giovedì 1 settembre 2011

SCHIAFFI GARIBALDINI... Dentro la chiesa di S.Giuseppe

[ANEDDOTI] Carmelo Agnetta fu un soldato garibaldino che guidò la cosiddetta "retroguardia" dei Mille. Arrivò infatti a Marsala l'1 Giugno del 1860, una ventina di giorni dopo il grosso della spedizione. Nato nel 1823 a Caserta, ma di origini sicilianissime, aveva fatto gli studi a Palermo, poi si era trasferito altrove, ma stava per tornare in Sicilia con la camicia rossa. Giunto a Palermo con una settantina di uomini e un bel carico di armi e munizioni,  si recò alla chiesa di S.Giuseppe dei Teatini, ai Quattro Canti, che aveva parte della volta aperta da una bomba borbonica, in cui erano riunite le forze garibaldine. 
Lì fu involontario protagonista di un episodio spiacevole. Avvicinato da Nino Bixio, stava per presentarsi e mettere i suoi uomini a disposizione, quando Bixio lo interruppe e gli ordinò di andare coi suoi soldati a scortare la salma del Col.Tukory del quale, in quel giorno, veniva celebrato il funerale.
Agnetta rispose : "Scusi, ma lei chi è ?"  La risposta indispettita fu :  "Io sono Bixio !" E giù uno schiaffone...
Da lì nacque un parapiglia dentro la chiesa che stava per culminare in rissa tra garibaldini. Dovette intervenire Garibaldi in persona, mentre Agnetta chiedeva soddisfazione. Garibaldi pregò il malcapitato di accantonare l'accaduto ed evitare duelli, almeno per il momento, mentre Bixio finì in punizione. Dopo la fine dell'impresa dei Mille, i due contendenti continuarono a "beccarsi" per via epistolare, ma fu solo l'anno successivo che risolsero la loro questione con un duello alla pistola in una località del nord Italia, presso il confine con la Svizzera. Bixio ebbe la peggio, rimanendo ferito ad una mano, e perdendo la quasi totale funzionalità dell'arto per il resto della sua vita. I due poi, fecero pace, anzi pare che Bixio raccomandò in seguito l'Agnetta a dei politici piemontesi per aiutarlo nella carriera che questi intraprese in seguito. Carmelo Agnetta fu consigliere della Prefettura di Palermo per qualche tempo, poi si trasferì in altre città e morì nel 1889...
Anche questo è uno dei tanti aneddoti palermitani poco conosciuti, ma che ci fanno capire come andavano le cose in quei giorni...

Nino Bixio (1821-1873)
PS. Non ho trovato una foto d'epoca di Carmelo Agnetta, ma solo del Bixio. Accontentiamoci, anche se su Nino Bixio ci sarebbe da spendere fiumi di parole,  e non proprio belle....

9 commenti:

  1. Nino Bixio, uomo arrogante e prepotente. Peccato avergli intitolato una strada palermitana.

    RispondiElimina
  2. Più che arrogante e prepotente io lo definirei un personaggio controverso. E' innegabile il suo contributo all'unità d'Italia o all'impresa garibaldina, ma come ho detto in coda al post, ci sono aspetti della sua vita che andrebbero discussi (vedi fatti di Bronte), ma andremmo fuori argomento e non avremmo comunque documenti per dibattere...

    RispondiElimina
  3. Ho trovato questo blog per caso e lo trovo molto interessante. Mi piace cercare gli angoli nascosti di Palermo e le storie dimenticate. Continuerò a seguire gli scritti con interesse.

    RispondiElimina
  4. Cara Silvia,grazie per l'interesse... Continua a seguirmi, perchè carne al fuoco ce n'è tanta... Ciao!

    RispondiElimina
  5. Per me lo schiaffo se lo doveva beccare,sano sano, Bixio,falso pure nel nome,era Girolamo !!
    La scuola lo ha descritto,eroe,ma di cosa !!!
    Il vero eroe e patriota era lo sconosciuto Carmelo Agnetta .
    Originario di Palermo,venne che qui con spirito di liberatore e non da mercenario prezzolato.
    Finendo sui giorni da normale funzionario di stato.
    Non mi riesco a spiegare,come Bixio,fosse arrivato ai massimi gradi d'ufficiale,con meriti così piccoli .
    Patton,schiaffeggio' un suo soldato,per felloneria !!
    Il fatto desto' imbarazzo,e la sua carriera fu quasi bloccata . Comunque,fu generale d'armata appena dopo 35 anni di cristallino servizio,partecipando attivamente a due grandi guerre e senza padrini che lo coprissero .
    Bixio,comincio' da mozzo in marina,guerreggio' nei vari moti,attaccandosi ai carri da lui reputati piu' vincenti . Nella campagna di Sicilia,nell'arco di sei mesi,da semplice Maggiore salto'al grado Tenente Generale,passando poi con lo stesso grado nell'esercito regolare .
    Allora penso,che questa brillantissima carriera,
    sia stata dovuta ai fatti di Bronte ,quattro condanne a morte,in un processo da lui presieduto,durato appena quattro ore !
    Forse, per difendere gli interessi inglesi nella ducea Nelson Bronte ?
    Forse per difendere gli interessi inglesi,che avevano sovvenzionato la campagna di Sicilia .

    Prima,fantasticavo,solo a sentire certi nomi garibaldini,ero ignorantissimo, ora da uomo maturo,mi sono notevolmente ridimensionato !!
    ERA UNO SFACCIATO POLITICO DEL XIX° SECOLO,CHE SE FOSSE VISSUTO OGGI SI SAREBBE ADEGUATO BENISSIMO AI TEMPI D'OGGI"

    RispondiElimina
  6. Ribadisco il concetto già espresso : Nino Biio era un personaggio controverso, e proprio per questo forse, la sua fama (gloriosa o non) è giunta fino a noi... Ma non era il solo, e la stessa spedizione dei Mille è piena di dubbi e ombre, cosa che a scuola non fanno approfondire...

    RispondiElimina
  7. Fab hai ragione da vendere in merito alle vere verita'sulla missione dei Mille,a partite dagli interessi internazionali che orbitavano attorno al meridione d'Italia,alle tangenti imposte dai
    capi garibaldini,alla cresta sulle spese che facevano gli amministratori comunali,alla corsa da parte della borghesia e della nobilta'per entrare nei ranghi garibaldini ,per ciucciare alle mammelle della cassa di guerra , fino alla misteriosissima morte di Ippolito Nievo .
    Ci sarebbe materiale da scrivere per formare una intera biblioteca in merito AI FATTI E MISFATTI GARIBALDINI .

    STRANO SEMBREREBBE,CHE I TEMPI DI ALLORA NON SIANO TANTO DIVERSI RISPETTO AGLI ATTUALI !!!

    RispondiElimina
  8. Lo stesso Garibaldi, per quello che ho letto, è stato un'arma in mano a giochi politici più grandi di lui. Sul campo di battaglia era un genio, per altre cose è stato certamente manovrato... Si è trovato nel mezzo di intrighi di potere e manovre politiche che nel caso dell'impresa dei Mille sono a dir poco lampanti. Gloria a parte conquistata col sangue di tanti ragazzi morti, in quella spedizione ci sono ancora oggi tanti punti oscuri. Uno su tutti : come mai un esercito di 25.000 uomini non ha saputo affrontare uno di 2000/3000 (1000 + volontari siciliani)? Lo avrebbe sicuramente distrutto, anche se quello era guidato dall'immenso Garibaldi...

    RispondiElimina
  9. Si don Giuseppe,fu una pedina in mano dei realisti,lo seppero ringraziare per l'opera fatta.
    Gli unici che lo fecero,furono gliInglesi(aveva garantito i loro interessi nell'isola e nel meridione),vedi i potentissimi commerciati inglesi,legati a doppio filo con la madre patria .
    Infatti,i vascelli inglesi in rada a Napoli, furono i soli a sparare bordate di artiglieria in onore del generale in partenza per "l'esilio" di Caprera .
    "VERGOGNA",i Savojardi non ebbero la dignita'di sparare neanche' un colpo di pistola a salve !!
    E questo fu il ringraziamento per aver riunito questa Italia prostituta !

    RispondiElimina