domenica 15 gennaio 2012

QUANDO LE RACCOMANDAZIONI SI RITORCONO CONTRO...

[ANEDDOTI] Da che mondo è mondo, le raccomandazioni ci sono sempre state... Non sempre, però sono andate a bersaglio, cosa tutto sommato positiva, a seconda delle situazioni. Fu l'illustrissimo marchese Forcella a dover pregare l'allora Arcivescovo di Palermo, Ferdinando Maria Pignatelli, di intercedere per un favore. 
Ma facciamo un passo indietro... Intorno al 1840 il marchese Forcella, proprietario dell'omonimo palazzo al Foro Italico (quello su Porta dei Greci), decise di ampliare il terreno circostante alla sua costruzione, che in pratica occuperebbe una vasta area che va più o meno dalla Villa Giulia, fin quasi a Porta Felice. Ma la parte del terreno che si estende verso Porta Felice è stato già acquistato per una cifra ragguardevole dalle monache del Monastero di S.Teresa, che ne hanno fatto, essendo, il loro, un istituto di clausura, un giardino-belvedere, unico luogo di svago. Se il terreno fosse stato ceduto al marchese, avrebbero perso quest'unico "sbocco" all'aria aperta, fonte di divertimento esterno... Il marchese, quindi, vide la sua proposta di acquisto cortesemente e ripetutamente rifiutata dal monastero. Stizzito e avvilito, decise, qualche tempo dopo, di chiedere l'intervento dell'Arcivescovo Pignatelli, per "raccomandare" la vendita del terreno. 
L'ecclesiastico promise con certezza assoluta che la vendita del terreno al nobile amico sarebbe stata di facile riuscita...
Ma non aveva fatto i conti col carattere tenace e battagliero delle suore... Infatti dopo una visita ufficiale al monastero, radunò le sorelle dicendo che era meglio che il giardino fosse venduto, promettendo in cambio benefici per il monastero, ma ottenendo dalla rigida madre superiore un secco "No, grazie..."
Dopo vani e ripetuti appelli al buon senso delle suore, l'Arcivescovo perse letteralmente le staffe e minacciò di non fare entrare più novizie nell'istituto fino alla sua morte, al che una giovane e sfrontata suora gli rispose per le rime :"E allora non dovremo che aspettare poco tempo per avere nuove sorelle nel monastero !" Profetizzando, in tal modo, una vita brevissima all'arcivescovo...
A quel punto fu caos... Dimenticandosi dell'autorevole carica ecclesiastica che ricopriva, il Pignatelli si scagliò sulla giovane suora per suonargliele di brutto, ma la suora, a quanto pare, reagì senza timori reverenziali, e i due, nonostante l'intervento di tante persone, restarono avvinghiati tra, pugni, schiaffi, graffi e morsi, per qualche istante... Un pò malconcio e con la sacra veste tutta spiegazzata, il furente prelato ordinò al suo seguito di lasciare il monastero, ammettendo così la sconfitta sul campo... Ma alla beffa seguì pure un notevole "danno" : infatti nell'uscire dal convento, schiumante di rabbia ed imprecando contro quelle "dannate monache",  l'Arcivescovo inciampò su un gradino della scaletta della propria carrozza, e ruzzolò per terra, fratturandosi pure una gamba... Della serie : "cornuto e mazziato"... 
Per la cronaca, nonostante altri tentativi, le suore mantennero fieramente la proprietà del terreno, che nel 1866 fu poi acquisito dal municipio nell'ambito della soppressione degli istituti religiosi. L'Arcivescovo, invece, fu costretto a usare un bastone per il resto dei suoi giorni, a perenne memoria di una raccomandazione mancata...

Palazzo Forcella-De Seta

6 commenti:

  1. conoscevo la storia,ma non i particolari,interessante come sempre specialmente per chi cerca di sapere (tranne i periodi in cui viene preso dallo scoramento per quanto si vede in giro)sempre di più della nostra amata palermo.Complimenti

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    1. Le storie raccontate in questo blog sono sempre molto interessanti, una memoria che bisogna cercare di tenere viva il più possibile.

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  2. E brave le suore...hanno tutta la mia solidarietà soprattutto colei che le ha date di santa ragione all'Arcivescovo...brava ,così si fa...:)

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  3. sianel presente che nel passato le suore se la cavano in ogni circostanza....

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    1. Rosalia ti devo benevolmente ,contraddire
      forse non hai ancora letto il mio articolo pubblicato a settembre del 2011,proprio nella fattispecie le monachelle del Ritiro di San Pietro non se la cavarono così facilmente contro un mio antenato ben più truffaldino e disinvolto !!!!
      ciao Federico

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  4. Queste sono le storie che si devono evidenziare, non tanto per il contenuto risoltosi in chiave tragicomica .Ribadisce così il vecchio ritornello della raccomandazione ,valido fino ad oggi e comunque criticabilissimo ma comunque civilissimo rispetto ad altre prevaricazioni da essere messe al vaglio presso il tribunale del compianti Beati Paoli . Rammento una prevaricazione ben più pesante e colpevole fatta da un mio nobile avo, il fatto l’ho raccontato in un mio precedente articolo sul blog nel mese di settembre 2011. Il Forcella almeno si disturbò nel cercare una mafiosa raccomandazione, mentre il nobile antenato profittando di un casuale evento fu molto più pratico, inglobò nella sua proprietà addirittura il cimitero delle monachelle del Ritiro di San Pietro ed il quel lontano 1726,non si prese neanche il disturbo di cercarsi una raccomandazione . La conclusione della storia truffaldina si risolse nello stesso modo dell’aneddoto , un bell’esproprio coattivo e il tutto finito in un pugno di mosche !
    Così termina la farina del diavolo !!!!!

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