venerdì 11 novembre 2011

ATTENTI ALLA LUPA !

[STORIE] Dopoguerra, quartiere della Kalsa… Le ferite del conflitto non sono ancora rimarginate, e in certe zone della città è rimasta una desolazione che avrà strascichi fin troppo lunghi negli anni a venire. La povertà ha ridotto famiglie intere a sfamarsi di… nulla per anni. In quella zona così povera la maggior parte degli uomini cerca di sbarcare il lunario soprattutto col contrabbando delle sigarette (e con tutto ciò che esso comporta), il resto si dedica alla pesca o ad altro. Filippo è molto piccolo, abita in quel quartiere coi genitori, e nonostante il mestiere di muratore di suo papà non faccia mancare il pane a tavola ogni giorno, per poter mangiare patate o uova, deve aspettare la domenica o qualche evento particolare. La povertà ha poi costretto tante famiglie del quartiere a lasciar uscire i bimbi per giocare fuori, completamente scalzi, perché le scarpe dovevano servire ad altro e, cosa più importante, “durare” il più possibile, perchè pensare di acquistarne nuove, era un sogno quasi irrealizzabile.
Filippo ricorda ancora i giorni in cui passavano le spose in macchina e tiravano confetti dai finestrini…
Allora lui e gli altri bimbi scalzi, correvano come forsennati e spesso facevano pure a botte per raccoglierli da terra e mangiarli, oppure per portarne qualcuno a casa con grande felicità, così, sudici e pieni di terra… Oppure quando lui e gli altri bimbi venivano "reclutati", in cambio di poche lire, da una fabbrica di conserve e pomodoro in scatola che c'era presso lo Spasimo, per raccogliere bucce di mandarini, che pare servissero a fabbricare spirito. La notte, poi, quando venivano i camion a scaricare lattine di pelati ed altro, i piccoli si facevano svegliare dai genitori per andare a rubacchiarne qualcuna per poter dare la gioia di un piatto di pasta al pomodoro in casa...
Ma c’era un pericolo per i bambini poveri di quella zona, e non solo di quella… Un pericolo a cui i genitori avevano dato un nome di un animale che faceva paura : la “Lupa”… E lo stesso Filippo era stato più volte avvisato di stare attento quando giocava per strada. Ma cosa era la lupa ? Non certo la femmina del lupo delle favole, che era simbolo di cattiveria… Era una auto decappottabile che ogni tanto sfrecciava nei quartieri più disagiati e portava via i bambini con dei veri e propri raid da guerriglia. Non si trattava di rapimento o di qualcosa legata alla criminalità : era un gruppo di persone incaricate di prelevare arbitrariamente bambini poveri dalla strada e affidarli in modo coatto ad istituti religiosi, orfanotrofi ed altro, spesso nemmeno a Palermo… Una sorta, insomma, di servizi sociali gestiti in modo violento…
Ma chi c'era dietro a tutto questo ? Cittadini che avevano a cuore le sorti dei bimbi poveri ? Autorità municipali ? Forze dell'ordine ? Enti ecclesiastici ? Chiarezza non si è mai fatta...
E un giorno anche Filippo, che è colui che mi ha raccontato questa storia, rischiò di finire preda della Lupa, e se non lo presero fu solo perché riuscì a correre, seppur scalzo, più veloce di alcuni suoi amichetti, che da quel momento non vide mai più… Fu un vero miracolo, che riuscì a rientrare a casa, seminando la Lupa tra i vicoletti della Kalsa… Forse queste persone assicuravano un futuro migliore, ma in effetti, come dice lo stesso narratore della storia, assistere allo strazio dei genitori che si vedevano i bimbi “rapiti” in tal modo, era qualcosa che segnava… Oggi Filippo è un settantenne signore dai capelli bianchi, e nonostante il ricordo di quei giorni sia triste, prova a fare un sorriso, e si chiede come sarebbe stata la sua vita se quel giorno fosse rimasto tra gli artigli della Lupa...
Meglio o peggio ? Non c'è risposta...
Anche questa storia, nel suo dramma, ci serve a far capire come andavano le cose una volta, e che la povertà che fu conseguenza della guerra lasciò cicatrici più sanguinose della guerra stessa...

PS: Ringrazio il sig.Filippo Gargano che mi ha raccontato questo episodio della sua infanzia 
Bimbi che giocano in un quartiere popolare

POST IN INGLESE


BOYS,LOOK OUT !


Postwar, Kalsa quarter ... The wounds of the conflict are not yet healed, and in some areas of the city has remained only desolation that will last many years yet. Poverty has reduced whole families to be fed with ... nothing for years. In that area so poor most of the men trying to survive especially with the smuggling of cigarettes (not legal job,of course), the rest is devoted to fishing or anything else. Filippo is a young kid, living with parents in that neighborhood, and the job of mason of his dad just guarantees the bread on the table every day, but, to eat potatoes or eggs, must wait for the sunday or some particular event. Poverty has also forced many families to let go of the neighborhood children to play outside, completely barefoot, because the shoes were so important, and have to"last" as much as possible, because thinking of buying a new pair, it was a dream almost impossible.
Filippo remembers the days when the brides used to pass with the cars and threw confettos from the windows ... Then he and other children barefoot, used to run around like crazy and often did fight just to pick up some confetto from the ground and eat, or to bring some home with great happiness, although dirty and full of dust ... Or when he and the other children were "recruited" in exchange for a few lire, to collect mandarin peels, which seems to serve to produce the spirit, for a tomatoes farm near the Spasimo. The night, then when the trucks came to download lot of cans of peeled tomatoes, the boys were going to be awakened by their parents to go and secretly take something to give the joy of a plate of pasta with tomato sauce at home ...
But there was a danger to the poor children of that area, and not only that ... a danger to which his parents had given a name of an animal that was frightening: the "Lupa" (ed.the female wolf) ... And the same Philip had been repeatedly warned to be careful when playing in the street. But what was the Lupa? Certainly not the female wolf of some tale for children, which was a symbol of evil ... It was a convertible car that sometime came around in the most disadvantaged neighborhoods, and carried away the children with real guerrilla raids. It was not rape or anything related to the crime: it was a group of people responsible for poor children taken arbitrarily from the street and forced to entrust them to religious schools, orphanages and other, often outside Palermo ... A kind of social service managed violently ...
But who was behind all this? Citizens who care about the fate of poor children? Municipal authorities? Police? Church ? Clarity was never made ...
And one day Filippo, who is the one who told me this story, was in danger of ending up in the hands of the Lupa, and if it did not take him just because he was able to run, even barefoot, faster than some of his friends, who didn’t come back home from that moment... It was a miracle that he managed to return home, running across the narrow streets of the Kalsa to avoid the Lupa ... Maybe these people ensured a better future, but in fact, as the same narrator of the story says, watching the agony of the parents who saw their children "kidnapped" in this way, was something that marked Filippo for years ... Today he is a 70 years old gentleman with white hair, and despite the memories of those days are sad, he tries to smile, and wonders how it would be his life if that day he was kidnapped by the Lupa ...
Better or worse? There is no answer ...
This story, maybe can help modern people to know better that era, and that poverty was a result of that war left, bloodier than the war itself ...

13 commenti:

  1. cicatrici indelebili per chi li porta......giudicherei terrificante tali metodi di prelevare i bambini x strada e sottrarli ai genitori.....

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  2. La lupa... qualcosa mi affiora nella mente. Forse un ricordo dei nonni. Un avvertimento che mi fecero per non farmi allontanare dalla mamma.
    Angela

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  3. che storia..se non ci fosse il Signor Filippo sembrerebbe quasi inventata! Non ne ho mai sentito parlare nè letto sui libri, grazie Fabio per la tua opera di divulgazione di fatti poco o niente conosciuti.

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  4. Purtroppo, cara Rosalia, è una storia vera... Come ho scritto nel post, fu uno degli strascichi più dolorosi e assurdi del dopoguerra nei quartieri più poveri di Palermo... Chiunque ne sappia qualcosa, se vuole, dica la sua...

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  5. Ne ho sentito parlare e ho sempre saputo che si trattava di un istituto fascista per togliere i ragazzi orfani o abbandonati dalla strada, quindi nel periodo anteguerra.

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  6. Giuseppe, è possibile che anche in periodo fascista la "Lupa" fosse in attività, considera comunque che la storia a me è stata narrata da un signore nato nel 1942, quindi lui l'ha vissuta intorno al'48/49, megli anni del dopoguerra... In effetti ci sarebbe da approfondire... Grazie del contributo.

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  7. me ne aveva parlato mio padre! mi raccontava che squadre di fascisti prelevavano di prepotenza e al'insaputa dei genitori, i bambini dalla strada per educarli negli istituti. Molti furono portati a san martino delle scale e trattati anche male! La notte quando potevano rubavano un pò di cibo dalle dispense anche sapendo che se venivano scoperti erano punizioni corporali!

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  8. si cari amici anche io da ragazzino anni 47/ 49 ho sentito e poi constato effettivamente c'era questa squadra che effettuava questo servizio(in maniera violenta nel sitema diciamo equivalente come istituto quello esistente della assistenza ai bambini disagiati socialmente che vengono tutelati dal tribunale ,mente allora venova sottratti allafamiglia in maniera scicoccante, questo lo ricordo essendo nato e cresciuto nel centro stotico e per conoscenza diretta un amichetto è stato staccato alla famiglia senza essere avvisata ed è stato rinchiuso a malaspina dove esisteva l'istituto rieducativo sociale oltre a quello repressivo. Questo ricordo è ho voluto dare la mia testimonianza che effettivamente esisteva questa cosidetta"LUPA"

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  9. susatemi per gli errori di battuta

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  10. Anch'io ho sentito parlare di quets famigerata "lupa" come un fatto dell'immediato dopoguerra,e per quanto incuriosito dal tuo post,non ho trovato riscontri nè su internet,nè altrove.In effetti sarebbe interessante approfondire l'argomento per capire chi fosse dietro a questa organizzazione(chiamiamola così).Ciao e complimenti sempre -Andrea-

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  11. Caro Andrea, nemmeno io ho trovato riscontri, se non nella semplice testimonianza di chi mi ha raccontato questa storia, ed ha visto coi propri occhi. Nemmeno lui, in realtà, ha mai saputo chi fossero quelle persone che prelevavano i bambini dalla strada in tale modo...

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  12. I bambini,esseri innocenti che troppo spesso hanno pagato,e continuano a farlo,le colpe degli adulti... MARIA.

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  13. Bisognerebbe indagare meglio...Magari "la lupa" era una leggenda per non fare allontanare i bambini e dopo,qualcuno ha approfittato della legenda per poter compiere ciò che aveva in mente di fare con i bambini.Nessuno tranne quei bambini che spero siano diventati adulti potrà mai sapere la verità.

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