giovedì 5 aprile 2012

IL VENERDI' SANTO DI GOETHE A MONTE PELLEGRINO

[STORIE] In un post di qualche tempo fa presi spunto dal libro di Goethe "Viaggio in Italia" per parlare di problemi di spazzatura. Oggi riprendo quelle pagine per vedere come lo scrittore tedesco raccontò la sua visita al santuario di S.Rosalia su Monte Pellegrino nel giorno di venerdì santo, 6 Aprile 1787 (esattamente 225 anni dopo, il venerdì santo cade di nuovo il 6 Aprile)...
"Il vero e proprio luogo sacro si accorda con l'umiltà della Santa, che qui cercò rifugio, molto più delle feste sontuose celebrate in onore della sua rinunzia al mondo. Quando si è sulla montagna si trova un angolo di roccia e ci si vede di fronte una parete, una rupe scoscesa contro la quale la chiesa e il convento sono come incrostati. L'esterno della chiesa non ha nulla di invitante, ma nell'entrare si resta sorpresi. Si vede un vestibolo, vasi con acqua benedetta e qualche confessionale. La navata è un cortile scoperto chiuso da un lato da una rupe selvaggia, al centro sta una fontana in pietra. La grotta stessa è trasformata in coro senza perdere il suo carattere selvaggio. Vi si accede salendo alcuni scalini. Tutto è illuminato dalla luce del cortile. In fondo, nell'oscurità della grotta, c'è l'altare maggiore. Dato che le rocce gocciolavano sempre d'acqua, bisognava mantenere il luogo il più asciutto possibile. Ci si è riuscito per mezzo di condotti e grondaie di piombo, legati tra loro. L'acqua è diretta verso un serbatoio limpido ove l'attingono i fedeli per adoperarla contro ogni sorta di mali. 
Un religioso mi indicò un altare, a sinistra, come un Santuario particolare... Attraverso le aperture di un grande fogliame in ottone, vidi risplendere delle lampade... Mi inginocchiai e guardai dalle aperture. C'era una grata d'ottone al di là della quale stava sdraiata una bellissima donna. Ella giaceva distesa, come in estasi, con gli occhi semichiusi, la testa abbandonata sulla mano destra ornata di molti anelli. Non mi stancavo di contemplare quella figura che mi pareva avesse un'attrattiva tutta speciale. Le sue vesti sono di lamiera dorata che imita una stoffa riccamente tessuta d'oro. La testa e le mani di marmo bianco, e un angioletto è in piedi presso di lei con uno stelo di giglio in mano, come per voler farle vento... Intanto erano entrati dei preti e cantavano i Vespri. Quando cessarono, presi posto su un banco di fronte all'altare e poi tornai ad osservare la Santa. L'acqua scorreva e mormorava nel serbatoio accanto all'altare. Regnava un gran silenzio in quel luogo deserto, pressocchè morto. Era il lustro del culto cattolico, specialmente siciliano, in tutta la sua semplicità naturale...
Solo con grande difficoltà potei strapparmi da quel luogo e tornai a Palermo ch'era già notte inoltrata"...
Goethe, a fine '700, ammirò ed apprezzò la nostra patrona, e magari fu da lei protetto nel proseguire il suo viaggio senza che le fosse stato chiesto. Noi invece oggi andiamo da S.Rosalia a chiedere e pretendere e ci lamentiamo se poi certe cose non accadono come vorremmo. E' meglio metterci in testa che certe cose, sia come persone, che soprattutto come palermitani, ce le dobbiamo meritare...
S.Rosalia

4 commenti:

  1. Bellissimo post! E'un gran peccato che il monte Pellegrino si trovi (come del resto gli altri monti palermitani) in condizione di degrado...gran parte delle strade di montagna sono spesso invase dall'immondizia e purtroppo è tutta colpa dei palermitani! Qualche giorno fa, passeggiando per la zona dell'Inserra (sul Monte Billiemi) è stato impossibile non notare l'immondizia che qualcuno si è ostinato a scaricare in mezzo alla fitta vegetazione..dai frigoriferi alle lavatrici... Palermo cambierà solo quando quei palermitani incivili cambieranno..Speriamo bene...

    Tuo cugino Fabrizio

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  2. Ma non è solo colpa dell'inciviltà dei palermitani...no e poi no.Di sicuro contribuiscono,ma vi rendete conto dell'assenza delle amministrazioni?????....o no????
    A chi butta i frigoriferi o le macchine dalla montagna,,,beh.spero che appaia loro Santa Rosalia e li faccia SCANTARE,,,,,baciamo le mani.

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  3. Ottima idea di riportare la descrizione e,soprattutto,le sensazioni del grande Goethe.Ma d'altronde chi non rimane estasiato ed emozionato davanti ad una immagine meravigliosa e all'ambiente che l'accoglie? Per chi,come me,ha la ventura di stare lontano, ritornando, di tanto in tanto,rendere omaggio alla nostra Santuzza e la prima cosa che ci si impone di fare.

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  4. Mi sarebbe piaciuto anche che Goethe avesse assistito ad una delle processioni del venerdì santo,per mantenere a memoria nostra la descrizione di com'erano a quei tempi(come ho scritto pure sull'altro articolo relativo a questo argomento).Il santuario di s.Rosalia mi pare sia pressocchè uguale a come è oggi.
    -Andrea-

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