lunedì 14 ottobre 2013

UNA DOMENICA MATTINA TRA PONTI E MULINI

La nuova passeggiata del gruppo "Palermo nascosta" ha avuto uno scenario insolito rispetto a quelli abituali del centro storico. Si trattava, giusto per usare un termine più antico, di un percorso "fuori porta". La porta in questione era l'antica e non più esistente porta di Termini, da cui si snoda l'odierno corso dei Mille. La base di partenza per il nostro itinerario è stata il ponte dell'Ammiraglio, una costruzione d'epoca normanna (fu costruito attorno al 1125), ma che sfruttò maestranze arabe per la sua edificazione. Imponente come non mai, il ponte dell'Ammiraglio (che deve il suo nome a Giorgio d'Antiochia, comandante navale sotto re Ruggero) è lì da quasi mille anni e ci racconta una fetta di storia palermitana. Sotto i suoi archi ogivali scorreva il fiume Oreto, deviato intorno al 1840, sino alla sua definitiva ricollocazione una cinquantina di metri più in là, a partire dalle prime decadi del'900. 
Fu nel 1860, esattamente il 27 maggio, che il ponte passò definitivamente alla storia perchè sul suo lastricato passarono le truppe garibaldine che entravano a Palermo, scontrandosi furiosamente con le compagnie borboniche. Quel mattino, più che acqua, a scorrere fu il sangue.
Dalle storie del ponte si è poi passati alla chiesetta della Madonna del Carmelo, ovvero l'antica chiesa delle Anime e Corpi Decollati, la devozione verso la quale resiste fino a oggi. La chiesa odierna, acquisita dalla congregazione del Carmelo negli anni'50, sorge sui terreni che anticamente ospitavano la chiesetta delle Grazie (già Madonna del Fiume) e il piccolo cimitero dei giustiziati. Il cimitero venne distrutto alla fine dell'ottocento da una piena del fiume Oreto, che è lì accanto, e da allora in poi non fu più ricostruito. Restò un piccolo cippo all'angolo della via dei Decollati col corso dei Mille, che fu mèta di pellegrinaggi popolari. La devozione per le anime giustiziate fu un fenomeno popolare che accompagnò i palermitani per gran parte del'900, e in piccola parte, anche oggi. Venivano a chiedere grazie e intercessioni da tutta la città, con un rituale davvero particolare. Si andava il lunedì e il venerdì, percorrendo gli ultimi metri prima di arrivare al cippo, a piedi scalzi, poi si formulavano richieste e preghiere (ce ne sono di antiche e molto significative). Spesso le grazie si verificavano, altre volte no. Ma si sa, la devozione non è sempre corrisposta specie quando è sostituita da certi tipi di richieste.
L'ultima tappa di questo percorso si è svolta all'ex mulino Pecoraino-Virga, dove oggi c'è un istituto scolastico. Costruito nel 1893, il mulino, di proprietà allora dei Pecoraino, fu sede, con macchine a vapore all'avanguardia per l'epoca, di un enorme pastificio. Il titolare, Filippo Pecoraino, fu per vari decenni uno dei più illustri industriali e personaggi della belle epoque palermitana. Ma, ahimè, per le sue idee politiche, si scontrò col regime fascista, che nonostante i suoi agganci (Pecoraino era pure co-proprietario del giornale L'Ora), gli sequestrò a più riprese la fabbrica e altri beni. Il mulino passò poi definitivamente ai Virga che ne mantennero la proprietà sino agli anni ottanta. 
Il corso dei Mille è quindi una strada ricca di storia, di leggenda, di cultura e anche di attività commerciali. Oggi purtroppo, lo è molto, ma molto meno... 
Di seguito le foto dell'itinerario. Per chi non c'era e per chi volesse ripassare gli argomenti di cui si è discusso con grande serenità e interesse. Grazie a tutti gli intervenuti.
Il gruppo sul ponte dell'Ammiraglio
La lapide che ricorda i fatti garibaldini sul ponte
Alla chiesa del Carmelo (ex Anime e Corpi Decollati)
Il cippo tutt'ora meta di devozione popolare
L'ex mulino Pecoraino-Virga
E per finire... i resti del fiume Oreto nella zona del ponte




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