lunedì 23 aprile 2012

PRENDI L'ARTE E...METTILA DA PARTE ?

Non sono un artista e nemmeno un intenditore di arte, ammiro ciò che mi piace e mi va di ammirare, ma lo faccio a 360°, senza pormi problemi di classificare certe cose, o di snobbarne altre. A seguito del percorso fatto alla Vucciria lo scorso 15 Aprile, ho notato che i commenti ad un certo punto, hanno iniziato a concentrarsi sul degrado di piazza Garraffello e non solo…
C’è un artista austriaco, tale Uwe Jantsch, che vive a Palermo ormai da quasi 10 anni, che ha, a suo modo, “abbellito” ciò che restava di certe costruzioni crollate (per incuria e degrado o perché residui di bombardamenti della seconda guerra mondiale), con delle sue applicazioni, dando risalto all’aspetto più sporco del quartiere, in questo caso, ovvero l’immondizia, definendo Palermo il “paradiso della spazzatura”, non volendo, sicuramente, con questa sua affermazione, offendere la nostra città, e ci mancherebbe altro, ma mettendone in risalto, agli occhi del mondo, le doti secondo lui più interessanti (Vedi anche video relativo : Palermo paradiso dell'immondizia).
Imbrattando muri (tra cui quelli del palazzo Mazzarino ed altri lì attorno) e inserendo oggetti vari tra macerie e cumuli di rifiuti, Jantsch si è detto orgoglioso della sua arte…
Ma adesso mi chiedo (e vi chiedo) : ma scrivere a caratteri cubitali rossi “UWE TI AMA” sul prospetto del già citato palazzo Mazzarino (degradato all’inverosimile ma di importanza storica notevolissima) è arte ? Esaltare la spazzatura è arte ?
La piazza Garraffello e i suoi dintorni sono stati riveduti e corretti dalla mano dell’artista teutonico come se il quartiere fosse una mostra perenne a cielo aperto…
Leggo su internet che la Provincia Regionale di Palermo esaltò le composizioni di piazza Garraffello a tal punto da inserirle sulle guide per i turisti, allo stesso modo della Cattedrale, della Cappella Palatina o di tanto altro... Il Comune invece fu contrario e smantellò parte di ciò che era stato realizzato.
Sarò io (e non solo io) che non ci capisco nulla di arte, e questo ci può pure stare, ma mi pare che violentare in questo modo certi nostri luoghi, già in pessime condizioni, non so fino a che punto si possa definire arte…
Spero che qualcuno mi possa spiegare dove sta l’aspetto artistico.
Soprattutto spero di capire anche chi ha permesso tutto questo che a me personalmente non piace proprio e, da quello che ho letto nei giorni scorsi, non sono il solo a pensarla così…
W Palermo città d’arte, seppur coi suoi problemi e le sue “incurie”, ma che sia Arte con la A maiuscola…

Chi imbratta i monumenti è artista ? Palermo allora è una patria di artisti...

"Uwe ti ama"... Mauro "risponde"... Anche questa è arte
L'arte di Uwe Jantsch a piazza Garraffello
Il quartiere è rinato grazie a questi murales ?
Arte...
Arte ed ironia...


Commentate scrivendo la vostra nello spazio sotto...

lunedì 16 aprile 2012

UNA DOMENICA MATTINA A "FARE VUCCIRIA"

Si è svolta domenica 15 Aprile la quarta "passeggiata" storica del gruppo Palermo Nascosta. Stavolta era in programma un giro del quartiere della Vucciria. Breve, ma efficace, il percorso è partito da piazza S.Domenico, dalle origini del mercato popolare, nato in periodo angioino perchè luogo di macellazione della carne (il termine francese "Boucherìe") e sviluppatosi nel corso dei secoli sino all'odierno stato di degrado e semi-abbandono. Per la grande folla di gente che sino a pochi anni fa era solita frequentare il mercato, il termine Vucciria è da sempre, per i palermitani, sinonimo di confusione. Una cosa purtroppo scomparsa, nell'attualità...

Apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, il quartiere della Vucciria è stato oggetto di discussione, durante l'itinerario mattutino, per tanti aspetti che lo riguardano. Dalle sue diramazioni arabe e medievali, piazza S.Andrea, via Ambra e piazza Appalto, al punto in cui, tra via s.Eligio e via Materassai, riapparve dal sottosuolo il corso del fiume Papireto (vedi post "Il fiume che riapparve"), sino ai palazzi nobiliari ma decadenti di piazza Garraffello (vedi anche post: "Palazzo Rammacca" e "Palazzo Mazzarino"), nonchè ai suoi personaggi meno conosciuti, già descritti in passato (vedi "Un bullo del dopoguerra" e "Il dramma di Carmelo") e altri invece famosi come Pino Caruso e Franco Franchi.
Tra storia e aneddoti, la passeggiata ha avuto i suoi momenti più importanti soprattutto a piazza Garraffello, via Chiavettieri e piazza Caracciolo, dove si è conclusa.
Ecco il percorso intero, con i vari spunti di discussione tra parentesi :
Piazza S.Domenico (introduzione sul mercato della Boucherie e la cucina povera palermitana) - piazza S.Andrea (l'omonima chiesa nel tessuto stradale medievale-la corporazione degli Aromatai che subentra al nucleo degli Amalfitani) - Via Ambra (antichissima via dove nacquero i primi artigiani di pietre preziose) - piazza Appalto (percorso arabo dove c'era l'antica manifattura dei tabacchi) - via Materassai (dove abitarono i Florio e l'attore Pino Caruso) - piazza Garraffello coi suoi palazzi del'500 e la storia delle logge - via Terra delle Mosche (antica strada del'400, antico luogo commerciale e dove visse da bambino l'attore Franco Franchi) - via Chiavettieri e via Cassari (l'attività artigianale della stradina con mostra di cimeli originali, e un paio di episodi accaduti tra gli anni'30 e gli anni'50) - piazzetta del Garraffo (Il Genio di Palermo, la chiesa di S.Eulalia e la sua leggenda, la famosa foto di E.Sevaistre del 1860) - piazza Caracciolo e via Maccheronai (il vicerè che dà un diverso assetto al mercato, e la strada dove si iniziò a produrre a Palermo la pasta). Ringrazio coloro che hanno scattato foto, che postate qui di seguito fanno da perfetta cornice al racconto dell'itinerario...
Il ritrovo del gruppo a piazza S.Domenico
 
Piazza S.Andrea con l'omonima chiesa

Da piazza S.Andrea si accede in via Ambra
Da via Ambra si va verso piazza Appalto
L'antichissima piazza Appalto
Il gruppo in piazza Appalto
Il percorso prosegue a piazza Garraffello
Arriva il gruppo a piazza Garraffello
La via Terra delle Mosche
La casa dove abitò Franco Franchi da bambino
Tra via Chiavettieri e via Cassari
Due catenacci originali dell'800 relativi a via Chiavettieri
La piazzetta del Garraffo col Genio
La chiesa di S.Eulalia dei Catalani
Il gruppo si avvia verso piazza Caracciolo
Da piazza Caracciolo si scorge via Maccheronai
Grazie di cuore a tutti gli amici che hanno preso parte alla passeggiata, seguendo le varie tappe con attenzione ed un pizzico di ironia e buonumore, perchè da buoni palermitani amanti della nostra città,  sono cose non devono mai mancare...


mercoledì 11 aprile 2012

ATTRAVERSO I SECOLI...Aneddoti palermitani [Pt. 3]

Per chi lo aveva richiesto già da tempo, ecco la terza parte degli aneddoti storici palermitani. Buona lettura a tutti...
[ANEDDOTI] 6 Gennaio 1553 : Alla Cattedrale viene nominato il nuovo Arcivescovo don Pietro d'Aragona Tagliavia. Il suo ingresso in chiesa si svolge con il rito ecclesiastico del tempo, cioè con due massime cariche cittadine ai suoi fianchi. Alla destra c'è il capitano di città don Geronimo Corbera, alla sua sinistra il pretore Cesare Lanza. Per chi non lo sapesse, il Lanza è colui che dieci anni più tardi ucciderà per adulterio la propria figlia, la famosa baronessa di Carini.
30 Agosto 1571 : Verso le ore 20, mentre è inginocchiato a pregare in casa sua, il principe Pietro Barrese è colpito da un fulmine che entra dalla finestra. Riporta gravi ferite al costato. Anche il servo viene ferito, ma non la moglie, che era pure nella stanza.
21 Giugno 1573 : Muore Don Luigi Ventimiglia, capitano di città. Al suo funerale partecipa pure l'Accademia dei Cavalieri. A chi chiede come sia morto il Ventimiglia, viene risposto che, non si sa come, si era tagliato accidentalmente un testicolo (!)
1 Agosto 1575 : Alla Vucciria viene impiccato un "beccamorto", che, essendoci in atto una epidemia di peste, rubava oggetti e indumenti dei morti e li rivendeva, causando nuovi contagi del terribile male.
28 Luglio 1578 : Viene catturato un muratore, poichè reo di tenere una figlia naturale "in loco" della moglie, usandole continuamente violenza. Dopo aver confessato sotto tortura, venne incatenato su un carro, portato alla forca, e poi il corpo fu bruciato.
28 Marzo 1610 : Nella chiesa di S.Agostino scoppia una lite tra Don Giovanni Branciforte, figlio del principe di Butera, e un macellaio. Il nobile aveva detto in toni molto arroganti alla moglie del macellaio di scostarsi perchè stava troppo accanto a lui, e per questo dopo uno scambio di improperi, il macellaio lo aveva spinto facendolo finire a terra. Uno staffiere del Branciforte, per prendere le difese del suo padrone, diede una coltellata in testa al macellaio. A causa del versamento di sangue in un luogo religioso, la chiesa fu chiusa per qualche giorno e poi benedetta prima della riapertura, secondo l'usanza di quei tempi.
12 Giugno 1610 : Il cardinale fece punire un uomo che teneva la moglie segregata in casa. Fu fatto denudare dal torso in su, posto su un carro e portato in giro. Ogni volta che il boia suonava una campanella, la moglie, che stava anch'ella sul carro, lo colpiva con una lunga treccia d'aglio. Poi andò in galera, e la moglie così ne fu liberata.
16 Settembre 1610 : L'Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor D'Oria fa emanare un bando che inasprisce le pene per chi commette furti di notte, anche se di poco conto. Se condannato una prima volta, il ladro sconterà dieci anni di prigione. La seconda volta che fosse colto in flagrante, avrà carcere a vita, la terza volta sarà condannato a morte.
2 Settembre 1748 : Spettacolo di Inquisizione nel chiostro di S.Domenico. Vengono condannati un vicario e due cappellani, rei di eresia e per aver commesso "infinite carnali iniquità", e un frate per aver celebrato messa senza essere ancora ordinato presbitero. Due furono condannati al carcere a vita, uno a dieci anni di prigione, il frate a cinque.
16 Febbraio 1759 : A causa del furto di una pisside contenente ostie consacrate nella chiesa di S.Giuseppe dei Teatini, vengono sospese le celebrazioni del carnevale in corso. Inoltre, inizia un triduo di preghiere e penitenza, e l'Arcivescovo pone una taglia di 150 onze sulla testa dello scellerato ladro. Anche due teatri cittadini vennero chiusi per questo motivo.
Interno di S.Giuseppe dei Teatini



giovedì 5 aprile 2012

LA PROCESSIONE DEL VENERDI' SANTO

[STORIE] E' consuetudine, per chi abita, o come nel mio caso, abitava, nel centro storico di Palermo, andare a vedere la processione del venerdì santo. I simulacri con le effigi del Cristo morto e della Vergine Addolorata vengono portati in giro, sorretti a braccia dai membri delle confraternite (fatica terrificante, più che altro per la scomodità della cosa), e scortati da figuranti vestiti da soldati romani, con la banda musicale e la coda di fedeli dietro. Ci sono varie chiese e varie confraternite che organizzano queste celebrazioni, a tal punto che spesso capita di girare in centro il giorno del venerdì santo e imbattersi in varie processioni a pochi metri di distanza tra una e l'altra. Ma ciò che mi lega di più a questo avvenimento sono i ricordi di quando ero bambino, o anche i ricordi tramandati dai familiari più anziani... 
Ora le processioni si svolgono nel pomeriggio, a partire più o meno dalle 15.30 per poi fare un certo itinerario e rientrare nella propria chiesa a tarda sera. Un tempo c'era la processione dei Cassari (Cioè dal quartiere della Vucciria) che iniziava la mattina ed arrivava sotto il mio balcone di via Maqueda intorno alle 12.30. Quello per noi bimbi era un giorno di festa, perchè venivano a casa mia zii e cugini per vedere il rito del venerdì santo e poi pranzare insieme... Di pomeriggio poi c'era la processione di S.Matteo ed anche altre che sfilavano sotto il balcone... La giornata si concludeva a tarda sera quando passava nuovamente una di queste processioni (adesso non ricordo quale) e stanchi, ma felici, si andava a dormire...
I parenti più anziani mi raccontano che quella della chiesa dei Cassari (Madonna del Lume), all'inizio del secolo, e fino agli anni'50, usciva addirittura di notte, con tanto di sfilata di figuranti incappucciati con le fiaccole in mano, molto tetra e suggestiva. Il rullare ritmico e lento dei tamburi faceva il resto. Ora non esce più da quella chiesa da quasi 20 anni, perchè il luogo fu dichiarato inagibile, e tutto venne trasferito alla chiesa di S.Maria La Nova, a piazza G.Meli. L'attore Franco Franchi era particolarmente legato a questa processione, e ne ho parlato altrove... (vedi post "Franco Franchi...una persona umile")
Un paio di curiosità : i soldati romani venivano (e vengono tutt'ora) chiamati "giudei", mentre gli incappucciati vestiti di nero prendevano la strana denominazione di "babbuini". Chissà perchè...  In alcune processioni i soldati romani sono a dire il vero vestiti con armature cinquecento/seicentesche, a testimonianza del periodo in cui queste celebrazioni ebbero inizio.
Ho già menzionato la processione di S.Matteo sul corso Vittorio Emanuele,  che esce da una chiesa con degli alti scalini, motivo per cui viene utilizzata una pedana di legno per facilitare l'uscita dei pesantissimi simulacri. Tanti anni fa, ad un certo punto di questa processione, cedette la base della statua della Madonna, e questa cadde giù tra il clamore della folla... O come un'altra volta, in via Maqueda, si scatenò un acquazzone e i simulacri vennero introdotti, per ripararli dalla pioggia, dentro la Galleria delle Vittorie, dove attesero, all'asciutto, che il tempo migliorasse... C'è anche la processione detta dei "cocchieri", di S.Maria dell'Itria, organizzata dal'700 ad oggi dall'antica confraternita a cui appartenevano i cocchieri dei palazzi nobiliari di via Alloro, e tutt'oggi i confratelli indossano delle livree in ricordo di quell'antico costume. O anche la processione di S.Francesco d'Assisi, di S.Giovanni alla Guilla, così come quella di S.Nicolò da Tolentino, organizzata dall'antichissima confraternita di Maria Addolorata della Soledad (detta anche del Palazzo Reale), per poi arrivare a quella del Borgo Vecchio, o a tante altre. Molte, oggi, non esistono più, altre mantengono forte questa tradizione. Insomma, a parte il fascino della rappresentazione sacra, con tamburi, incappucciati, musica ed armature, è una tradizione che per chi vive nel centro storico è anche parte dei ricordi, personali e non...
Processione dei Cassari (da S.Maria La Nova)
Processione dei Cassari - 2
Processione dei Cassari - 3
Processione dei Cassari - 4
Processione di S.Matteo (L'uscita dalla chiesa)
Processione di S.Matteo - 2
Processione di S.Matteo - 3
Processione di S.Matteo - 4
Processione di S.Matteo - 5
Processione di S.Nicolò da Tolentino
Processione di S.Nicolò da Tolentino
Processione di S.Nicolò da Tolentino - 2
Processione di S.Nicolò da Tolentino - 3
Processione di S.Nicolò da Tolentino - 4

IL VENERDI' SANTO DI GOETHE A MONTE PELLEGRINO

[STORIE] In un post di qualche tempo fa presi spunto dal libro di Goethe "Viaggio in Italia" per parlare di problemi di spazzatura. Oggi riprendo quelle pagine per vedere come lo scrittore tedesco raccontò la sua visita al santuario di S.Rosalia su Monte Pellegrino nel giorno di venerdì santo, 6 Aprile 1787 (esattamente 225 anni dopo, il venerdì santo cade di nuovo il 6 Aprile)...
"Il vero e proprio luogo sacro si accorda con l'umiltà della Santa, che qui cercò rifugio, molto più delle feste sontuose celebrate in onore della sua rinunzia al mondo. Quando si è sulla montagna si trova un angolo di roccia e ci si vede di fronte una parete, una rupe scoscesa contro la quale la chiesa e il convento sono come incrostati. L'esterno della chiesa non ha nulla di invitante, ma nell'entrare si resta sorpresi. Si vede un vestibolo, vasi con acqua benedetta e qualche confessionale. La navata è un cortile scoperto chiuso da un lato da una rupe selvaggia, al centro sta una fontana in pietra. La grotta stessa è trasformata in coro senza perdere il suo carattere selvaggio. Vi si accede salendo alcuni scalini. Tutto è illuminato dalla luce del cortile. In fondo, nell'oscurità della grotta, c'è l'altare maggiore. Dato che le rocce gocciolavano sempre d'acqua, bisognava mantenere il luogo il più asciutto possibile. Ci si è riuscito per mezzo di condotti e grondaie di piombo, legati tra loro. L'acqua è diretta verso un serbatoio limpido ove l'attingono i fedeli per adoperarla contro ogni sorta di mali. 
Un religioso mi indicò un altare, a sinistra, come un Santuario particolare... Attraverso le aperture di un grande fogliame in ottone, vidi risplendere delle lampade... Mi inginocchiai e guardai dalle aperture. C'era una grata d'ottone al di là della quale stava sdraiata una bellissima donna. Ella giaceva distesa, come in estasi, con gli occhi semichiusi, la testa abbandonata sulla mano destra ornata di molti anelli. Non mi stancavo di contemplare quella figura che mi pareva avesse un'attrattiva tutta speciale. Le sue vesti sono di lamiera dorata che imita una stoffa riccamente tessuta d'oro. La testa e le mani di marmo bianco, e un angioletto è in piedi presso di lei con uno stelo di giglio in mano, come per voler farle vento... Intanto erano entrati dei preti e cantavano i Vespri. Quando cessarono, presi posto su un banco di fronte all'altare e poi tornai ad osservare la Santa. L'acqua scorreva e mormorava nel serbatoio accanto all'altare. Regnava un gran silenzio in quel luogo deserto, pressocchè morto. Era il lustro del culto cattolico, specialmente siciliano, in tutta la sua semplicità naturale...
Solo con grande difficoltà potei strapparmi da quel luogo e tornai a Palermo ch'era già notte inoltrata"...
Goethe, a fine '700, ammirò ed apprezzò la nostra patrona, e magari fu da lei protetto nel proseguire il suo viaggio senza che le fosse stato chiesto. Noi invece oggi andiamo da S.Rosalia a chiedere e pretendere e ci lamentiamo se poi certe cose non accadono come vorremmo. E' meglio metterci in testa che certe cose, sia come persone, che soprattutto come palermitani, ce le dobbiamo meritare...
S.Rosalia