venerdì 25 novembre 2011

DALLA STRADA AL MONASTERO...LE "Reepentite"

[TESORI] Anche questo post nasce dalla mia collaborazione col caro Federico Ferlito, che mi ha fornito parte del testo, che spero, incuriosirà chi legge...
Nel 1512 il chierico Vincenzo Sottile edificava una chiesa in via Divisi, sul luogo dove c'era la casa dei propri avi, dedicandola a Santa Maria della Grazia. Nel giugno del 1524, suor Francesca Leonfante della Verdura, del Monastero di Santa Chiara, fondava in quel luogo un monastero sotto la regola del Monte Oliveto. Per la realizzazione del nuovo convento furono comprati, a spese dei duchi della Verdura, le proprieta' dei Sottile ed altri edifici che si estendevano fino a via Maqueda, allora non esistente. Francesca Leonfante venne eletta badessa in perpetuo, ma alla sua morte, sia per mancanza di religiose, sia per mancanza di congrue rendite, il monastero decadde. Venne proposto di cederlo ad altre case religiose. Ottenuta la concessione dall'arcivescovo, il monastero venne adibito come "Istituto per ospitare quelle donne che, pentite della lor libidine, volevan ricovero in questo sacro chiostro". Per tal motivo venne appellato delle "Reepentite". Per il mantenimento del monastero venne instaurato il "diritto della bacchetta", una strana tassa dovuta dalle pubbliche cortigiane "onde poter vestire abiti di seta ed di oro al par delle oneste matrone". Da questa tassa vennero escluse le cosiddette “cassariote”, perché prostitute di strada…
Le ricoverate abbracciarono il credo francescano e, dopo tempo "avanzandosi in perfezione cristiana ed osservanza monastica", ottennero la clausura, sicché, le monache, ex prostitute, mal tolleravano l'appellativo di "Reepentite". Nel 1866 il monastero venne abolito (forse le prostitute non si pentivano piu' ?), ma la chiesa in un primo tempo rimase aperta al pubblico.
Interessante in questo contesto è stato il ritrovamento della cripta, che è tornata alla luce casualmente nel 2005, durante lavori di ristrutturazione dell’ex complesso religioso di via Divisi, oggi destinato a dipartimenti universitari. Eliminando le piastrelle del pavimento e il sottostrato per ristrutturare i servizi igienici vicini a un’aula, si è reso evidente il volume di una volta, e quindi si è fatto largo il sospetto che esistesse ancora la vecchia cappella sotterranea. L’intuizione si è rivelata fondata. Una volta rimossi quintali di terriccio e di materiali di risulta, forse esito di precedenti lavori compiuti intorno al 1960, la cripta, grande circa sedici metri quadrati, è venuta alla luce. E ha rivelato il suo tesoro: un magnifico altare seicentesco, la tomba della Madre Badessa e le panche dove venivano appoggiati i corpi delle defunte secondo un'antica tradizione religiosa che, come nel convento dei Cappuccini, prevedeva il prosciugamento dei cadaveri prima della sepoltura. In queste cripte le suore defunte non venivano solo sdraiate per il processo di essiccazione, ma addirittura anche fatte sedere in "sedili", e agganciate con delle corde al muro per tenere i cadaveri fermi...
L'altare della cripta
Le "panche" dove si appoggiavano le defunte

La tomba della Madre Badessa è identificata da una lapide di marmo in cui è incisa la scritta: “In questo sepolcro giace il corpo della Reverenda Madre Santa Ignazia di Gesù Squatrito quale nacque al 1706, si chiamò nel secolo Donna Maria Squatrito, morì di anni 76 l’8 aprile del 1782”. Del suo corpo è stata ritrovata soltanto una lunga ciocca di capelli, insieme con due ampolle di vetro che custodivano delle pergamene relative alla sua morte ed alla sepoltura (il corpo era intatto tranne una ferita "gangrenosa" ad un piede e parte di una gamba, causa della morte). La lapide, trovata tra i resti della sepoltura, è stata adesso ricollocata sul pavimento della cripta. L’altare seicentesco è affiancato da mattonelle originali che riproducono San Francesco e presumibilmente Santa Chiara, o forse la fondatrice del convento. Le due figure sono inginocchiate ai piedi della Croce, alla base della quale sta un teschio simbolo dell’omnia vanitas, cioè della caducità del corpo di fronte alla morte. Tutt’intorno, le panche dove venivano appoggiati i corpi delle defunte, sovrastate da mattonelle di maiolica. 
Quasi ai piedi dell’altare c’è una seconda botola dove si trova la fossa comune delle altre monache, che è stata parzialmente esplorata. Sei crocifissi di metallo sono stati scoperti in mezzo al terriccio scavato. E’ emersa pure la scala originaria di ingresso alla cripta, che è stata consolidata e viene adesso nuovamente utilizzata per accedere all’ambiente sotterraneo...
Riflessione finale : Ma oggi non esistono più iniziative ecclesiastiche per ex prostitute che vogliono redimersi ? Mi sa che i tempi sono cambiati... 
(P.S : La cripta è stata da me visitata e fotografata nel mese di Ottobre nell'ambito di una manifestazione storico-artistica)
Le due ampolle contenenti le pergamene
I sei crocifissi di metallo ritrovati

 

22 commenti:

  1. "Oggi non esistono più iniziative ecclesiastiche per ex prostitute che vogliono redimersi?" Forse! I tempi, di certo, sono cambiati e le prostitute, che pare si chiamino escort, vanno in televisione a presentarsi da bravissime esperte di marketing. La vocazione ecclesistica è in crisi? Bisognerebbe far studiare marketing alle suore... (La pulce)

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  2. Non è sbagliato dire che l'immagine femminile raffigurata sull'altare sia Santa Chiara in quanto si racconta che Assisi era stata minacciata per ben due volte dall'esercito dell'imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche saraceni. Chiara, in quel tempo malata, fu portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l'esercito, a quella vista, si dette alla fuga. Se a questa informazione aggiungiamo anche l'immagine di San Francesco che Le sta accanto ,,, beh allora è una certezza che la figura femminile dell'immagine è Santa Chiara oltretutto da allora la Santa viene quasi sempre raffigurata con una pisside in mano.
    Nora

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  3. Palermo è un immenso scrigno di tesori, molti dei quali aspettano ancora di vedere la luce. Il vostro capillare lavoro rende un buon servizio alla cultura, rendendola fruibile ai più. Siamo in attesa di altri vostri, interessanti, post. Complimenti!

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  4. Bravi ragazzi!Insieme siete un vero portento!con la vostra cultura storica e la nitidezza di espressione arricchita' dall'essere meticolosi nei dettagli,regalate a noi lettori grandi emozioni!!!! Roberta

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  5. ciao federico, sono stata personalmente alla cripta delle repentite.. ed è stato molto interessante.. all' epoca forse esistevano queste cose che le prostitute si pentivano e si facevano suore..ma ora non +. comunque il tuo blog è sempre molto interessante sulla nostra "Palermo nascosta" complimenti!!!;)Lau

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  6. Ringrazio Fabio e Federico che non finiscono mai di stupirci, una antica cripta,scoperta casualmente a seguito di lavori di ristrutturazione di alcuni locali siti presso l’Università in via Divisi. Convento delle Ree Pentite cioè ex prostitute diventate monache. Come tutte le scoperte fatte nella nostra città anche questa è avvenuta in modo casuale, credo che la nostra città ha molti segreti di grande
    cultura in passato nascosti dalla ignoranza comune. Con voi scopriamo ogni volta una storie ed aneddoti notevolmente interessanti.

    Saluti Salvo

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  7. Ho avuto modo di visitarla anch'io ad ottobre e l'ho trovata molto interessante.....se volete vi posto le foto.Una mia riflessione:siamo di fronte alla prima ""tassa sulle lucciole""...in quanto non era affatto volontaria,ma serviva per mantenere le ree-pentite in primo luogo,e poi per vestire degli abiti civili,anzicchè quelli da prostitute che le distinguevano dalle altre donne....Inoltre è vero che abbiamo dei tesori inestimabili a Palermo ma è anche vero che ne viene fatto spesso scempio;vi sembra normale che l'università abbia stravolto tutto e cancellato la Chiesa???Beh,non avevano alcun interesse a ristrutturarla,è ovvio....è rimasta solo la facciata originale che sta cadendo a pezzi!!!Povera Palermo!!!!

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  8. Ormai é abitudine per me aprire la pagina del Gruppo sicuro di ritrovare qualcosa di particolarmente interessante e generalmente non resto disilluso ; mi convinco sempre piu' che siete una coppia di amiconi in sintonia ! E sapete individuare e sviluppare le argomentazioni in modi scorrevole preciso ,anche condite da pizzico di arguta ironia.
    A prescindere della meravigliosa scoperta, che lascia a bocca aperti sapienti e non !
    Desidero ricordare che era normalissimo a Palermo che gli aristocratici"DEMOCRATICAMENTE"
    facevano qualcosa ed a proprio onere per i meno abbienti ,vedi l'istituzione delle Benedettine o l'Ospizio delle Povere . Notevole é stata l'istituzione del Mutuo Soccorso antesignano della nostra attuale INPS in pratica nel '900 non abbiamo inventato nulla,ci hanno pensato le prostitute dell'epoca.
    Ciao a tutti gli amici del Gruppo .... Egidio

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  9. Sempre preciso e puntuale nella descrizione di fatti e avvenimenti che hanno caratterizzato il passato della nostra splendida città. Solo recentemente sono venuto a conoscenza dell'esistenza della cripta delle reepentite, grazie all'iniziativa organizzata dall'Università di Palermo, che nei fine settimana dello scorso mese di ottobre ha organizzato visite guidate in diversi siti di importanza storica, tra i quali quello da te descritto in questa pagina che, purtroppo, non sono riuscito a visitare. Ti ringrazio per questa tua dettagliata spiegazione dei fatti storici, come sempre caratterizzata da grande dovizia di particolari, come ti è solito.
    Un caro saluto e buon lavoro, Angelo

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  10. EFFETTIVAMENTE VI DIRO' CHE L'UNICA COSA CHE HO VISTO QUANDO ERO A PALERMO SONO STATE LE CATACOMBE DEI CAPPUCCINI CHE MI SONO PIACIUTE MOLTO .
    CONFERMO IL MIO GRADIMENTO NEL LEGGERE I VOSTRI ARTICOLI ,ANCHE PERCHE' MI PERMETTETE DI CONOSCERE LA STORIA PIU' APPROFONDITA DELLA VOSTRA MERAVIGLIOSA CITTA'.

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  11. Ho visitato anche io la cripta e mi piace fare due annotazioni. La prima riguarda le ampolle e le pergamene in esse contenute; nella foto si intravedono lateralmente alle ampolle, e sono ridotte in stato pietoso, non ho capito se sono le pergamene originali o delle copie, nel caso lo fossero non c'è problema ma se fossero gli originali sarebbe grave perchè sono esposte lalla luce sia solare che artificiale ed in più la teca ha due bei fori laterali che lasciano entrare aria e polvere in abbondanza ! La seconda è che mi meraviglio (forse ingenuamente) che un ente come l'Università abbia proceduto fra gli anni '50 e '60 a dei lavori per adeguare il monastero, alle sue esigenze di uffici, in modo così avventato alzando pareti, coprendo vani e via con altre sciocchezzuole del genere ! Mario




    Ho visitato anche io la cripta e mi piace fare due annotazioni. La prima riguarda le ampolle e le pergamene in esse contenute; nella foto si intravedono lateralmente alle ampolle, e sono ridotte in stato pietoso, non ho capito se sono le pergamene originali o delle copie, nel caso lo fossero non c'è problema ma se fossero gli originali sarebbe grave perchè sono esposte lalla luce sia solare che artificiale ed in più la teca ha due bei fori laterali che lasciano entrare aria e polvere in abbondanza ! La seconda è che mi meraviglio (forse ingenuamente) che un ente come l'Università abbia proceduto fra gli anni '50 e '60 a dei lavori per adeguare il monastero, alle sue esigenze di uffici, in modo così avventato alzando pareti, coprendo vani e via con altre sciocchezzuole del genere ! Mario

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  12. Ancora una volta i commenti esposti dagli amici del gruppo dimostrano l'interesse per le descrizioni di fatti storici che Federico e Fabio sanno cosi' brillantemente proporci.Complimenti.

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  13. Grazie sempre x la piacevole argomentazione narrata in maniera scorrevole e accattivante...complimenti.....

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  14. @ Mario Algozzino: purtroppo, caro Mario, non mi meraviglio e non sarebbe neppure la prima volta che reperti così importanti e delicati vengono trattati senza alcuna cautela addirittura dagli stessi enti preposti alla loro salvaguardia. Un esempio per tutti che abbiamo sotto il naso in questo periodo è il ritrovamento di alcune tombe e di vasellame di età punica sotto la pavimentazione di piazza Bologni, dove gli stessi operai (muratori) che eseguono i lavori di sistemazione della strada, si sono improvvisati archeologi e recuperando vasi, cocci, ossa e quant'altro grattandoli con la cazzuola per togliere le concrezioni, sotto la "vigilanza" della soprintendeza che ha mandato un incaricato per "controllare" ... stendiamo un velo pietoso!
    Angelo

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  15. Post interessante come tutto ciò che quotidianamente questo blog propone ormai da un pò di tempo.Giusto parlare anche di tesori nascosti come la cripta in questione,perchè nonostante l'iniziativa di Ottobre l'abbia resa visitabile per un periodo limitato,non tutti sono andati a vederla.Complimenti sempre -Andrea-

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  16. conoscevo la storia ma è stato piacevole leggere quanto scritto perchè qualcosa sfugge sempre e dovrò ripetermi con i complimenti

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  17. Già ne avevo sentore quando nel 1964 frequentai l'Istituto di Igiene che ivi esisteva nei locali dell'ex Monastero, e che dopo i recenti lavori di recupero e adattamento nella ex chiesa e nella Cripta ebbi occasione di entrare e fare delle foto. Il Vostro lavoro è encomiabile e lodevole di apprezzamento per il contributo storico sulle cose antiche della Città. Vito Zagra

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  18. Grazie Vito, è bello che seguite il Blog con grande continuità e soprattutto interesse...

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  19. Complimenti!
    Grazie al Vostro prezioso contributo alla scoperta e conoscenza dei "tesori" di Palermo
    Vito Arcieri

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  20. Ormai non mi stupisco più di quanto possa essere efferata la passione e le conoscenze del MITICO Dr. FERLITO F. Ancora una volta ci fa scoprire mondi e tradizioni ormai perse un sentito grazie

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  21. salve a tutti molti non sanno che durante il restauro del 2005 fù trovato anche la sepoltura di un gentil uomo che per errore dei addetti allo scavo distrussero. Prova che le ex prostitute non erano propio pentite. Ma continuavano a ospitare generosi signorotti.

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