lunedì 14 maggio 2012

LA LEGGENDA DEL COCCODRILLO

[ANEDDOTI] L'amico Angelo Trapani, che ringrazio, ha voluto dare un nuovo contributo a questo Blog, scrivendo su una leggenda molto famosa del nostro centro storico...
Nel mercato della Vucciria, all’interno di quello che una volta era un negozio di generi alimentari presso la via Argenteria, vi è tutt'ora appeso, nel soffitto, un grosso coccodrillo imbalsamato. L'animale, lungo oltre tre metri, con le enormi fauci spalancate, incuteva timore a chiunque si trovasse di passaggio nei suoi pressi. Era per i bambini una visione che dava gioia e timore allo stesso tempo...
Leggenda popolare vuole che il coccodrillo abitasse la fontana che si trova nella piazza Caracciolo, alla Vucciria. Fontana che un tempo si credeva alimentata dal flusso delle acque del sottostante fiume Papireto. Quell'enorme bestione, si narra, era nativo del lontano Nilo ma non si sa bene come, in qualche modo, riuscì ad arrivare via mare fin dalle nostre parti, e risalito il fiume Papireto trovò in quella fontana comodo rifugio per la sua esistenza. Il grosso coccodrillo, però, non si nutriva solo d'acqua ma aveva bisogno pure di "sostanza"...
Fu così che prese l'abitudine di divorare tutti quei bambini che si attardavano a giocare oltre le ore del tramonto nei dintorni. Nel quartiere, ben presto, si diffuse la paura che la bestia potesse divorare tutti i "picciriddi" e così alcuni tra i più coraggiosi giovani della Vucciria un giorno decisero di tendergli una trappola. Alle ore del tramonto, appena il coccodrillo si affacciò dal bordo della fontana in cerca della  sua vittima, in cinque lo agguantarono per la coda. Il possente animale si dimenava, e mentre in quattro tentavano di tenerlo fermo, il più lesto tra i giovani cosaggiosi fece in tempo ad infliggergli un fendente con un grosso coltello. Il giovane spinse con tutta la sua forza trafiggendo le dure carni dell'animale. E dopo che la lama penetrò sotto la gola, con tutta la sua forza continuò a spingere fino ad arrivare all'altezza dello stomaco. Il feroce animale, squartato, cadde esanime in una pozza di sangue e mentre tutti osservavano la scena, il pianto di una bambina si udì provenire dall'interno del suo stomaco. Il coccodrillo era ormai immobile per terra e fu allora che il giovane infilò le sue forti braccia dentro le carni insanguinate dell'animale, afferrando con le sue mani il corpicino di una bimba, ancora viva, che subito venne estratta fuori. La bambina miracolosamente si salvò e alla Vucciria fu festa... "Musica, balli e ciumi ri vinu" scorrevano per tutta la via dell'Argenteria, dalla fontana fino al mare !
La lungimiranza dell'amico Vincenzo Amodeo, odierno proprietario dell'immobile, che ringrazio, ha permesso che dopo 40 anni il coccodrillo della Vucciria,  restaurato, tornasse finalmente a far parlare di se da quel soffitto di via Argenteria 45, pronto a intimorire ogni malintenzionato.
Magari le cose non saranno andate proprio così... Chissà.
Sta di fatto che il coccodrillo è divenuto, negli ultimi 50 anni, una vera e propria mascotte del quartiere, o meglio, di ciò che "era" la Vucciria (purtroppo), attirando curiosi e turisti, nonchè famiglie con bambini, dentro quella piccola bottega.
Oggi, purtroppo, a Palermo i coccodrilli sono ben altri, e non solo alla Vucciria...
Il coccodrillo restaurato e appeso

(PS. Testo e foto di Angelo Trapani)

9 commenti:

  1. Nulla togliendo alle leggende metropolitane, che sicuramente hanno il loro fascino, sarebbe davvero interessante sapere come quel coccodrillo sia finito appeso a quel soffitto...

    RispondiElimina
  2. LEGGENDA “DU CUCCUDRIGGHIU”
    LA STORIA COMINCIA CON FANTASTICHERIE !
    Antonio Veneziano sentenziò che il Papireto derivasse dal Nilo già popolato dai terribili rettili quindi fu naturale trovare lì un povero coccodrillo da impagliare .Lo stesso Di Giovanni colse l’occasione di ricordare che già ai sui tempi (1612) appeso all’arco della “Cuncuma”, accanto la Commenda di San Giovanni alla Guilla era il mitico cuccudrigghiu ‘mpagghiatu
    Sconosciuta è la data di trasferimento dell’impagliato al civico 45 di via Argenteria ,ma lo storico Di Marzo riferiva già della sua presenza nel 1872.
    Quel civico 45 corrispondeva ad una drogheria, ed era quasi normale arredamento avere un coccodrillo o un serpente impagliato per esercizi di speziali o aromatai .
    Lo ricordo appeso al tetto con una lampadina perennemente accesa che spandeva una lucetta tristemente sinistra .
    Questa é la sintesi di una ricerca da me effettuata in occasione di una passeggiata effettuata col nostro gruppo . Il tutto avvalora l'essenza di una bella leggenda metropolitana !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Coccodrillo della vicciria , quanti ricordi..... , così maestoso, era l'attrazione di grandi e piccini

      Elimina
  3. Il coccodrillo della Vucciria evoca in me ricordi d'infanzia e sensazioni bellissime, Se chiudo gli occhi mi vedo all'età di 6-7 anni con mio padre che mi tiene per mano, l'aria frasca dell'estate,(come era una volta la nostra bella stagione), le strade del mercato che brulicano di gente e commercianti che "abbanniano". E arrivati davanti alla bottega del coccorillo rimanere affascinata a bocca aperta. Ogni tanto mi chiedo se i ragazzi di oggi avranno mai dei ricordi come questi legati alla storia della nostra città. Io lo spero.

    RispondiElimina
  4. Ce n'è uno anche qui da noi, nel Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie, a Curtatone, Mantova.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E non solo a curtatone. Vari santuari italiani espongono questo rettile africano. Altri edifici religiosi conservano solo parti di antichi e giganteschi animali (come ossi di balene) o intere bestie, mostrate ai fedeli come mònito ed esse stesse incarnazione del male.

      Elimina
  5. Do you know of any scholarly sources that mention this legend? Would like to use this tale for my research project, but am only allowed to use academic sources. My email is tristan_erwin@yahoo.com

    RispondiElimina
  6. Sapete di tutte le fonti accademiche che menzionano questa leggenda? Vorrei utilizzare questo questo per il mio progetto di ricerca, ma sono solo permesso di utilizzare fonti accademiche. La mia email è tjerwi5210@ung.edu

    RispondiElimina