venerdì 30 marzo 2012

A TAVOLA SOTTO I BOMBARDAMENTI

[STORIE] Erano giorni durissimi, quelli del 1942/43, quando sotto le bombe alleate e le privazioni dovute alla guerra, la povera gente doveva preparare da mangiare. Le materie prime cominciarono a scarseggiare in modo notevole, sino quasi a sparire... A meno che non ci si rivolgesse agli speculatori del "mercato nero", che facevano pagare un occhio per un sacco di farina o un chilo di pasta... E anche in quel caso si doveva comunque avere il denaro necessario. Ma chi non poteva, come faceva ? Me lo sono chiesto anch'io, e l'ho chiesto a parenti e familiari che quei giorni li hanno vissuti... La colazione, nei tempi più difficili, era rappresentata più o meno da un pezzo di pane "schitto", rimasuglio del giorno prima, e, se si aveva la fortuna di tenere in casa zucchero, si facevano fette di pane "cotto" e addolcito. Per i bambini era l'antenato delle merendine di oggi... Il pane era giornalmente rintracciabile solo con la cosiddetta "tessera", che faceva quotidianamente accalcare le persone in fila davanti ai negozi che lo distribuivano. Ma più si andò avanti con la carestia di farina, più il pane iniziò a divenire immangiabile...
C'era il pane di "segale", dalla mollica scura e amaro al gusto (anche se per ironia, pare fosse molto ricco di qualità nutrizionali), o un tipo di pane che per breve periodo venne lavorato con farina (la poca rimasta) e nientemeno che polvere di marmo (!!!). Il caffè era un ricordo, c'erano dei "surrogati, o spesso veniva fatto di orzo. Il pranzo era rappresentato da un piatto di frumento macinato e cotto alla buona. La pasta era già una rarità, ma quando se ne trovava veniva quasi sempre cotta e mangiata pressocchè "squarata"... 
La cena sempre con pane (quello preso la mattina con la tessera) e qualche raro frutto, o con qualche "decotto" di cicoria e altre improbabili verdure, raccattate in qualche giardino pubblico o giù di lì... 
Una cosa che non mancava era l'acqua, che sgorgava per fortuna regolarmente dai rubinetti e veniva bevuta dalle famiglie, in quanto chimicamente molto più buona di quella di oggi (e non potrebbe essere diversamente, sennò chi comprerebbe più le "casse" di acqua minerale ?)...
Quelli furono i momenti in cui si potè dire di aver visto la fame coi propri occhi, o quando venne fuori il detto palermitano "U pitittu nni sta facennu acitu"... L'ironia non mancava nemmeno a stomaco vuoto.
A volte, però, anche quelle poche e misere cibarie, mancavano pure... E allora cosa si poteva fare ?
Un giorno se lo chiese pure la zia "Ciccina", che dopo essersi scervellata per ore gironzolando nervosa, notò una finestra aperta ed un piccione che si era infilato in casa...
Prontamente richiuse la finestra bloccando il pennuto in casa, e dopo lotta senza quartiere riuscì a catturarlo, ma non sapendo bene come ucciderlo (o forse non avendo, in fondo, il coraggio di farlo), mentre lo stringeva con una mano per non farlo scappare via, con l'altra riuscì a riempire velocemente una bacinella d'acqua dove immerse la testa del malcapitato piccione fino ad annegarlo... Pianse pure la dipartita del volatile, ma quel giorno, tra le piume grigiastre del pennuto che ancora svolazzavano "casa - casa", sfamò marito e figli con un inatteso arrosto...
Nei giorni successivi, chissà perchè, quella finestra rimase sempre aperta...
Ed un giorno di festa, si fa per dire, alla famiglia di Ciccina venne regalato un pollo da un contadino che era sceso a Palermo da un paese vicino e che conosceva il marito. Dopo essersi procurata anche un paio di patate, decise di cucinare il pollo "aggrassato", anche se cipolle non ce n'erano granchè... Ma in quei giorni una cena così se la sognavano pure i ricchi. E mentre il pollo era già cotto nel suo tegame, con coperchio e "peso" messi sopra, Ciccina dimenticò di chiudere la famosa finestra... 
Risultato : invece di qualche piccione entrò un gatto (la casa era all'ultimo piano, e sui cosiddetti "canali" passavano e spassavano vari ed affamati felini), e fece il tegame così ben pulito che non ci fu bisogno di lavarlo una seconda volta... I gatti venivano sempre tenuti in quelle case per paura dei topi, che nonostante il periodo di carestia, spesso facevano festosamente capolino, soprattutto nelle ore notturne, per cercare un tozzo di pane o qualche briciola, ma spesso, dato il periodo, non trovando nulla (perchè per la fame, le briciole rimaste sul tavolo venivano mangiate come dessert). I gatti entravano dalle finestre, i topi da chissà dove, ma pollo aggrassato e bricioline a parte, era dura pure per loro.
D'altronde la guerra era davvero per tutti, e non faceva quindi distinzione di specie...
Tessere alla mano e in fila per il pane...

lunedì 26 marzo 2012

UN ANGELO CUSTODE...DA CUSTODIRE

[TESORI] All'angolo tra via Matteo Bonello e via dei Carrettieri c'è la chiesetta denominata del S.Angelo Custode (in alcune guide si chiama Oratorio degli Angeli Custodi). Appartenuta e aperta dalla Congregazione degli Staffieri, nei primissimi anni del'700, è un esempio di architettura post-barocca.
E' molto bello lo spazio antistante alla chiesa, alla quale si accede da due rampe di scale che convergono entrambe al suo ingresso. In basso, a livello della strada, chiuso da un cancello e tra le due rampe di scale che portano alla chiesa, c'è una sorta di grande camera coi tetti a volta, che è l'antica cripta della confraternita. Due elementi molto interessanti, all'interno, sono la cantoria in legno, all'ingresso, artisticamente tra rococò e neoclassico, ed un magnifico crocifisso fatto di legno e cartapesta, entrambi opere del'700...
Scritta sopra il portone esterno

Decorata di stucchi e con quadri settecenteschi, la chiesa è oggi mantenuta dalla Confraternita che si occupa del suo utilizzo, sia per le celebrazioni religiose (che al momento sono soltanto una volta al mese), sia per dei concerti di musica classica organizzati col sostegno del Conservatorio V.Bellini. 
La chiesa del S.Angelo Custode è uno di quegli esempi di gioiellini d'arte della nostra città, che non sempre sono fruibili dal pubblico. Credo che il lavoro della Confraternita vada sostenuto, magari anche a livello di Curia o amministrazione comunale, per evitare che anche questo sito non diventi uno dei tanti portoni chiusi come tanti ce ne sono nel centro storico.
Vedremo in futuro cosa accade, ripromettendoci di fare un salto, ogni tanto...

Veduta da via Matteo Bonello
Esterno-1
Esterno-2
Esterno-3
Esterno-4
Interno
Dipinto-1
Altare
Interno (Spalle all'altare)
Crocifisso del'700
Stucco
Dipinto-2
Cantoria in legno
Dipinto-3
Scritta esterna

martedì 20 marzo 2012

IL FOTOROMANZO DI NORA


Giusto per sdrammatizzare la serietà degli argomenti affrontati nella passeggiata cinquecentesca dello scorso 22 Marzo, ecco una creazione dell'amica Nora, la fotografa "ufficiale" del gruppo Palermo Nascosta, che all'insaputa dei presenti ha colto momenti spiritosi, divertendosi a comporre un improbabile fotoromanzo... Buona visione a tutti...
Inizio passeggiata... Ore 9.45 circa...
9.46... Qualcuno già se ne pente (!?)
9.47... L'appello...
Alle 10 l'interesse per gli argomenti è evidente...
10.15... Il coinvolgimento del pubblico è ormai totale...
10.30... La folla segue con emozione...
10.45... Stoici e sofferenti...
11.00... Federico si "alliscia" i suoi accoliti...
11.10... Federico in difficoltà...
11.11... Fabio osserva a distanza...
11.15... Fabio e Federico si ricongiungono amichevolmente...
11.20 Cercasi aiuto inutilmente per liberarsi di Federico...

...Ma in realtà Federico ha un suo personale Santo protettore...
11.30... Con l'aiuto del Santo, Federico riprende a parlare...
11.40... Adesso i due dibattono assieme...
11.50... Il sole si fa sentire... E cuoce le teste...
11.55... Il caldo è fortissimo...
12.00... Ormai è scontro totale...
12.05... Fabio tenta il sorpasso...
12.06... La gente è incerta... Alcuni si schierano per l'uno o per l'altro...
...Altri invece si dedicano ad attività prettamente domenicali...
12.15... La promessa di Federico (o minaccia ?)
12.20... Il pubblico entusiasta...
12.22... L'esultanza ed il gradimento si toccano con mano...
12.25... La promessa finale... Fabio tenta il colpaccio...
12.30... I suoi familiari lo appoggiano ad occhi chiusi...
Ringrazio di nuovo tutti i presenti, in particolare Nora che si è divertita e ci ha deliziato con le sue foto e la sua ironia...

lunedì 19 marzo 2012

UNA DOMENICA MATTINA TRA I SEGRETI DEL'500

Si è svolta, Domenica 18 marzo, la terza passeggiata storica del gruppo "Palermo Nascosta", intitolata "I segreti della Palermo del'500". Il percorso, iniziato dal retro del Teatro Massimo, è stato caratterizzato principalmente dalla discussione su quello che forse è il mistero più affascinante della nostra città, ovvero l'esistenza della setta dei Beati Paoli.
Dimenticando ciò che è scritto nel famoso libro di Luigi Natoli (che comunque è pur sempre un romanzo con personaggi inventati, benchè sullo sfondo storico della fine del'600-inizio'700), ci si rifà agli ultimi e più recenti studi sulla Palermo del'500, dove pare che i Beati Paoli siano esistiti e abbiano avuto voce in capitolo nel marcio di quella società palermitana. Un "marcio" che parte dalle famiglie potenti dell'epoca, come i Bologna, gli Imperatore, i Moncada, gli Afflitto, ed altre ancora, all'Opera Navarro, una sorta di associazione che possiede case e terreni in quasi tutta la città, per finire con la potentissima Confraternita Imperiale dei Sette Angeli (su cui mi riprometto di parlare in futuro), una loggia che velava, col suo fare benefico, le malefatte dei potenti palermitani nel XVI° secolo...
Il percorso, alternando notizie sui Beati Paoli e altri aspetti cinquecenteschi, si è poi snodato dalle mura di S.Vito sin dentro il Capo, con visita alla chiesa dell'Immacolata Concezione (del primo'600, ma con una storia legata alla sua costruzione che parte dal secolo precedente), nonchè ai luoghi dei Beati Paoli, come il Capo in se stesso e l'omonima piazza dove nel suo sottosuolo è rinvenuta, anni fa, quella che si considera la grotta-Tribunale. Dopo la descrizione sul potere di poche famiglie a Palermo e di come veniva gestito (in ciò si possono forse ritrovare le origini della criminalità organizzata), l'itinerario è proseguito passando davanti al giardino della "Cuncuma", sede di riunione di gente di malaffare del periodo (forse gli stessi affiliati alla setta), poi al palazzo S.Isidoro con le sue leggende, quindi al Monte di Pietà e la sua costituzione nel'500. 
La leggenda di S.Onofrio "U pilusu", uno dei primi patroni di Palermo, con relativa filastrocca per le donzelle che allora cercavano marito, è stata uno dei momenti più spiritosi della passeggiata. Poi la via Bandiera, con le vicende drammatico/amorose di Donna Eufrosina (protagonista di un altro romanzo di L.Natoli, "La Dama tragica") e piazza S.Domenico, dove nel'500 ci fu a Palermo il primo caso di peste. L'itinerario è proseguito alla chiesa di S.Mamiliano (o s.Cita) con la figura di Cesare Lanza, potente pretore palermitano di metà'500 (colui che uccise la figlia, la famosa Baronessa di Carini), lì sepolto, e poi alla chiesa di S.Giorgio dei Genovesi (che custodisce le spoglie di una pittrice allieva di Michelangelo, tale Sofonisba Anguissola, e di un parente di Cristoforo Colombo). L'ultima tappa ha concluso il discorso sui Beati Paoli con la congiura di Gianluca Squarcialupo, conclusasi tragicamente nella chiesa dell'Annunziata nel 1517, forse (e sottolineo forse) per mano della famigerata setta di incappucciati così cara a noi palermitani, ma probabilmente diversa da come è sempre stata nel nostro immaginario...

Per chi volesse approfondire, di seguito alcuni link già postati in passato, su argomenti trattati nella passeggiata :
Su G.Squarcialupo e la sanguinosa congiura : LA STRAGE DELL'ANNUNZIATA
Sulla chiesa dell'Immacolata Concezione : UN GIOIELLO BAROCCO
Sui fatti relativi a Cesare Lanza e la Baronessa di Carini : UN GIALLO SVELATO ?

Nel ringraziare tutti i numerosi partecipanti, ecco di seguito l'itinerario fotografico della passeggiata :
Il luogo del ritrovo alle 9.30 (retro del Teatro Massimo)

9.45 circa... Il gruppo si avvia verso il Capo

Via Mura di S.Vito (resti delle mura del'500 sulla destra)
Il gruppo "invade" il mercato del Capo
La spettacolare chiesa dell'Immacolata Concezione
La salita della Mercede, tappa di discussione sui Beati Paoli
Chiesa di S.Maruzza in Piazza Beati Paoli
Il giardino della "Cuncuma"
Dal palazzo S.Isidoro, il gruppo in via Candelai
Nella piazza del Monte di Pietà
La chiesa di S.Onofrio "U Pilusu"
Palazzo Sperlinga in via Bandiera dove visse la "Dama tragica"
Il gruppo a Piazza S.Domenico
Dopo S.Cita, a S.Giorgio dei Genovesi
Campanile chiesa dell'Annunziata in piazza S.Giorgio
La lapide a memoria dell'eccidio di G.Squarcialupo
Foto di gruppo a fine percorso...
Per le foto ringrazio Gabriella, Nora, Teresa e Mariapia