mercoledì 30 novembre 2011

UN GIALLO SVELATO ?

[MISTERI] Il famoso caso della Baronessa di Carini, è stato l'anno scorso, 2010, al centro di una nuova indagine. Infatti la soluzione del mistero è stata affidata ad un team di criminologi ed esperti in casi irrisolti del passato. Per rispondere a qualche domanda che era stata posta su questo argomento, tanto caro a molti palermitani e non, pubblico quanto segue, così come trovato, premettendo per chi non lo sapesse, che anche se il caso non è inerente come location alla città di Palermo, ma ad un paese molto vicino come Carini, i personaggi coinvolti sono tutti palermitani, e tutto venne "deciso" a Palermo, così come confermato da chi ha svolto queste indagini lo scorso anno :
<<Baronessa di Carini : Il giallo svelato dopo 447 anni>>
Uccisa per i soldi : il delitto d'onore fu una messinscena ?
Sarà che oggi vanno di moda i «cold cases», i casi freddi, ma risolvere un delitto dopo 447 anni è una bella scommessa anche per il più tosto degli investigatori. E per la più sofisticata apparecchiatura scientifica. Una sfida che parte da Carini, il paese a pochi chilometri da Palermo dove il 4 dicembre 1563 la baronessa Laura Lanza (secondo la ricostruzione ufficiale) venne trovata a letto con l'amante Ludovico Vernagallo e assassinata dal padre Cesare nella stanza del castello che ancora domina l'abitato. 
Un delitto d'onore (reso celebre nel 1975 da uno sceneggiato della Rai), confessato dall'assassino in una lettera al re di Spagna conservata nella chiesa madre del paese.
L'anno scorso, il sindaco G.La Fata ha deciso di riaprire le indagini, affidandosi a un team di criminologi di fama internazionale. Dal 22 al 25 marzo del 2010, gli investigatori dell'Icaa (International Crime Analysis Association), tra i quali l'esperto Marco Strano, hanno lavorato per risolvere il giallo.
Ma quali sono i misteri da svelare? Di sicuro il ruolo del marito della donna, il barone di Carini Vincenzo La Grua, scagionato dal suocero, sebbene presente al momento del delitto. Una ricostruzione che potrebbe essere motivata dal fatto che al padre dell'adultera era consentito uccidere la figlia e il suo uomo, se beccati sul fatto. Al marito, invece, solo il diritto di uccidere il rivale, ma non la moglie.
I diaristi del tempo, intimoriti dell'importanza delle famiglie, accennano al caso soltanto di sfuggita (n.d.r. Cesare Lanza era uno dei personaggi più in vista di Palermo, avendo ricoperto autorevoli cariche pubbliche, come quella di pretore. Inoltre apparteneva a quella ristretta cerchia di persone importanti ed influenti che facevano il bello ed il cattivo tempo nella Palermo del'500).
L'indagine prevedeva l'apertura della cripta del duomo di Carini dove probabilmente, vi sono i resti dei due amanti. Sono stati rintracciati alcuni eredi della famiglia Vernagallo, sottoposti a test del DNA per poterli comparare con i resti che presumibilmente saranno ritrovati. Inoltre, grazie a sofisticate tecniche di computer grafica, sarà analizzato il percorso del castello così com'era nel'500, un pò diverso da oggi (la stanza del delitto era in'ala del maniero che tanti fa è crollata). Anche documenti cartacei, tra cui pare qualche inedito, sono stati analizzati per capire la vicenda...
Ma la tradizione popolare ha dato vita nei secoli a quattrocento versioni di un poemetto su cui si sono scervellati storici, demologi, studiosi del folklore per districare la verità dalla leggenda.
A complicare le cose ci si sono messe le ricerche dello storico Calogero Pinnavaia. Secondo lui, non di delitto d'onore si trattò ma di un litigio per ragioni economiche sfociato nel sangue. Che Laura e Ludovico fossero «serrati insieme» nella camera, come racconta il padre di lei nella lettera-confessione al re, non avrebbe scandalizzato nessuno, perché i due stavano insieme da quattordici anni e avevano avuto la bellezza di otto bambini, con il placet del marito di lei che, secondo lo studioso, non poteva avere figli.
«Il marito della baronessa, don Vincenzo La Grua -ricostruisce Pinnavaia- aveva interesse a risparmiare il rivale perché, secondo la Lex Iulia, avrebbe avuto diritto a metà del patrimonio dell'amante». Quanto al padre, Cesare Lanza, avrebbe potuto mettere le mani sulla dote della figlia. Fatto sta che il vicerè di Sicilia, il 2 febbraio del 1564, informa la Corte di Spagna che qualcosa non torna nella vicenda e accusa di falsità il difensore dei due.
La storia del delitto d'onore, insomma, sarebbe stata tirata fuori per dare una copertura per così dire etica e soprattutto giuridica al pasticciaccio. Cesare Lanza riebbe i suoi beni e dopo dieci anni, morta la prima moglie, si risposò ed ebbe nove figli. Quanto a Vincenzo La Grua, diseredò i bambini avuti sulla carta da Laura Lanza e convolò a nuove nozze il 4 maggio 1565, dopo avere fatto incidere davanti all'ingresso del castello la scritta «ET NOVA SINT OMNIA». E tutto sia nuovo... La soluzione di questo giallo cinquecentesco forse è vicina, ma indagini o non, è difficile stabilire la verità a distanza di secoli, anche per l'assenza di documenti ufficiali, prova, questa, che qualcosa fu "insabbiato", giusto per usare un termine più moderno...
A giudizio di chi scrive, il mistero resterà, e con lui l'indiscusso fascino dell'intera vicenda...
Il castello di Carini

PALERMO NASCOSTA HA POSTATO PER I LETTORI LO SCENEGGIATO DEGLI ANNI'70 PER INTERO... BUONA VISIONE !

sabato 26 novembre 2011

ARTISTI PALERMITANI D'OGGI * GIACOMO CACCIATORE *

"Palermo Nascosta" non è solo monumenti poco noti, storie ed aneddoti d'altri tempi... Da questo momento, mi occuperò, quando ce ne sarà l'opportunità, di provare a far conoscere qualche artista palermitano dei nostri tempi. Inizio da un mio caro e talentuoso amico...
Giacomo Cacciatore è uno scrittore, saggista e giornalista. Nato a Polistena (RC), vive da sempre a Palermo. Laureato in Lingue e Letterature Straniere, ha collaborato per anni come narratore con l’edizione siciliana de La Repubblica...
I suoi racconti, oltre che su varie riviste, fra le quali Segno e Diario, sono stati pubblicati in due raccolte (Nostra signora dei sospiri e Palermo amore e coltelli) e in alcune antologie, tra cui Portes d'Italie (Flevue Noir, 2001), I 4 colpi al cuore (Mondadori-2002), Duri a morire (Flaccovio-2003), Fotofinish (Ediz.Ambiente-2007)...
Con il saggio Il terrorista dei generi - Tutto il cinema di Lucio Fulci (Ediz. Un mondo a parte-2004), ha vinto il Premio Efebo d'Oro speciale 2005 per il miglior libro di cinema. Il suo romanzo d’esordio, L'uomo di spalle (Dario Flaccovio, 2005) è una storia edipica che al tema del rapporto tra madre e figlio unisce un omaggio-oltraggio ai vari generi letterari e cinematografici amati dall'autore. E' di prossima uscita anche in Francia per i tipi della casa editrice Payot&Rivages ("L'homme de dos", traduzione di Françoise Brun).
Del 2007 è il suo secondo romanzo, Figlio di Vetro (Einaudi), una storia di "formazione" che racconta il conflitto tra un padre e un figlio sullo sfondo della Palermo degli anni'70 e delle guerre di mafia. Figlio di Vetro, finalista ai premi Domenico Rea, Città di Siderno, Alziator e Corrado Alvaro 2007, è stato pubblicato anche in Germania dall'editore Rowohlt (Der Sohn, traduzione di Judith Schwaab), in Francia da Liana Levi (Parle plus bas, traduzione di Françoise Brun) e in Spagna da 451editores (traduzione di Patricia Orts). Del 2008 è la partecipazione di Cacciatore al secondo volume dell'antologia Anime nere (Oscar Mondadori, a cura di Alan D.Altieri) intitolata Anime nere reloaded. Segue, nel 2009, la regia della docufiction "Il mago dei soldi" (Novantacento), scritto e sceneggiato con R.Catalano e G.Palazzotto. Sempre nel 2009 Giacomo Cacciatore partecipa all'antologia "Bad Prisma" (Mondadori, collana Epix). Nel giugno del 2010 esce "Salina, La sabbia che resta" (Flaccovio), romanzo scritto a sei mani con R.Catalano e G.Palazzotto...
A Giacomo mi lega amicizia personale costruita sui banchi di scuola del Liceo, e tutt'oggi coltivata con grande simpatia e stima reciproca...
Parlando di se stesso, Giacomo ci dice : "Una volta mi hanno definito il più americano degli scrittori siciliani. Però sono calabrese. Diciamo allora che sono il più siciliano dei calabresi che sono i più americani degli scrittori siciliani... A volte mi chiedo se abbia un senso vivere tutta la vita in una sola città. Palermo ripropone ogni giorno questa domanda, perchè esige il doppio della pazienza e, dunque, il doppio di amore da parte di chi la abita". Per concludere, un suo pensiero sulla "Palermo Nascosta", che proviamo a cercare quotidianamente in questo Blog : "La Palermo più nascosta è quella che più si vede. Perchè da noi raramente la verità sta in ciò che appare..."
Sosteniamo e facciamo il tifo, quindi, per i nostri talenti palermitani, a cominciare da Giacomo Cacciatore, di cui vi consiglio di leggere qualcosa al più presto...
Figlio di Vetro (Einaudi-2007)
Salina,la sabbia che resta (Flaccovio-2010)

venerdì 25 novembre 2011

DALLA STRADA AL MONASTERO...LE "Reepentite"

[TESORI] Anche questo post nasce dalla mia collaborazione col caro Federico Ferlito, che mi ha fornito parte del testo, che spero, incuriosirà chi legge...
Nel 1512 il chierico Vincenzo Sottile edificava una chiesa in via Divisi, sul luogo dove c'era la casa dei propri avi, dedicandola a Santa Maria della Grazia. Nel giugno del 1524, suor Francesca Leonfante della Verdura, del Monastero di Santa Chiara, fondava in quel luogo un monastero sotto la regola del Monte Oliveto. Per la realizzazione del nuovo convento furono comprati, a spese dei duchi della Verdura, le proprieta' dei Sottile ed altri edifici che si estendevano fino a via Maqueda, allora non esistente. Francesca Leonfante venne eletta badessa in perpetuo, ma alla sua morte, sia per mancanza di religiose, sia per mancanza di congrue rendite, il monastero decadde. Venne proposto di cederlo ad altre case religiose. Ottenuta la concessione dall'arcivescovo, il monastero venne adibito come "Istituto per ospitare quelle donne che, pentite della lor libidine, volevan ricovero in questo sacro chiostro". Per tal motivo venne appellato delle "Reepentite". Per il mantenimento del monastero venne instaurato il "diritto della bacchetta", una strana tassa dovuta dalle pubbliche cortigiane "onde poter vestire abiti di seta ed di oro al par delle oneste matrone". Da questa tassa vennero escluse le cosiddette “cassariote”, perché prostitute di strada…
Le ricoverate abbracciarono il credo francescano e, dopo tempo "avanzandosi in perfezione cristiana ed osservanza monastica", ottennero la clausura, sicché, le monache, ex prostitute, mal tolleravano l'appellativo di "Reepentite". Nel 1866 il monastero venne abolito (forse le prostitute non si pentivano piu' ?), ma la chiesa in un primo tempo rimase aperta al pubblico.
Interessante in questo contesto è stato il ritrovamento della cripta, che è tornata alla luce casualmente nel 2005, durante lavori di ristrutturazione dell’ex complesso religioso di via Divisi, oggi destinato a dipartimenti universitari. Eliminando le piastrelle del pavimento e il sottostrato per ristrutturare i servizi igienici vicini a un’aula, si è reso evidente il volume di una volta, e quindi si è fatto largo il sospetto che esistesse ancora la vecchia cappella sotterranea. L’intuizione si è rivelata fondata. Una volta rimossi quintali di terriccio e di materiali di risulta, forse esito di precedenti lavori compiuti intorno al 1960, la cripta, grande circa sedici metri quadrati, è venuta alla luce. E ha rivelato il suo tesoro: un magnifico altare seicentesco, la tomba della Madre Badessa e le panche dove venivano appoggiati i corpi delle defunte secondo un'antica tradizione religiosa che, come nel convento dei Cappuccini, prevedeva il prosciugamento dei cadaveri prima della sepoltura. In queste cripte le suore defunte non venivano solo sdraiate per il processo di essiccazione, ma addirittura anche fatte sedere in "sedili", e agganciate con delle corde al muro per tenere i cadaveri fermi...
L'altare della cripta
Le "panche" dove si appoggiavano le defunte

La tomba della Madre Badessa è identificata da una lapide di marmo in cui è incisa la scritta: “In questo sepolcro giace il corpo della Reverenda Madre Santa Ignazia di Gesù Squatrito quale nacque al 1706, si chiamò nel secolo Donna Maria Squatrito, morì di anni 76 l’8 aprile del 1782”. Del suo corpo è stata ritrovata soltanto una lunga ciocca di capelli, insieme con due ampolle di vetro che custodivano delle pergamene relative alla sua morte ed alla sepoltura (il corpo era intatto tranne una ferita "gangrenosa" ad un piede e parte di una gamba, causa della morte). La lapide, trovata tra i resti della sepoltura, è stata adesso ricollocata sul pavimento della cripta. L’altare seicentesco è affiancato da mattonelle originali che riproducono San Francesco e presumibilmente Santa Chiara, o forse la fondatrice del convento. Le due figure sono inginocchiate ai piedi della Croce, alla base della quale sta un teschio simbolo dell’omnia vanitas, cioè della caducità del corpo di fronte alla morte. Tutt’intorno, le panche dove venivano appoggiati i corpi delle defunte, sovrastate da mattonelle di maiolica. 
Quasi ai piedi dell’altare c’è una seconda botola dove si trova la fossa comune delle altre monache, che è stata parzialmente esplorata. Sei crocifissi di metallo sono stati scoperti in mezzo al terriccio scavato. E’ emersa pure la scala originaria di ingresso alla cripta, che è stata consolidata e viene adesso nuovamente utilizzata per accedere all’ambiente sotterraneo...
Riflessione finale : Ma oggi non esistono più iniziative ecclesiastiche per ex prostitute che vogliono redimersi ? Mi sa che i tempi sono cambiati... 
(P.S : La cripta è stata da me visitata e fotografata nel mese di Ottobre nell'ambito di una manifestazione storico-artistica)
Le due ampolle contenenti le pergamene
I sei crocifissi di metallo ritrovati

 

domenica 20 novembre 2011

LA CAMERIERA DEL DIAVOLO

[ANEDDOTI] Borgata di Cruillas, fine’800… C’è una zona in questo quartiere che viene conosciuta come “Sotto l’Arco”, ed è il luogo, dove nel’600 sorsero le prime abitazioni della borgata, più che altro casette di campagna e qualche villa nobiliare poi, nel ‘700. Nella seconda metà dell’800 a Cruillas c’erano soprattutto giardini e terreni che venivano coltivati, e una fila di case di pietra nell’odierna via Cruillas, che era poco più di una trazzera…
Al tempo in cui risale la storia che segue, era ancora in funzione la cappella dell'Immacolata Concezione, ancora esistente, aggregata al palazzo del marchese Cruillas, un baglio dove stavano magazzini, fienili e l'abitazione padronale. La cappella oggi  è chiusa al culto ed adibita a magazzino…
Di fronte l’Arco abitava una facoltosa famiglia della borgata, i Prestigiacomo, che, stimati e conosciuti da tutti, erano stati tra i primi ad abitare quella zona. Erano proprietari di una serie di casette agricole che sfruttavano i terreni attorno, e una bella casa piena di tutti i comfort dove conducevano una vita agiata. Presso di loro prestava servizio una cameriera, cosa che a quei tempi si potevano permettere, appunto, solo le famiglie benestanti…
La donna, non era sposata, ed era un’ottima lavoratrice, aveva però un neo che la tormentava quotidianamente : il vizio del gioco. Fuori dalle ore lavorative, infatti, si dedicava a questo hobby poco remunerativo, in quanto erano più le volte che perdeva, che quelle che vinceva. E spesso giocava tutto quello che aveva in tasca, con accanimento tipico di chi è posseduto dal demone delle carte…
Un giorno, stanca ed esasperata dall’ennesima perdita al tavolo da gioco, la donna decise di affidarsi ad un alleato molto potente, che invocato, poteva forse aiutarla a vincere e magari sanare i debiti che aveva contratto…
Recitò quindi una serie di preghiere e invocazioni adatte al tipo di collegamento che cercava col diavolo… E ci riuscì benissimo, a quanto pare, perché improvvisamente, durante la notte, la famiglia Prestigiacomo fu svegliata dalle urla della donna che in preda a convulsioni, spasmi ed altro, dava evidenti segnali di “possessione” demoniaca. A stento, e col contributo della famiglia e di altri uomini, svegliati anch’essi dalle urla, la donna fu trasportata di peso nella cappella dell’Immacolata lì vicino, e subito un prete esorcista fu mandato a chiamare dalla vicina borgata dell’Uditore… Strani fenomeni allora iniziarono a manifestarsi : dalla cava di Cruillas, conosciuta come la “pirriera”, caddero grossi ciottoli presso la chiesetta, ed una pietra, rotolata dentro la cappella, frantumò la teca dove era contenuta una statua dell'addolorata…
Anche le guardie accorse, probabilmente tutt’altro che coraggiose, si limitarono a dire che “queste non erano cose di persone, ma cose di spiriti”…
L’esorcismo fu poi effettuato fra tante difficoltà e la paura generale, all’interno della stessa chiesetta, la cameriera si sentì meglio, e nel giro di qualche giorno potè riprendere la sua vita normale…
Le persone più anziane del rione conoscono tutte la storia della cameriera dei Prestigiacomo e di quella notte da incubo, ma non sappiamo però cosa accadde dopo, cioè se la donna continuò a sedere ai tavoli da gioco o se la lezione fosse bastata a non indurla più a cercare aiuti di vario genere…

PS.Ringrazio mio cugino Fabrizio Giuffrè per le foto e per la storia, accaduta nel quartiere dove abita
L'ingresso della chiesetta dell'Immacolata
La teca dell'Immacolata

mercoledì 16 novembre 2011

CERCASI SANTA POSSIBILMENTE MIRACOLOSA !

[STORIE] Il '600 a Palermo fu un secolo di pestilenze, carestie e miseria, ed i vecchi santi protettori non riuscivano a lenire tutti questi affanni : necessitava qualcosa di nostrano per mettere in un po' d'ordine nella confusione, fra politica, religione e credenza popolare…
Bisognava un nuovo capo del governo che potesse fare da motore mistico ai panormiti di allora e per i loro attuali eredi. Fu ovvio, per il carattere leghista-palermitano, scegliere un protettore di origine nostrana che ricordasse i fasti normanni !
La scelta fu facile, ma difficile e forse truffaldino, il modo di farla digerire !
Come santa patrona Rosalia andava benissimo, era siciliana, casta e pura, ma aveva pochi miracoli nel proprio curriculum, ma cio' poco importava per soppiantare le altre sante, che di miracoli ne avevano fatti pochini e nemmeno tanto risolutivi !
Intanto, bisognava trovare i suoi resti mortali : le indicazioni furono date da una visione notturna di una quasi moribonda febbricitante, poi miracolata, tale Girolama Gatto. Rosalia le era comparsa in sogno in una grotta ben definita sul monte Pellegrino, cioè quella che tutti conosciamo !
L'arcivescovo Giannettino Doria, sollecitato dal Clero locale e dal Senato Palermitano, diede disposizione alle ricerche e, guarda caso, furono affrettatissime, e puntuale fu il ritrovamento, ovvero i resti ossei furono trovati là dove indicato !
Fin lì tutto ando' liscio come l'olio per i tifosi di Rosalia (ancora non santificata).
Ma Giannettino fu scettico, e avendo percepito una bufala ordita dal Senato Palermitano e dal basso clero locale, volle affidare tre reperti rinvenuti al protomedico generale di Sicilia ed al protomedico di Palermo.
In modo unanime i medici diedero risultati negativi : “ERANO RESTI DI CRANIO MASCHILE !”.
In modo sbrigativo la situazione fu risolta, nell'arco di un dì, da Padre Giordano Cascini, direttore della Casa Professa, che convoco' una commissione di sacerdoti locali e credenti di gran fiducia...
La Commissione durante l'analisi fu illuminata di luce divina…
Un primo cranio, ricco di tracce calcaree, diminuì nelle dimensioni, e per miracolo divenne da maschile a femminile. Il secondo era nient'altro che un vaso sporco e malconcio, il terzo era il normalissimo ciottolo.
I protomedici furono quindi premurosamente richiamati dal gesuita padre Cascini, temettero per la loro testa, essendo periodo di Inquisizione, e prontamente furono convinti del loro pacchiano errore, e nel lasso di pochi minuti la loro analisi divenne positiva e per di piu' controfirmata dagli stessi !!!
Per i miracoli, dove non possono arrivare i medici, possono i preti ed i politici !!!
Il 22 febbraio 1625, i resti di Rosalia furono consegnati al Senato Palermitano...
Il 7 giugno, nel corso di un fantastico festeggiamento, Rosalia fu eletta a Santa...
I palermitani ebbero la propria Santa ed il suo bravo miracolo aveva debellato la peste !!!
Ma la peste aveva semplicemente avuto il normale decorso naturale, agevolato dalle migliori condizioni stagionali ed in parte frenato dalle limitazioni sanitarie dettamate da Gian Filippo Ingrassia, fatte eseguire tardivamente dall'improvvido Senato .
Concludendo, VIVA SANTA ROSALIA, che non ha colpe in tutto ciò, e che ci protegge benevolmente dall’alto del Monte Pellegrino !!!
Statua di S.Rosalia alla Cattedrale


POST IN INGLESE
SAINT WANTED, POSSIBLY DOING MIRACLES !
The 17th century in Palermo was a century of pestilence, famine and misery, and the old patron saints could not alleviate all these troubles: it needed something new to put order in the confusion between politics, religion and so on ... The government was looking for a new saint protecting the city… It was obvious to choose a local protector to commemorate the glorious Norman reign !
The choice was easy, but difficult and perhaps fraudulent, how to digest it!
As patron saint Rosalia was fine, was Sicilian, chaste and pure, but she had a few miracles in her curriculum, but the previous other saints, were not better and not so decisive !
Meanwhile, her mortal remains had to be found: the directions were given by a night vision of a feverish, almost dying, mrs. Girolama Gatto, then miraculously Rosalie had appeared in a dream, well-defined in a cave on Mount Pellegrino, which is that we all know!
The Archbishop Giannettino Doria, urged by the local clergy and the Senate Palermo, gave orders to research and the discovery was incredibly quick, and some skeletal remains were found where specified !
From that moment, everything went 'smoothly for fans of Rosalie (not yet sanctified).
But Giannettino was skeptical, and having received a hoax concocted by the Senate and the lower clergy of Palermo, he wished to have an opinion by some important doctors. So the doctors gave unanimous negative results: "REMAINS WERE BELONGING TO A MEN”. But the situation had to be resolved within a day, by Father Giordano Cascini, director of the Church of Jesus, which summoned a commission of local priests and common believers... The Commission during the analysis was illuminated with divine light : the first skull full of traces of limestone, diminished in size and for a miracle, became from male to female. The second was nothing but a pot dirty and scruffy, the third was an ordinary pebble.
The doctors were then called by the Jesuit father, and being scared for their head, in that period of Inquisition, they were quickly convinced of their “mistake”, and in the span of a few minutes, their analysis turned positive and countersigned by themselves ! 

Sometime priests and politicians could make miracles too !
On February 22nd, 1625, the remains of Rosalia were delivered to the city Senate ...
On June 7th, during a great celebration, Santa Rosalia was elected as patron saint of Palermo ...
Then Palermo had the Saint and her good miracle had eradicated the plague!
But the plague had just had the normal natural course, facilitated by better seasonal conditions and partly restrained by the limitations dictate health by Gian Filippo Ingrassia

In conclusion, hurrà for SANTA ROSALIA, which is not to blame in all this, and protects us from the top of Monte Pellegrino graciously!

venerdì 11 novembre 2011

ATTENTI ALLA LUPA !

[STORIE] Dopoguerra, quartiere della Kalsa… Le ferite del conflitto non sono ancora rimarginate, e in certe zone della città è rimasta una desolazione che avrà strascichi fin troppo lunghi negli anni a venire. La povertà ha ridotto famiglie intere a sfamarsi di… nulla per anni. In quella zona così povera la maggior parte degli uomini cerca di sbarcare il lunario soprattutto col contrabbando delle sigarette (e con tutto ciò che esso comporta), il resto si dedica alla pesca o ad altro. Filippo è molto piccolo, abita in quel quartiere coi genitori, e nonostante il mestiere di muratore di suo papà non faccia mancare il pane a tavola ogni giorno, per poter mangiare patate o uova, deve aspettare la domenica o qualche evento particolare. La povertà ha poi costretto tante famiglie del quartiere a lasciar uscire i bimbi per giocare fuori, completamente scalzi, perché le scarpe dovevano servire ad altro e, cosa più importante, “durare” il più possibile, perchè pensare di acquistarne nuove, era un sogno quasi irrealizzabile.
Filippo ricorda ancora i giorni in cui passavano le spose in macchina e tiravano confetti dai finestrini…
Allora lui e gli altri bimbi scalzi, correvano come forsennati e spesso facevano pure a botte per raccoglierli da terra e mangiarli, oppure per portarne qualcuno a casa con grande felicità, così, sudici e pieni di terra… Oppure quando lui e gli altri bimbi venivano "reclutati", in cambio di poche lire, da una fabbrica di conserve e pomodoro in scatola che c'era presso lo Spasimo, per raccogliere bucce di mandarini, che pare servissero a fabbricare spirito. La notte, poi, quando venivano i camion a scaricare lattine di pelati ed altro, i piccoli si facevano svegliare dai genitori per andare a rubacchiarne qualcuna per poter dare la gioia di un piatto di pasta al pomodoro in casa...
Ma c’era un pericolo per i bambini poveri di quella zona, e non solo di quella… Un pericolo a cui i genitori avevano dato un nome di un animale che faceva paura : la “Lupa”… E lo stesso Filippo era stato più volte avvisato di stare attento quando giocava per strada. Ma cosa era la lupa ? Non certo la femmina del lupo delle favole, che era simbolo di cattiveria… Era una auto decappottabile che ogni tanto sfrecciava nei quartieri più disagiati e portava via i bambini con dei veri e propri raid da guerriglia. Non si trattava di rapimento o di qualcosa legata alla criminalità : era un gruppo di persone incaricate di prelevare arbitrariamente bambini poveri dalla strada e affidarli in modo coatto ad istituti religiosi, orfanotrofi ed altro, spesso nemmeno a Palermo… Una sorta, insomma, di servizi sociali gestiti in modo violento…
Ma chi c'era dietro a tutto questo ? Cittadini che avevano a cuore le sorti dei bimbi poveri ? Autorità municipali ? Forze dell'ordine ? Enti ecclesiastici ? Chiarezza non si è mai fatta...
E un giorno anche Filippo, che è colui che mi ha raccontato questa storia, rischiò di finire preda della Lupa, e se non lo presero fu solo perché riuscì a correre, seppur scalzo, più veloce di alcuni suoi amichetti, che da quel momento non vide mai più… Fu un vero miracolo, che riuscì a rientrare a casa, seminando la Lupa tra i vicoletti della Kalsa… Forse queste persone assicuravano un futuro migliore, ma in effetti, come dice lo stesso narratore della storia, assistere allo strazio dei genitori che si vedevano i bimbi “rapiti” in tal modo, era qualcosa che segnava… Oggi Filippo è un settantenne signore dai capelli bianchi, e nonostante il ricordo di quei giorni sia triste, prova a fare un sorriso, e si chiede come sarebbe stata la sua vita se quel giorno fosse rimasto tra gli artigli della Lupa...
Meglio o peggio ? Non c'è risposta...
Anche questa storia, nel suo dramma, ci serve a far capire come andavano le cose una volta, e che la povertà che fu conseguenza della guerra lasciò cicatrici più sanguinose della guerra stessa...

PS: Ringrazio il sig.Filippo Gargano che mi ha raccontato questo episodio della sua infanzia 
Bimbi che giocano in un quartiere popolare

POST IN INGLESE


BOYS,LOOK OUT !


Postwar, Kalsa quarter ... The wounds of the conflict are not yet healed, and in some areas of the city has remained only desolation that will last many years yet. Poverty has reduced whole families to be fed with ... nothing for years. In that area so poor most of the men trying to survive especially with the smuggling of cigarettes (not legal job,of course), the rest is devoted to fishing or anything else. Filippo is a young kid, living with parents in that neighborhood, and the job of mason of his dad just guarantees the bread on the table every day, but, to eat potatoes or eggs, must wait for the sunday or some particular event. Poverty has also forced many families to let go of the neighborhood children to play outside, completely barefoot, because the shoes were so important, and have to"last" as much as possible, because thinking of buying a new pair, it was a dream almost impossible.
Filippo remembers the days when the brides used to pass with the cars and threw confettos from the windows ... Then he and other children barefoot, used to run around like crazy and often did fight just to pick up some confetto from the ground and eat, or to bring some home with great happiness, although dirty and full of dust ... Or when he and the other children were "recruited" in exchange for a few lire, to collect mandarin peels, which seems to serve to produce the spirit, for a tomatoes farm near the Spasimo. The night, then when the trucks came to download lot of cans of peeled tomatoes, the boys were going to be awakened by their parents to go and secretly take something to give the joy of a plate of pasta with tomato sauce at home ...
But there was a danger to the poor children of that area, and not only that ... a danger to which his parents had given a name of an animal that was frightening: the "Lupa" (ed.the female wolf) ... And the same Philip had been repeatedly warned to be careful when playing in the street. But what was the Lupa? Certainly not the female wolf of some tale for children, which was a symbol of evil ... It was a convertible car that sometime came around in the most disadvantaged neighborhoods, and carried away the children with real guerrilla raids. It was not rape or anything related to the crime: it was a group of people responsible for poor children taken arbitrarily from the street and forced to entrust them to religious schools, orphanages and other, often outside Palermo ... A kind of social service managed violently ...
But who was behind all this? Citizens who care about the fate of poor children? Municipal authorities? Police? Church ? Clarity was never made ...
And one day Filippo, who is the one who told me this story, was in danger of ending up in the hands of the Lupa, and if it did not take him just because he was able to run, even barefoot, faster than some of his friends, who didn’t come back home from that moment... It was a miracle that he managed to return home, running across the narrow streets of the Kalsa to avoid the Lupa ... Maybe these people ensured a better future, but in fact, as the same narrator of the story says, watching the agony of the parents who saw their children "kidnapped" in this way, was something that marked Filippo for years ... Today he is a 70 years old gentleman with white hair, and despite the memories of those days are sad, he tries to smile, and wonders how it would be his life if that day he was kidnapped by the Lupa ...
Better or worse? There is no answer ...
This story, maybe can help modern people to know better that era, and that poverty was a result of that war left, bloodier than the war itself ...

martedì 8 novembre 2011

ATTRAVERSO I SECOLI... Aneddoti palermitani [Pt. 2]

[ANEDDOTI] Ecco una nuova carrellata di brevi notizie prese qua e là da libri e diari cronologici di Palermo....
9 Luglio 1545 : Nasce il figlio del principe Filippo di Spagna e di sua moglie Maria, che muore dopo il parto per essere stata trascurata dalla duchessa d'Alba e altre donne presenti, le quali preferirono lasciare lì la partoriente ed andare ad assistere ad uno spettacolo dell'Inquisizione. Le cameriere, tentando di alleviare i dolori della donna, le fecero mangiare un limone, ma poco dopo morì.
2 Maggio 1556 : Fu impiccato un romano, e rimase appeso alla forca fino al suo seppellimento. Trasportato alla chiesa della Catena per essere seppellito, si risvegliò improvvisamente e rimase vivo ancora per tre ore. Qualcuno gridò al miracolo.
27 Dicembre 1565 : Si suicida per "malinconia" mastro Geronimo da Randazzo, domenicano, ferendosi dapprima ripetutamente con due temperini alla vescica (!), poi con una mazza alla testa. Morì dopo una settimana.
29 Marzo 1576 : Due chierici si azzuffano a colpi di ampolle sacre dentro la cattedrale, davanti al SS.Sacramento. Uno dei due è ferito alla testa e perde parecchio sangue che macchia alcuni monumenti reali... A causa di ciò viene stabilito di sospendere le messe per qualche giorno e il trasferimento del SS.Sacramento nella chiesa della Badia Nuova. La cattedrale viene poi benedetta da membri del sant'Uffizio prima di essere riaperta.
27 Marzo 1586 : Viene catturato tale Vincenzo per aver rubato un manto femminile del valore di 1 onza. Avrebbe dovuto sposarsi la domenica successiva, invece per tale reato finì sulla forca.
8 Ottobre 1607 : Alle ore 17 circa, al convento di S.Maria degli Angeli, muore fra Bartolomeo di Monte Albano, persona molto umile e conosciuta in tutta Palermo per la sua bontà verso i bisognosi. Portato in chiesa per la veglia funebre, accorsero molti fedeli a chiedere grazie sul suo feretro, strappandogli l'abito di dosso, per farne brandelli da conservare come reliquie. Alcuni che stavano male, improvvisamente stettero bene... I frati lo riportarono in sacrestia, e lo seppellirono. Il giorno dopo arrivarono parecchi "spirdati" che furono guariti o miracolati mentre stavano davanti alla sepoltura del frate.
10 Marzo 1612 : Viene catturato un marinaio e dei complici per avere scassinato una bottega di panni nel quartiere della Loggia. A lui e ai suoi compagni vengono tagliate le orecchie e poi incarcerati a vita.
30 Marzo 1613 : Viene giustiziato alla Vucciria un soldato che aveva ucciso un taverniere dopo aver mangiato ed essersi pure rifiutato di pagare il conto.
26 Dicembre 1635 : E' catturato tale Cesare Lanfusa, reo di aver rubato un maiale, e condannato per questo, ad essere frustato e portato in giro per la città con lo stesso maiale sulle spalle.
26 Luglio 1638 : Viene indetta in questo giorno la cosiddetta "maledizione dei grilli", una preghiera detta contemporaneamente da varie parrocchie di Palermo contro una singolare invasione di grilli e locuste che danneggiano i raccolti.
15 Ottobre 1747 : Davanti al portone del tribunale del sant'Uffizio a piazza Marina, vengono esposti 9 uomini a torso nudo e con un bavaglio alla bocca, rei di aver fatto il "giuoco del Papa", cioè aver deriso a voce alta le autorità ecclesiastiche con frasi oscene ed offensive. Furono poi incarcerati e non subirono altro tipo di pena in quanto riconosciuta la loro condizione di ignoranza.

E data la grande richiesta... preparatevi a leggere anche una terza parte degli aneddoti palermitani quanto prima...
"Scorcio" della Cattedrale


POST IN INGLESE

SHORT STORIES THROUGH THE CENTURIES [PART 2]

Here's a new roundup of short anecdotes taken from various books and journals...
July 9th, 1545: Born the son of Prince Filippo of Spain and his wife Maria, who died after giving birth to have been neglected by the Duchess of Alba and other women present, who preferred to leave there and go to attend a performance of the Inquisition. The waiter, trying to relieve the pain of the woman, made her eat a lemon, but he died shortly after.
May 2nd, 1556: It was hanged a man from Rome, and left hanged on the gallows until his burial. Transported to the church of S.Maria della Catena to be buried, he awoke suddenly and remained alive for three hours. Someone called it a miracle.
December 27th, 1565: Master Geronimo from Randazzo, a Dominican, tries to suicide for "melancholy", injuring himself several times, first with two knives to the bladder (!), then to head with a sledgehammer. He died after a week.
March 29th, 1576: Two clerics are fighting with strokes of sacred vials inside the cathedral, in front of the Blessed Sacrament. One of them is wounded in the head and lost lot of blood that stains some statues inside the church ... Due to this reason it is decided to suspend the masses for a few days and the transfer of the Blessed Sacrament in the church of Badia Nuova. The cathedral is then blessed by members of the Holy Office before being reopened.
March 27th, 1586: A man named Vincenzo is captured for stealing a woman coat worth 1 ounce. He should have married the following Sunday, but ended on the gallows for this offense.
October 8th, 1607: At about 5 p.m., at the convent of Santa Maria degli Angeli, dies father Bartolomeo of Monte Albano, very humble and well known in Palermo for his kindness to the needy. Brought to church for the wake, many of the faithful flocked to ask because on his coffin, ripping the clothes off, to make pieces to keep as relics. Some who were ill, suddenly stood well ... The brothers brought him into the sacristy, and buried him. The next day came several "mads" who were miraculously healed or as they were before the burial of a monk.
March 10th, 1612: It was captured a sailor to have stolen, with some accomplices, into a clothes shop in the neighborhood of the Loggia. He and his companions are cut off his ears and then imprisoned for life.
March 30th, 1613: In the Vucciria is executed a soldier who had killed a tavern owner after eating and have even refused to pay the bill.
December 26th, 1635: On that day is captured Cesare Lanfusa, guilty of stealing a pig, and convicted for this, to be whipped and taken around the city with the same pig on his shoulders.
July 26th, 1638: It is issued on this day the so-called "curse of the crickets," a prayer called simultaneously from different parishes of Palermo against an unusual invasion of crickets and locusts that damage crops.
October 15th, 1747: In front of the door of the court of the Holy Office in Piazza Marina, nine men are shown bare-chested and with a gag in his mouth, guilty of having made the "role of the Pope" that he laughed out loud authorities Church with obscenities and offensive stuff. They were then imprisoned and suffered no other punishment as a recognition of their state of ignorance.

And given the high demand ... get ready to read a third part of the short stories about Palermo ...

sabato 5 novembre 2011

TRA STUCCHI E MASSONERIA...Due Oratori barocchi


[TESORI] Alle spalle della chiesa del Gesù (o Casa Professa se preferite), c'è un complesso artistico-monumentale che è visitabile tutti i giorni e che è costituito da una magnifica sacrestia, un piccolo museo, cripte sotterranee, e un oratorio che si trova al secondo piano del complesso. E' il cosiddetto Oratorio del Sabato, appartenente alla comunità gesuita, dedicato alla Croce e al Martirio di Cristo. E' un salone barocco decorato con stucchi da Procopio Serpotta nel 1740, e che aveva alle pareti laterali grandi tele, poi rimosse negli anni.
Oggi è un luogo dedicato a riunioni o semplici momenti di preghiera e riflessione per i gesuiti che tutt'ora vivono nel complesso di Casa Professa.
Un meraviglioso crocifisso ligneo del'600, l'affresco della volta, raffigurante l'incoronazione della Vergine, e un piccolo quadro della stessa Vergine, sono i gioiellini di tutto questo insieme. L'Oratorio è tutto restaurato col candore del suo bianco che esplode ed illumina la sala. Andate a visitare il complesso, al costo di un minimo biglietto, e ve ne renderete conto voi stessi...
Oratorio del Sabato (in fondo si vede il crocifisso ligneo)
L'affresco della volta
Il quadro della Vergine (di F.Randazzo)
Un altro Oratorio barocco lo si trova nel complesso monumentale dei padri Teatini, all'interno dell'odierna facoltà di Giurisprudenza, una volta convento dei Teatini. E' il cosiddetto Oratorio di S.Giuseppe dei Falegnami, la maestranza seicentesca che rilevò l'oratorio dai Teatini ai primi dell'800. Con la soppressione degli ordini religiosi, avvenuta dopo il 1860, molti edifici, come i conventi, si trasformarono in scuole e uffici pubblici. E' anche il caso di questo oratorio, che appartiene all'università e funziona come cappella privata della facoltà di giurisprudenza. L'ingresso è dalla via G.D'Alessi, alle spalle della chiesa di S.Giuseppe. Splendidamente decorato dai familiari del Serpotta, Giuseppe e Procopio, il salone fu usato anche come luogo di riunioni, cosa evidenziata dalla presenza di sedili laterali, ed è un tripudio di stucchi più vicini, come stile generale, al barocco romano. 
Affascinante ma bisognoso di restauri, l'Oratorio dei Falegnami conserva forse un piccolo segreto, ma poi nemmeno tanto celato : sull'altare ci sono due putti, uno con con riga, l'altro con compasso in mano, evidenti simboli massonici. Oltre a riunioni religiose, ospitò in passato anche altro? E' vero che del Serpotta si sa che appartenesse alla massoneria, ma qui i dubbi riguarderebbero tutta un'epoca e una situazione di gerarchie laico-ecclesiastiche che se da un lato può incuriosire, dall'altro è più che mai tenebrosa. Da segnalare anche all'ingresso una "vara" settecentesca di S.Giuseppe col Bambinello, che si portava in processione in epoche ormai lontane...
Oratorio di S.Giuseppe dei Falegnami/1
Oratorio di S.Giuseppe dei Falegnami/2
Uno dei putti sull'altare col simbolo massonico in mano


POST IN INGLESE

STUCCOS AND MASONRY... TWO BAROQUE ORATORIES

Behind the church of Gesù (or Casa Professa if you prefer), there is a monumental and artistic complex which is visited every day and includes a magnificent sacristy, a small museum, underground crypts, and an oratory which is on the second floor of the complex. And 'the so-called Oratory of Saturday, belonging to the Jesuit community, dedicated to the Cross and the martyrdom of Christ. It’s a hall decorated with baroque plasterwork by Procopius Serpotta in 1740, and that the side walls had large canvases, then removed over the years. Today is a place for meetings, or simple moments of prayer and reflection for the Jesuits who still live in the Cas Professa complex.
A beautiful wooden crucifix of '600, the ceiling fresco depicting the coronation of the Virgin, and a small painting of the Virgin herself, are the gems of this collection. The oratory is all restored with the whiteness of white colour lightning the hall. You can go and visit the complex, for the cost of a minimum ticket, and you will realize for yourself how much is magnificent ...

Another Baroque Oratory is in the monumental complex of the fathers Teatini, in today's Faculty of Law, once a convent of Teatini. And 'the so-called Oratory of S.Giuseppe of the Falegnami (Carpenters), the seventeenth-century workforce who took over the chapel from the Teatini in early’800. With the suppression of religious orders, which occurred after 1860, many buildings such as convents, were transformed into schools and public offices. It 'also the case of this oratory, which belongs to the university and works as a private chapel of the Faculty of Law. The entrance is on via G.D 'Alessi, behind the church of S.Giuseppe. Beautifully decorated by the family of Serpotta, Giuseppe and Procopio, the hall was used as a meeting place, something highlighted by the presence of side seats, and is a riot of stucco closer, as the general style, the Roman Baroque.
Charming but in need of restoration, the Oratory of the Carpenters retains perhaps a little secret, but not so hidden : there are two altar boys, one handling a row, the other one, a compass, obvious Masonic symbols. In addition to religious meetings, maybe hosted in the past something else ? We know that Serpotta belonged to Freemasonry, but there are many doubts about the whole situation of that period about secular-ecclesiastical hierarchies that can intrigue but it’s more mysterious than ever. At the entrance before the Oratory hall, there’s a eighteenth-century "vara" showing St. Joseph with the Child, which was carried in procession in times long gone ...

martedì 1 novembre 2011

1958 : CHIUSO PER CESSAZIONE ATTIVITA'


[STORIE] Federico ci illustra l'aspetto palermitano di una certa attività, che viene definita anche "mestiere più antico del mondo". Vi invito a leggere, ringraziandolo come sempre per il suo contributo al Blog...
I libri di scuola ci ricordano una data fatidica che fu tappa per l'unità del nostro paese :  20 Settembre 1870, data della breccia di Porta Pia a Roma.
Ma a Palermo si ricorda bene un altro 20 Settembre, quando protagoniste furono altre porte, e non vi fu bisogno delle schioppettate dei bersaglieri...
Era l'anno 1958, e la senatrice Merlin vinse la battaglia piu' grande della propria vita, ottenendo la chiusura dei bordelli, simbolo di oscenita' in una nazione avviata verso il boom economico e l'emancipazione totale delle donne. Il 20 settembre del'58 fu la tomba dei ferrei articoli legislativi relativi alla prostituzione. La legge fascista aveva messo ordine alla gestione borbonica di questa "attività", definendo in modo preciso l'istituzione di "casini" sotto il controllo della Pubblica Sicurezza. Stabilì i rapporti fra tenutarie, subordinati e signorine lavoratrici, ponendo norme comportamentali di queste ultime, nelle ore di liberta' e di lavoro. Generalmente, le signorine che prestavano servizio in queste case, seguivano la regola della rotazione ed erano sottoposte ad esami di ammissione per il passaggio da citta' a citta', da un casino ad un altro, mandando documentazione fotografica  particolareggiata alla maitresse accettante. Indi, se ammesse, col loro bravo patentino di buona salute, si presentavano al posto di lavoro ed alla Pubblica Sicurezza per registrare il trasferimento.
La vita nel bordello per le signorine si scandiva secondo ritmi rigidamente militari, ed il giusto compenso per le prestazioni era definito “marchetta”, variabile per classe di categoria del bordello, e divisa in parti eguali fra la direttrice e la signorina, a cui veniva addebitata un quota per gli alimenti... Insomma una specie di contratto di mezzadria...
I clienti appartenevano a tutte le classi sociali, secondo l'entita' della marchetta, o secondo l'importanza e la raffinatezza del bordello...Dai semplici padri di famiglia (insoddisfatti delle proprie mogli), ai casti sacerdoti che si portavano lì in abito borghese ed in orari discreti, ai militari, ai ragazzotti di primo pelo, ai pensionati in solitudine! Il pubblico era vario...
Pubblicità di una casa d'appuntamento del ventennio
A Palermo i casini erano numerosi e ben attrezzati (almeno quelli in regola e registrati). Tra i tanti si ricordano :
“Pensione delle Rose” in via Ventura dietro al teatro Politeama.
“Pensione Jolanda”, sempre in via Ventura ma al piano inferiore del precedente.
“Pensione Flores” in via Gagini, dove si serviva nientemeno che Salvatore Giuliano.
“Il ritrovo Taibbi” in piazza Monte di Pieta' e “L'Igea” in via Lungarini.
“Vemeille” ed il “Settequarti” in vicolo Marotta, traversa di Corso Vittorio Emanuele.
“Pensione 900”, la cui attivita' fu interrotta tragicamente dal bombardamento del marzo '43.
Il casino gestito da madame Teresa Valido, in corso Vittorio Emanuele, il preferito dai gerarchi fascisti.
“La pensione Buganè", a piazza Sant'Oliva, di fronte al Circolo Uffiali dell'Esercito, tra i piu' fedeli frequentatori, ma frequentato anche dagli ecclesiastici...
Ma questi erano i casini piu' “ in “... Gli altri, meno eleganti e confortevoli, erano disseminati un po' per tutta la citta', dalla Cala alla via Cassari, dal vicolo Ragusi a via Candelai.
Ma che avvenne a Palermo il 20 settembre del 1958 ? Lo puo' ricordare chi lo ha vissuto e lo potra' sapere, oggi, chi leggera' questo superficiale articoletto !
Quasi fosse un tacito accordo fra casini, quella sera si festeggio', ma con una certa malinconia, si brindo' fra i piu' intimi ed assidui clienti, le maitresse e le puttane, abbonando per l'occasione la marchetta !
Storico fu il discorso fatto da madame Teresa della Pensione Buganè, che riunì le pulzelle dicendo :
“Care ragazze, questa sara' l'ultima nostra notte, vi ho chiesto contegno, distacco e professionalita', ma questa volta divertitevi e bevete con i clienti. E' terribile che si chiudano le case, ma proviamo a non pensarci e lasciamo almeno ai nostri amici un ricordo indelebile”.
Nei pressi di piazza Marina, una orchestrina composta da violinisti suono' struggenti melodie per salutare le avvenenti donzelle, che lavorarono per l'ultima volta nelle case che sarebbero diventate "chiuse".
Solamente in via Candelai quella sera non si brindo' nè si festeggio', anzi si maledisse con veemenza la Merlin, perche' la sua legge fu approvata mentre proprio un nuovo bordello stava per aprire i battenti.
Lina Merlin, morì il 16 agosto del 1979 e di lei oggi ci si ricorda non tanto le sue lotte antifasciste, ma per la legge sull'abolizione dei casini, e dal... bordello che seguì a proposito della prostituzione negli anni a venire...
Ma degli effetti post '58 parlerò in seguito, se questo modesto excursus sara' stato di Vostro gradimento...
"Prezzario" di una casa d'appuntamento
 PS. Ringrazio Nora che ha trovato la foto del prezzario qui sopra

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POST IN INGLESE :



1958 : STOP TO THE HOUSES OF PROSTITUTION

Federico tells us about the appearance of some activity from Palermo, which is also called "oldest profession in the world." I invite you to read, and I always thank him for his contribution to the Blog ...
The school books remind us that fateful day was a milestone for the unity of our country : September 20th, 1870, the date of the breach of Porta Pia in Rome.
But Palermo remembers a different September 20th ...
The year was 1958, and Senator Merlin won the biggest battle of her life, resulting in the closure of the houses of prostitution, symbol of obscenity in a nation looking towards the economic boom and the complete emancipation of women. On September 20th, 1958 was the tomb of iron rules of legislation regarding prostitution. The fascist law had brought order to the management of Bourbons this "activity", by defining precisely the creation of those particular houses under the control of Public Safety. Established relationships between householders, ladies and subordinate workers, behavioral norms of the latter putting in the work hours and free time. Generally, the ladies who served in those houses, followed the rule of the rotation and were subject to entrance exams for the transition from city to city, from one house to another, sending detailed photographic documentation to be accepted into the houses the madam. Then, if allowed, with their excellent license in good health, presented themselves to the workplace and public safety to record the transfer.
Life in the houses for the ladies has strictly military rules, and just compensation for the performance was called "marchetta", variable for the category of house’s class, and divided equally between the householder and the young lady, who was charged a fee for food ...

So a kind of sharecropping agreement ...
The customers belong to all social classes... From simple family men (dissatisfied with their wives), the celibate priests who were brought there in civilian clothes and in discrete time, the military, the young boys, and older man to win the solitude! The audience was different ... In Palermo the houses were a lot and well equipped (at least those in good standing and registered). Among the many include:
"Board of Roses" in via Ventura, near Teatro Politeama.
"Pensione Jolanda", in the same viaVentura, next to the previous one.
"Pensione Flores" being Gagini, where the famous outlaw Salvatore Giuliano used to go.
"Casa Taibbi" in Piazza Monte di Pieta 'and "Igea" around via Lungarini.
"Vemeille" and "Settequarti" in vicolo Marotta, a side street of Corso Vittorio Emanuele.
"Guest 900", whose activities was tragically interrupted by the bombing of March '43.
The house of Madame Teresa Valido, in Corso Vittorio Emanuele, the fascist’s favourite.
"The Pensione Buganè" in piazza Sant'Oliva, in front of the Army Officer Circle, also frequented by the priests ...
But those were the most famous and regulars ... The other, less elegant and comfortable, were a little scattered throughout the city, from the Cala,to vicolo Ragusi, to via Candelai. But what happened in Palermo on September 20th, 1958? Almost had a tacit agreement between houses, celebrating that night, but with great melancholy. An historic speech was made in the Pensione Buganè by Madame Teresa, who united the maidens, saying: "Dear girls, this will be 'our last night, I asked you composure, detachment and professionalism, but this time have fun and drink with customers. It’s terrible that the houses are closing, but try not to think about it, and at least leave a lasting impression to our friends".
Near Piazza Marina, a band played violins to greet the comely maidens, who worked for the last time in houses that would become "closed". Only in via Candelai they didn’t celebrate, 'cause the new law was starting while a new house was about to be to opened.
Lina Merlin, died 16 August 1979 and today she is remembered not for her antifascist struggles, but by the law on the abolition of the houses of prostitution. But for the effects of post-'58 will speak later...