ogni tanto viene riaperta per manifestazioni culturali di particolare interesse.
L'arco d'ingresso con l'inferriata è tipico delle piccole costruzioni religiose del periodo. Dentro è di stile tipicamente barocco, con la solita esplosione di marmi mischi e decorazioni, associata ad elementi bronzeo-dorati. Particolare è l'accesso all'altare con la triplice archeggiatura, definito da Paolo Amato nel 1679. Il pavimento è letteralmente ricoperto da sepolture di nobili iberici, mentre molto interessante è il crocifisso che precede la zona dell'altare.
La chiesetta era gestita, anticamente, dall'omonima confraternita della Soledad, ora trasferita altrove, e viene ogni tanto aperta e mantenuta da associazioni di volontari che fanno capo al quartiere.
La confraternita, operante tutt'oggi, gestisce e organizza una delle tante processioni del venerdì santo, ma che ha sede ed itinerario altrove.
Zona dell'altare
Pavimento con le sepolture
Triplice arco da cui si accede all'altare con la Madonna al centro
Pavimento
Crocifisso posto lateralmente
Particolare del crocifisso
Una delle due colonne che sostiene il triplice arco
L'ingresso con la tipica inferriata








martedì 7 maggio 2013

ALL'EDICOLA...NEL 1869!

Chissà se c'erano edicole, 150 anni fa. C'erano dei chioschetti di rivendita giornali o magari si vendevano semplicemente per strada, affidati a ragazzini o cosiddetti "strilloni", cioè persone che urlavano le notizie più importanti per attirare il pubblico e invogliare l'acquisto. Ma forse, per quelli, si doveva attendere ancora qualche anno...
Sfogliando un quotidiano del 1869, vediamo quali potevano essere le notizie più curiose e ricorrenti nei giornali di quell'epoca. Si tratta di una rara copia del Giornale di Sicilia datata 20 aprile 1869.
Quattro pagine in tutto. La misura è più o meno quella di un quotidiano attuale. C'è un frontespizio con l'intestazione, una seconda, una terza pagina e la quarta, che chiude il quotidiano. Molte sono notizie "tecniche": atti ministeriali e decreti. Il resto? Beh... Guardatelo da voi nelle foto che seguono.
Il frontespizio
Particolare del titolo
La parte "officiale" coi decreti regi
Notizie curiose sulla salute
La politica con le cronache parlamentari
Notizie su pensioni e stipendi (sembrano attualissime,purtroppo)
La sezione economica con la borsa
Nati, morti e matrimoni
Notizie portuali e commerciali
L'immancabile meteo
Cronache cittadine
Navi in partenza dal porto di Palermo
Una curiosa pubblicità d'altri tempi
C'è chi lo legge anche oggi